Cesena, Jorge Martinez: “A Catania tre anni indimenticabili”

233

CESENA A Catania è stato sempre molto amato, già prima che firmasse la rete della salvezza nella rocambolesca gara “scudetto” contro la Roma, all’ultima giornata del campionato 2007/2008. Jorge Martinez, il “Malaka”, si è poi trasferito alla sfortunata Juventus di Del Neri dove non è riuscito ad emergere tanto che il suo ultimo goal in gare ufficiali resta il 3-1 siglato in maglia rossazzurra contro l’Inter, al Massimino, in una serata storica ed indimenticabile per il popolo rossazzurro.

In bianconero nessuna rete, né con la Juventus né col Cesena, dove si è trasferito in estate, con la formula del prestito. Una fugace apparizione nella gara d’andata, giusto per raccogliere gli applausi di riconoscenza del pubblico, ed un totale di 12 presenze con la maglia dei romagnoli, il “Malaka” si prepara con animo diverso e rinfrancato alla sfida di ritorno contro i suoi ex compagni. Così racconta al giornale “Il bianconero”, rivista ufficiale della società in distribuzione allo stadio Manuzzi questo mercoledì:

“Sono stati tre anni indimenticabili quelli vissuti a Catania. Mi sono ambientato immediatamente anche perché la città ricordava molto le atmosfere dell’Uruguay. Poi c’erano tanti sudamericani in organico. La gente del sud è molto calorosa e molto legata alla squadra. Anche a Cesena i tifosi sono molto presenti ma a Catania è proprio tutta la città che vive quasi in simbiosi col calcio, è una città più grande quindi è fisiologico ci sia più seguito. Tuttavia il Manuzzi mi ha impressionato sin da subito. I tifosi del Cesena sono sempre molto vicini alla squadra soprattutto nei momenti difficili.

La differenza sostanziale tra le due realtà è nel clima. A Cesena c’è molto più freddo che a Catania, ma l’atmosfera rigida viene compensata dalla maggior tranquillità, dalla pace che si respira in giro. Domenica ritroverò molti miei ex compagni come avversari. Parlo di Barrientos, Izco, Llama, Spolli, Ricchiuti e Alvarez, tutti giocatori di qualità. Parlavamo lo spagnolo nello spogliatoio.

Contro il Catania sarà per noi una gara decisiva, come tutte da qui alla fine. Il Catania è una buona squadra, molto tecnica e molto affiatata, sarà una battaglia. Noi dovremo stare attenti, rispettarli ma non possiamo temerli. Dobbiamo fare la nostra gara a testa alta.

Quando sono tornato al Massimino, nella gara d’andata, ricordo ancora gli applausi di tutto lo stadio. I tifosi mi hanno fatto sentire come fossi ancora un giocatore del Catania. Domenica spero veramente di segnare il gol della vittoria, giocherò alla morte, dando tutto. Ma se segno non esulto”.

[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]