Il Trofeo Tim e gli specchietti per le allodole

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C’è chi si trastulla con il Trofeo Tim. Liberissimi e padronissimi di farlo. Ma…il Milan con 10 assenti (Ibrahimovic, Thiago Silva, Pato, Robinho, Seedorf, Abbiati, Yepes, Inzaghi, El Shaarawy, Mexes) e 6 Primavera ha iniziato molto bene sia con la Juventus che con l’Inter e ha preso gol per errori e situazioni individuali. Senza i quali, la sensazione è che resta molto difficile fare gol alla squadra rossonera. Inter e Juventus hanno dato una sensazione diversa. I primi, i nerazzurri, hanno preso in faccia, dalla Juventus, due contropiede partendo da un calcio d’angolo a loro favore. La stessa Juventus, pur brillante davanti in diverse situazioni, sembra che possa prendere gol da un momento all’altro. Situazioni e assetti di squadra, quindi, non individuali. Comunque, contenti i primi e i secondi del Trofeo Tim, contenti tutti.

A proposito di Trofeo Tim. Il bordocampista di Sport Mediaset, Paolo Bargiggia, ha spesso riferito durante la diretta di Canale 5 che l’Inter si lamentava per il laser verde che dagli spalti raggiungeva spesso i volti dei giocatori in campo. Pensate, era lo stesso laser che, il 14 Novembre 2010, in occasione del derby d’andata del Campionato scorso aveva negli occhi un certo Ibrahimovic al momento di calciare il rigore decisivo contro l’Inter stessa. Ma, un po’ come accade per le telefonate in cui si cerca di evitare danni e rogne con gli arbitri, l’Inter le cose le può fare. Gli altri no. E’ la regola, anzi è la legge. E che il presidente Della Valle non si permetta di eccepire…Anche lì, non si può. Non si può. Per di più nel tentativo, fino ad oggi sempre riuscito, di far valere la legge che più gli conviene lo stesso presidente interista ha diramato un comunicato che, subito al primo minuto, ovvero al primo paragrafo, contiene una vistosa contraddizione. Leggete con noi: “È difficile comprendere il senso delle ripetute richieste d’incontro che il signor Diego Della Valle, azionista di riferimento di ACF Fiorentina, avanza: la questione non è un fatto privato, da decidere facendo quattro chiacchiere intorno a un tavolo. È questione già decisa dagli organi istituzionalmente competenti e proprio il doveroso rispetto degli ambiti istituzionali consiglia a tutti di attenersi a quelle decisioni, come si conviene in un Paese civile”. Tutto chiaro, cristallino. Peccato che anche il Procuratore Federale, il dottor Palazzi, sia un organo istituzionale competente. Ma la sua relazione, un atto ufficiale, era stata definita dallo stesso Massimo Moratti un fatto inaccettabile. A proposito, Palazzi? Il Procuratore Federale era, non più tardi dello scorso mese di Luglio, “quella gente lì”. Per il dottor Palazzi, il procuratore che nel mondo del calcio di questo Paese decide i deferimenti così come avrebbe stradeciso i deferimenti Inter se avesse avuto le telefonate fra le mani del 2006, da parte del massimo dirigente nerazzurro non c’è stato nessun doveroso rispetto di un ambiente istituzionale. Come dire, io rispetto solo gli ambienti e le questioni che mi danno ragione. Le altre e gli altri no. E’ così che si stravince, avanti così.

Mercato: è dura. Mister alfa o mister beta conta poco, qui a parte la Juventus che doveva sanare due stagioni da settimo posto ed era chiamata a recuperare i 24 punti dalla prima accumulati nello scorso campionato, chi ce l’ha la squadra se la tiene e fare mercato resta molto difficile. E’ dura. Sia per le situazioni contingenti delle proprietà dei grandi Club (vedi multa per il lodo Mondadori in casa Fininvest e vedi tributo alla crisi libica che anche la Saras sta pagando), sia per la clamorosa traiettoria economica che attraversa il mondo, che attraversano le Borse, le aziende e le famiglie in questo caso soprattutto quelle italiane in questo momento. La stessa Inter farà mercato solo in caso di cessione di Eto’o e, un po’ come l’anno scorso nel caso Maicon, sembra sul punto di trasformare in un evento, in un grande acquisto, quella che potrebbe essere una pura e semplice mancata partenza. Lo ha confermato lo stesso presidente Moratti, dichiarando che secondo lui il Milan ha preso solo un difensore: Mexes. Se il numero uno nerazzurro cita solo giocatori di una certa fascia e non si degna di citare i vari Taiwo ed El Shaarawy, i suoi avversari sono autorizzati, a meno che anche i criteri come le leggi valgano solo per alcuni e non per lui, a trascurare i vari Alvarez, Castaignos e Jonathan. Dunque, se il criterio è questo l’Inter non ha ancora preso nessuno.

Sul fronte Milan, la Fiorentina non molla per Montolivo. La pista dell’altro azzurro Aquilani è il classico caso delle ore che possono diventare calde negli ultimi giorni di mercato, non prima. In ogni caso è questa la priorità, come il Milan ha sempre dichiarato in via assolutamente trasparente, in casa rossonera, quella del centrocampista. Non quella della punta, non il cosiddetto vice-Ibra. In quel settore della rosa potrebbe succedere qualcosa, anzi di tutto, solo se arrivassero sconvolgimenti sul fronte di Antonio Cassano. Ma il programma del Milan è che Cassano rimanga rossonero. E, in questo caso, largamente il più probabile, l’umore generale cambierà notevolmente, e in positivo, dopo il 31 Agosto, a bocce finalmente ferme. Risultato finale, nessuno si stupisca che, anche se con una situazione non agevolissima a centrocampo, il Milan alla fine resti così com’è.

[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]