Inter-Bologna 2-2: prezioso punto dei rossoblù a San Siro

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logo-bolognaNella serata in cui allo stadio di San Siro, non esattamente un campetto di periferia, Garics si traveste da Neymar e si prende gioco di Nagatomo con un numero da funambolo, Pazienza (con la collaborazione di Cristaldo) fulmina Handanovic con un destro alla Gerrard da fuori area e Curci para un rigore a Milito con un balzo degno di Casillas, perdere sarebbe stato un vero e proprio delitto. E per fortuna il Bologna ce l’ha fatta, ha portato a casa un punto, ha raggiunto il Chievo a quota 27 in classifica e ha staccato di un’altra lunghezza il Livorno, impegnato lunedì sera a Torino contro la Juventus. Contro l’Inter finisce 2-2, ed è un pareggio che per la prestazione e il morale vale doppio, forse triplo.

L’avvio dei rossoblù però è di quelli da mani nei capelli, molli e compassati, con la squadra di Mazzarri che domina in lungo e in largo e si porta in vantaggio dopo appena cinque minuti con una splendida volée mancina di Icardi, lasciato colpevolmente solo da un distratto Mantovani, su perfetto suggerimento dalla sinistra di Nagatomo. Sembra già notte fonda, ma capitan Kone e compagni hanno per una volta il merito di non arrendersi e di continuare a combattere, onorando la maglia e omaggiando gli oltre trecento eroici tifosi accorsi fino a Milano. Al 17’ Mantovani sfiora il bersaglio grosso di testa su corner di Lazaros, mentre al 22’ è Handanovic ad alzare sopra la traversa un’inzuccata di Cesarone Natali, sempre imbeccato dal capellone greco. Al 28’ Palacio mette i brividi a Curci con una sassata dal limite che sibila vicino all’incrocio dei pali, ma è solo un episodio, perché nel frattempo il Bologna spinge con decisione sull’acceleratore, guadagna metri e trova il gol del meritato 1-1 al 36’: come detto, Garics sfugge via al suo dirimpettaio giapponese con una giocata da applausi, tunnel di tacco in velocità, serve al centro Lazaros che da sottomisura calcio addosso ad Handanovic, poi la palla arriva fuori area al redivivo Michele Pazienza che con una rasoiata centrale, leggermente deviata da Cristaldo, fulmina il portierone sloveno. Gol su azione, ce n’è già abbastanza per una maxi nevicata con fiocchi arancioni. Ma andiamo avanti, perché la partita è bella ed appassionante. Poco prima dell’intervallo Kone serve sulla corsa Krhin, ma il traversone dello sloveno, con due compagni ben appostati a centro area, è da dimenticare. Il primo tempo, vivace come non mai, si conclude così.

Nella ripresa i ragazzi di Ballardini riprendono da dove avevano lasciato, e alla prima azione sfiorano la rete con Krhin, lanciato splendidamente in profondità ancora da Kone, che sul più bello calcia debolmente tra le braccia del suo connazionale. Sul versante opposto, al 6’, D’Ambrosio lascia partire un cross velenoso come un serpente a sonagli che per fortuna non trova puntuali all’appuntamento con la deviazione né Icardi né Palacio. Al 16’ Lazaros serve alla perfezione Garics, che sciupa tutto spedendo alto da posizione estremamente favorevole, e come da tradizione del calcio, lo sport più beffardo che esista, l’Inter coglie al volo l’occasione e colpisce. Ancora Icardi, ancora lui, con una prodezza, una saetta di destro dai venti metri al 18’ che bacia il palo alla sinistra di Curci e si insacca alle sue spalle. I rossoblù però capiscono che quest’Inter non è granché, che non uscire dal campo con un risultato positivo equivarrebbe al canto del cigno, che c’è ancora spazio per la speranza, e allora ci pensa Kone al 28’, con una girata da rapinatore da sottomisura dopo un erroraccio di Rolando, a riportare il risultato in perfetta parità. Il greco volante è tornato, per la gioia, anzi, le lacrime di Walter Mazzarri, la sua vittima preferita.

I colpi di scena però non sono finiti, perché al 39’ Mantovani sbilancia leggermente Palacio in area di rigore, e Mazzoleni concede il penalty, il primo stagionale per il club di Erick Thohir. Dal dischetto non si presenta però lo scatenato Icardi, né Hernanes, né tantomeno Palacio, bensì Milito, appena entrato. E ancora una volta il bomber argentino, santo protettore del Bologna, non si smentisce, calcia debolmente e si fa neutralizzare il rigore da Curci. Euforia totale, era da tempo che non succedeva. Un sussulto ancora più grande arriva però proprio nel recupero, quando Acquafresca, che in precedenza aveva sostituito Krhin, chiama Handanovic al doppio intervento miracoloso: prima con una rasoiata di destro su assist col contagiri di Lazaros, poi con il susseguente tentativo di tap-in, sventato dal numero uno interista con un tocco tanto impercettibile quanto decisivo. Siamo andati a due dita di Handanovic dal vincerla, pazzesco.

È stato fatto tanto ma non è stato fatto nulla. Siamo ancora lì, c’è ancora da lottare, c’è ancora da sudare. Non siamo stati fenomeni, ma siamo stati squadra. Inutile dire che domenica prossima, in casa con il Parma all’ora di pranzo, sarà la gara decisiva della stagione. Il popolo del Dall’Ara di sicuro risponderà presente, e non dovrà essere tradito. Niente sogni, niente illusioni, quelli purtroppo non ce li possiamo più permettere, ma se non altro, almeno per una sera, c’è spazio per un sorriso. Mica poco.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]