Il Pagellone di Cesare Lanza dedicato a Gian Piero Gasperini

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Dedico l’intero pagellone di questo sabato a Gian Piero Gasperini, il nuovo allenatore dell’Inter, al suo passato, al presente e al futuro. Sono innamorato perso del Genoa, dunque l’ho studiato a lungo e credo di conoscerlo bene, meglio di tanti altri. Prima parlerò dei suoi limiti e poi delle sue qualità. Ma per galvanizzare i tifosi dell’Inter, vorrei ricordare i complimenti che a Gasperini fece Mourinho (9), dopo una bella partita del Genoa a San Siro. “E’ l’allenatore più intelligente e pronto di riflessi che abbia incontrato nel campionato italiano” disse, o qualcosa del genere “durante la partita cambiavo disposizioni in campo ed era un divertimento tattico vedere come lui si adeguava o faceva contromosse, automaticamente…”.

Dunque, si può dire che Gasper abbia la benedizione di Mou, un tipo con un vocabolario notoriamente privo di complimenti e riconoscimenti. Vero anche che a Genova, successivamente, il Grifo incassò in casa una spaventosa sconfitta, con non so quanti gol incassati (tra i quali quello di Stankovic, 10 al gol, da centrocampo, al volo, con Amelia stupidamente fuori dai pali).

E ora passiamo ai rischi che correrà la nuova Inter. Primo: Gasper ha un’esperienza limitata. E’ stato allenatore delle giovanili della Juve, poi scoperto (buon debutto) dal Crotone, infine cinque anni al Genoa, alcuni splendidi, conclusi da un brusco divorzio con Preziosi (6 +, e non di più, scusate il gioco di parole). Curriculum quasi ignudo, per reggere le difficoltà immense della piazza, internazionale, della stampa cinica, feroce, intrusiva e buongustaia, voto 8, le aspettative di una presidenza giustamente esigentissima. Non solo, ecco il secondo motivo di perplessità: è un sergente, antepone le sue idee tattiche e le sue formule di gioco alla personalità dei campioni. Si è visto bene nel Genoa e citerò solo cinque casi. Gasperini ha avuto la fortuna, in serie A, di poter disporre di un Borriello (8 e 1/2, all’epoca), ma ebbe con lui più di un problema e lo lasciò addirittura fuori dalla formazione un paio di volte, per semplice punizione. Qualche problema ebbe perfino con Milito (9 e 1/2), il mitico Principe, indimenticabile per tutti i genoani. Ma c’è di più, un certo sorprendente pressapochismo nella valutazione di altri campioni. L’anno scorso esaltò e si disse felicissimo per l’arrivo di Toni (7 e 1/2 alla carriera, ma 4 agli sgoccioli nel Genoa e nella Juve), che invece era alla canna del gas da due anni; e fu assai avaro, fino a tenerlo in panchina e in tribuna, con Ranocchia, minimo 8 – e per fortuna del ragazzo ci fu la cessione all’Inter. Infine, Gasper vuole ad ogni costo imporre il suo gioco, infischiandosi delle doti dei giocatori a sua disposizione: rese ridicolo Di Vaio, 7 e 1/2 se fa la punta, e oltre che ridicolo anche inviso ai tifosi, pretendendo che giocasse in pratica terzino e quasi sulla fascia, secondo i suoi comandamenti. Sicché Di Vaio fu regalato, esattamente a zero euro, al Bologna e lì, nel suo ruolo naturale, ha segnato valanghe di gol…

Non vorrei atterrire i tifosi dell’Inter (aspettate il lieto fine, prego!), ma Gasper, fino a oggi, ma non poteva certamente fare di più sia nel Crotone sia nel Genoa, è un allenatore alla Zeman, che ha sempre preferito soldatini di buona qualità e di facile comando ai campioni di forte carattere, difficili da disciplinare. Non a caso nel Genoa i suoi fedelissimi erano Marco Rossi, 7 e 1/2 per la volontà, eccezionale jolly, pronto a correre per 90′ e a battersi in qualsiasi ruolo Gasper decidesse di sbatterlo in campo, domenica dopo domenica; Juric, 8, una sorta di umile militare, un vice-allenatore esecutivo in campo, anche lui uno strenuo combattente, capace di pressare sul portiere avversario al 90′ col Genoa in vantaggio di un paio di gol; e Sculli, 7, anche lui adattabile ai più diversi ruoli tattici in campo, e suo portavoce negli spogliatoi. In poche parole, è un allenatore che adora i gregari e diffida degli assi. E all’Inter troverà solo assi e nessun gregario. Mi piacerebbe essere nella mente di Ranocchia e Milito, per conoscere i loro più segreti pensieri. Infine, ciò che aveva inferocito Preziosi (alla base del divorzio…) e gran parte dei tifosi genoani, che pure adoravano Gasp, è stata la presunzione accumulata via via dall’emergente allenatore, gratificato dai successi e dall’attenzione del mondo calcistico e dei media.

Ci furono, nel Genoa, partite disastrate da assurdi tatticismi, da formazioni sballate elaborate da un tecnico, che ormai riteneva di poter permettersi qualsiasi invenzione a tavolino, per fregare gli avversari. Specialmente in trasferta, dove il Genoa non ripeteva di norma l’eccellente standard casalingo. Premesso tutto questo, diciamo che Gasperini merita un bell’8 per quanto ha fatto a Genova (indimenticabili le vittorie nei derby, peraltro ripetute da Ballardini, 7) e con alcune “grandi”. Nel primo, e soprattutto nel secondo anno in serie A, il Genoa, 9 sincero, di Gasper ha giocato il miglior calcio italiano, ammirato da tutti: aggressività, velocità, entusiasmanti impostazioni sulle fasce, scambi spettacolari, raddoppi estenuanti per gli avversari, spesso annichiliti. Riuscirà Gasper, con i campioni viziati dell’Inter anziché con gregari disciplinati, a rielaborare il suo grandioso 3-4-3? Riusciranno i campioni dell’Inter a seguirlo con pazienza, spirito di sacrificio negli allenamenti? Avranno pazienza dirigenti e “ambiente”, di fronte a eventuali scivoloni o anche di fronte a risultati perdenti sia pure ottenuti con spettacolari esibizioni in campo? Mah. Schiettamente, non scommetterei su uno scudetto interista. Ma Gasper potrà diventare grande – di calcio capisce come pochi! – se tre “se” si risolveranno positivamente. Il primo: se Gasp ridimensionerà il suo “ego” e capirà che a Milano non potrà fare il dittatorello come a Genova. Il secondo: se sarà equilibrato nello spogliatoio e non dividerà la “rosa” tra i suoi fedelissimi e “gli altri”. Il terzo: se la famiglia Moratti e le strutture dell’Inter lo sosterranno, nelle inevitabili polemiche e negli eventuali momenti bui.

[Cesare Lanza – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]