Giro d’Italia 2023, terza tappa Vasto-Melfi: cosa sapere

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Relax. Tanto ispira Palazzo d’Avalos, uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese. Si trova nel centro storico di Vasto e dal suo spettacolare giardino napoletano si ammira in assoluta tranquillità il panorama sulla costa sottostante.

Il Palazzo ospita anche quattro musei: il Museo Archeologico, la Pinacoteca, la galleria di Arte contemporanea “Mediterranea” e il Museo del Costume Antico. E’ questo il miglior punto di partenza per scoprire una città che ha molto da mostrare, a cominciare dalle Terme Romane, con splendidi mosaici del II secolo d.C, dal Castello Caldoresco, una fortezza del 1427 con torri, bastioni e fossato e dalla Loggia Amblingh, altro magnifico belvedere sulla costa.

Da una sorpresa all’altra. Termoli accoglie con una possente cinta muraria che protegge il nucleo originario della città, il Borgo antico costruito nel V secolo su un promontorio che scende a strapiombo sul mare. La passeggiata tra questi vicoli è emozionante, così come la visita del Castello Svevo o della Cattedrale di Santa Maria della Purificazione.

Ormai in vista dell’arrivo di tappa si sale ai Laghi di Monticchio, piccolo gioiello ambientale tra le montagne lucane. Circondati da fitte foreste si trovano entrambi all’interno del cratere del vulcano Vulture, ormai spento. Nel verde degli alberi che contornano il Lago Piccolo, spicca la sagoma bianca dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Poesia. Rapolla invita alla sosta con le sue cantine dell’Aglianico del Vulture DOCG e subito dopo ecco Melfi, oggi stella di prima grandezza dell’industria automobilistica, ma dalla storia lunga e prestigiosa.

La si vede da lontano, distesa ai piedi del Castello Normanno Svevo costruito sulla sommità di un colle. La meta, per tutti sono quelle mura e i tesori storici e archeologici che queste proteggono. Ma prima di varcare il portone d’ingresso ci si lascia stupire dal Duomo, costruito a partire dal 1055 e più volte rimaneggiato, che colpisce per le dimensioni e la ricchezza degli interni. Da vedere, a Melfi, anche il Palazzo del Vescovado, la Porta Venosina (una delle sei che in origine consentiva di entrare in città) e la chiesa rupestre di Santa Margherita.

Testi a cura di Ettore Pettinaroli