I segreti del Mercato Juve: chi va preso e chi no! Bravo Agnelli, Marotta nel CDA la scelta giusta. Inter, Milan e Napoli: tre storie da raccontare.

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Finalmente torna il campionato. Avevo già parlato in precedenza di quanto poco si confacessero le partite della Nazionale alla mia idea di calcio vero, quello che ho sempre amato respirare e che più mi appartiene; è altresì evidente che dopo quanto accaduto a Genova, le mie convinzioni non possano che uscirne assolutamente rafforzate. Dedicherò infatti solo qualche riga ad esprimere il mio pensiero sul delirio di Marassi, preferendo di gran lunga concentrarmi su ciò che più appassiona sia me, che sicuramente anche voi. Apro e chiudo la parentesi rendendo nota tutta la mia approvazione nei confronti dell’operato delle forze di polizia nella serata di martedì. L’unico passaggio chiave sul quale vale la pena riflettere è immaginare le conseguenze tragiche alle quali si sarebbe potuto andare incontro, e rendersi poi conto che alla luce dei fatti fortunatamente non si sono verificate. Gli agenti sono intervenuti dove era importante lo facessero, arrivando peraltro a risultati più che concreti. Fine dell’inciso.

Tornando a noi, al calcio giocato più che chiacchierato e soprattutto giudicato, mi piace sottolineare in maniera più che positiva la scelta della Juventus di inserire Marotta nel Consiglio di Amministrazione della società. Lo reputo un segno di fiducia di grandissima importanza, all’uomo prima ancora che al dirigente, che potrà sicuramente favorire e stimolare Marotta nel suo lavoro.

Un lavoro peraltro sempre piuttosto impegnativo, se dovessero poi tradursi in trattative concrete tutte le voci che da settimane fanno da corollario alle cronache di mercato bianconere. Il nome che viene venduto ai tifosi in questo periodo è quello di Karim Benzema. Premesso che non so se veramente dalle parti di corso Galileo Ferraris ci si sta muovendo in questa direzione, mi trovo costretto a confermare la mia idea poco lusinghiera nei confronti del centravanti del Real Madrid. Mourinho è uno che se ne intende, lo sappiamo tutti, e qualora dovesse decidere di privarsi di un investimento tanto importante, effettuato dalla sua società poco più di un anno fa, verrebbe da domandarmi prima e informarmi subito dopo, relativamente alle motivazioni alla base di questa scelta. Il francese a me non piace, non lo nascondo: lo trovo un talento incompiuto più per colpe proprie e di chi lo ha gestito. Poco disponibile al sacrificio, difficile da collocare a livello tattico. Le sue enormi qualità fisiche e tecniche non sono sufficienti a supplire carenze tanto importanti. Lo lascerei a chi ce l’ha già. Un discorso totalmente diverso, va invece strutturato per quanto riguarda il talento olandese Ibrahim Afellay. Questo, per dirla come piace a me, “è uno buono davvero”. È giovane, e vanta un bagaglio tattico assolutamente di prim’ordine, caratteristica insita a tutti i giocatori provenienti dalla scuola di calcio olandese. Se a ciò aggiungiamo che il contratto del ragazzo con il Psv Ehindoven scadrà nel giugno 2011, la risposta ai rumors diventa inequivocabile. Il ragazzo deve essere comprato. Io, non ci avrei pensato un attimo.

Non credo neanche lontanamente ad un Lionel Messi con la maglia dell’Inter: non scherziamo. Quelli sono talenti che vanno cresciuti in casa e valorizzati, non venduti. Chi vende Messi è un pazzo, chi acquista Messi è un sognatore. Mi dicono che mi sto sbilanciando sul Milan: io credo che lo scudetto possa davvero andare ai rossoneri. Un bravo a De Laurentiis per quanto sta facendo a Napoli, in una situazione non facile. Continui così, con l’appoggio di tutte le componenti.

Chiudo il nostro appuntamento settimanale toccando un tema al quale spero di non essere presto più associato. Il processo di Napoli relativo a Calciopoli. Ho accolto con un sorriso sulle labbra molte delle interpretazioni che alcuni organi di informazione hanno voluto attribuire al fatto che il perito abbia stabilito che la frase incriminata “Metti Collina” sia stata pronunciata da Bergamo e non da Facchetti. Tengo a dire che non ho la minima intenzione di mettere in dubbio quanto stabilito, ma mi preme altresì sottolineare come non sia certo questo il cardine dell’inchiesta. La rilevanza di quella conversazione viene assolutamente ridimensionata se messa in parallelo con gli ormai celebri dialoghi tra lo stesso Facchetti e Mazzei, in cui veniva stabilito chi inserire nella griglia, piuttosto che quelli con Bergamo. Chi dica cosa, conta poco. Ciò che è fondamentale è che chi sosteneva di non aver mai avuto contatti con nessuno, è andato lontanissimo dal dire la verità. Piaccia o non piaccia.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]