Genoa, il punto: squadra tonica ma non basta

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Non c’è due senza il tre. Con Genoa-Milan siamo giunti alla terza partita, dopo Roma e Palermo, pesantemente influenzata da errori arbitrali. Il problema non è, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, che non siano stati fischiati due oppure tre rigori dall’arbitro Damato: bastava una sola svista a compromettere il risultato di una partita. E bene ha fatto il ds del Genoa Rino Foschi a rimarcare con forza «l’arbitraggio vergognoso» come lo ha definito: meno male che in settimana aveva chiesto rispetto dopo l’arbitraggio più che penalizzante di Gervasoni contro la Roma all’Olimpico. Mi spiace ripetermi, ma voglio che qualcuno mi spieghi a cosa serve un arbitro di porta? Cosa faceva Banti quando il rossonero Nijang toccava col braccio il pallone in area di rigore? E cosa faceva ancora quando Granqvist volava in area di rigore spinto da Zapata? Purtroppo sono domande a cui non c’è risposta oppure «perduta nel vento sarà» come cantava Bob Dylan.

Arbitraggio a parte, stasera si è visto un Grifone molto tonico e vivo. Ha reagito bene dopo lo svantaggio di Pazzini e ha schiacciato nel secondo tempo i rossoneri, rimasti in 10 dopo l’espulsione di Constant e chiusi in area di rigore come ai tempi di Nereo Rocco. Abbiati ci ha messo una pezza in più di un’occasione. A lungo si è giocato a una porta: ci si è messa anche la sfortuna, con quel palo centrato da Bovo. Sconfitta, ma con onore. Tuttavia non vorremmo che a Firenze dopo il tre arrivasse anche il quarto: il Genoa e i suoi tifosi pretendono rispetto. Qualcuno lassù, nei piani alti del “palazzo” del calcio, lo ha capito?

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]