Inter 1 Juve 0. Difendiamo il vantaggio

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“Non vi sono fattispecie di rilievo disciplinare non prescritto”. Il famigerato procuratore federale Palazzi, l’incubo del calcio italiano dal 2006, analizzato tutto il materiale a disposizione, si è così espresso sulla richiesta della Juventus di revocare lo scudetto 2006 assegnato all’Inter dopo le penalizzazioni del processo Calciopoli. Tradotto in modo comprensibile, significa che nel materiale presentato dal richiedente non c’è nulla che non rientri nella prescrizione.

Un piccolo punto a nostro favore, lo ha definito Moratti, ma la partita non è ancora finita. C’è solo la conferma delle leggi vigenti, che ‘liberano’ la Procura Federale dall’onere di una nuova sentenza e scaricano la patata bollente a Giancarlo Abete e al Consiglio Federale, che il 18 luglio dovrà decidere il destino dello scudetto oggetto i discussione. Guai a cantare vittoria troppo presto, tempo fa il presidente della Figc si era espresso in questi termini: “l’etica non va in prescrizione”. Frase che indurrebbe a rivalutare anche gli scudetti precedenti al 2006 e oggetto di motivata perplessità, visto che la prescrizione non conterebbe più. Ottimisticamente, mi viene da pensare che il buon senso inviti chi dovrà prendere una decisione a non cambiare le carte in tavola solo per assecondare, cinque anni dopo e atti processuali alla mano, la frustrazione di una società che si aggrappa a ogni misero appiglio pur di provarci di un dovuto indennizzo.

La cortina di fumo e il frastuono provenienti da corso Galileo Ferraris in Torino non hanno dunque distratto il procuratore federale, che ha rispettato le normative come lecito attendersi, ma adesso, prima di definire chiusa questa fastidiosa querelle, bisognerà avere pazienza. Personalmente, confido nel buon senso del Consiglio Federale, e se così non fosse sono sicuro che Moratti non cederà un centimetro e ricorrerà persino al Tar del Lazio se necessario. Perché ogni grammo di energia investito nella ricerca di giustizia è giustificato. In un mondo ideale, comunque, non dovrebbe essercene bisogno, perché il colpevole rimane tale anche a distanza di anni e non tenta di ribaltare le sentenze quando le prove lo inchiodano, inventando cavilli e strumentalizzando i reperti a proprio vantaggio.

Come il presidente, anch’io definisco questa sentenza un piccolo punto a favore, ma prima di cominciare a dare lezioni di matematica al giovin signore preferisco pazientare. In una faccenda del genere le sorprese, anche quelle negative, sono sempre dietro l’angolo. Per il momento, al di là di tutto, il punteggio è: Inter 1 Juventus 0. Un vantaggio da difendere a tutti i costi.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]