Conte: “Vogliamo fortemente la finale di Europa League. Non sarà facile per niente, però …”

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logo-juventusTra meno di una settimana, lo aggiungerà alla sua bacheca prestigiosa. Ma adesso Antonio Conte già parla con lo Scudetto in tasca. Gonfia il petto per l’orgoglio, getta occhiatacce ai detrattori, non si distrae dall’orizzonte europeo. La polemica con Garcia, che ha acceso la vigilia della sfida con il Sassuolo, però si è spenta. A gettare acqua, evidentemente perché resosi conto della scarsa efficacia della strategia dell’innervosire, direttamente l’allenatore della Roma.

«Spero che si impegnino fino alla fine, perché quest’anno non sempre è andata così», aveva detto il giallorosso, riferendosi (senza citazioni) innanzitutto al presidente del Livorno, Aldo Spinelli («Andremo a Torino col pallottoliere: Di Carlo farà riposare molti diffidati, per noi la partita che conta è quella col Chievo») e poi a dirigenti assortiti ben lieti di essere usciti sconfitti dal confronto con “Madama” senza semmai pesanti passivi.

«Ci manca di rispetto, sono parole da provinciale», la replica di Conte, cui è seguita la marcia indietro di Garcia («Non ce l’avevo con la Juve, semmai con le altre»), supportata dalla Roma: «Ad essere provinciale non è Garcia – si è letto sul comunicato del club – ma l’atteggiamento di alcuni protagonisti del calcio italiano che accettano (e giustificano) passivamente una sconfitta ancora prima del fischio d’inizio».

Non concorderà di certo il tecnico bianconero, fedele al suo mantra: «Contro la Juve, tutti disputano la partita della vita». Tantissimi gli avversari, pochi gli onori: «I complimenti in Italia per la Juventus sono sempre un po’ monchi. Si dice: “Sì, bravi però…”. C’è sempre un però: per i giocatori, per l’allenatore, per i tifosi, per la società. Si vede che è difficile fare i complimenti a questa squadra e a questa società, ma in questi tre anni ce li siamo meritati proprio da parte di tutti. Noi, “bravi”, lo diciamo sempre a chi insegue, anche quando l’evidenza parla da sola. E in tre anni sta parlando l’evidenza sostanziale dei fatti. Tutto questo mi dispiace, ma sotto sotto mi dà una carica incredibile. Forse, se mi facessero i complimenti, perderei questa carica».

Carica che Conte sposta all’impegno di giovedì, quando ci sarà da battere il Benfica nella semifinale di ritorno (arbitrerà il trentanovenne inglese Mark Clattenburg): «Il pensiero volge subito alla prossima partita – assicura l’allenatore – Noi vogliamo fortemente la finale di Europa League. Non sarà facile per niente, però: Juventus è una squadra che ha giocato tanto ed è inevitabile che si senta la fatica. Ma è talmente esaltante l’obiettivo che penso la stanchezza possa passare e, se pure rimanesse anche qualche scoria di fatica, sono sicuro che ci sarà lo Stadium a spingerci oltre».

Stadium che poi lunedì prossimo diventerà teatro dei (primi) festeggiamenti per il “Tris”: la Juve potrebbe arrivare alla gara con l’Atalanta già Campione, se la Roma non vincesse a Catania, del resto. Roma che ha costretto “Madama” a non gioire ancora, pur a 93 punti: «Me li coccolo tutti, me li ricordo uno a uno, sono tutti punti sudati: 93 e siamo molto contenti, però non bastano per vincere questo Scudetto». La Juve non tranquilla è una Juve che può scrivere la storia: «Il record dei cento punti può arrivare quasi per necessità: ringraziamo chi insegue, perché è forte e ci fa stare sul pezzo. Fossimo stati tranquilli – ammette Conte – contro il Sassuolo avrei fatto più turnover, invece dobbiamo tenere la spina sempre attaccata. In verità, il record dei “100″ mi interessa poco: mi interessa centrare l’obiettivo del terzo campionato consecutivo e scrivere una pagina storica. Poi se ci capiterà di battere qualche record, saremo contenti…». C’è da scommetterci: martellerà fino al centesimo punto.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]