Inter: anche Pinilla nella lista dei “vice” Milito

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Denis, Llorente, Longo, Osvaldo, Nenè, Floccari, Rocchi e, ultimo, Mauricio Pinilla. Sta cominciando a essere insolitamente lunga la lista che porta, o dovrebbe portare, al vice-Milito. Se qualche accademico prestasse attenzione alle cose del calcio, sicuro ne farebbe una tesi di laurea: “Come trovare un attaccante: storia del caso vice-Milito”. Al di fuori dei luoghi comuni, non sta trovando risposta la domanda, che balla dal 31 agosto scorso alle 19.01: ma quando Milito avrà il raffreddore, chi giocherà al suo posto?

Si è provato con Rodrigo Palacio, e non è andata affatto male, solo che poi l’argentino si è infortunato ed ha così lasciato spazio al giovane Marko Livaja, che ci ha messo tutta la buona volontà possibile, facendo bene, segnando anche e fornendo buonissime prestazioni. Ma, anche qui, si è subito capito che non poteva essere una scelta duratura.

E allora punto e a capo: la stampa si è tuffata sul caso Pinilla. Il tutto è partito da alcuni tweet della punta del Cagliari: sul social network Twitter, infatti, Mauricio si era lasciato andare a festeggiamenti dopo la vittoria dell’Inter sul Milan. Festeggiamenti che, appunto, non sono passati inosservati a certa stampa e che hanno fatto da collante con la ricerca del vice-Milito.

Qualcuno, infatti, si è chiesto, perché non proprio Pinilla, in previsione del mercato di gennaio, per dare respiro a Milito? In verità, quella di Pinilla all’Inter è una voce antica, che ogni tanto torna di moda, soprattutto perché è stata la società nerazzurra a portare in Italia la punta cilena agli inizi del 2000. C’è, comunque, qualcosa di vero? Ad oggi, secondo quanto risulta ad FcInterNews.it, no: Pinilla è stimato dalla dirigenza nerazzurra, ma non ci sono trattative o interessamenti. In più, c’è da dire che Cellino non svenderebbe la sua punta, anzi: dato che è stato uno dei suoi ultimi acquisti chi vuole il cileno deve presentarsi con una congrua offerta.

Insomma, sono lontani i tempi in cui Pinilla poteva vestire la casacca nerazzurra

[Giuseppe Granieri –