Inter, il punto: Mazzarri primo protagonista del promettente avvio di stagione

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logo-interPer lui i complimenti ormai si sprecano: ha dato un’identità alla squadra, ha riportato entusiasmo, ha recuperato giocatori ormai alla deriva, ha riparato una difesa colabrodo eccetera eccetera. Walter Mazzarri, inutile negarlo, è il grande protagonista di questo avvio di stagione dell’Inter. Solitamente è un giocatore il simbolo di un gruppo che sorprende positivamente, ma per quanto le individualità oltre le aspettative non manchino, è giusto evidenziare come sia l’allenatore l’arma in più dei nerazzurri in questo momento. Prima della riapertura delle danze, con un mercato bloccato che non prometteva nulla di eclatante, già si sosteneva la tesi che il vero top player dell’Inter sarebbe stato l’ex mister del Napoli.

La riprova dei fatti sta avvenendo sul rettangolo di gioco, visto che al di fuori dello stesso si parla poco e si pensa solo a lavorare duramente. Tra le tante qualità espresse nell’immediato da Mazzarri, ce n’è una che salta subito all’occhio: la sua capacità di leggere bene le partite in corsa, raddrizzando andamenti poco soddisfacenti anche figli di scelte iniziali che non pagano subito, ma pur sempre ragionate. Non è un mistero che i tre undici iniziali scelti dall’allenatore finora in campionato siano formazioni solide e poco sbilanciate. Lui stesso lo ammette, preferisce valutare l’impatto sul match per poi, in caso, dare la sterzata al momento opportuno. Dopotutto, una squadra in via di ricostruzione ha bisogno di sicurezza prima di diventare più ardimentosa.

Contro Genoa, in parte a Catania e contro la Juventus l’andazzo è stato sempre lo stesso: 3-5-1-1 con Alvarez dietro Palacio, centrocampo solido e rinuncia alla punta pesante. Modulo che serve innanzitutto a ‘studiare’ il terreno di caccia senza farsi cogliere di sorpresa, ma che poi si trasforma per aumentare il livello di pericolosità offensiva una volta che si sono create le condizioni ideali. Nello specifico, alla prima giornata contro il Genoa a San Siro, sembrava che lo 0-0 non si sarebbe sbloccato. Poco pericolosa l’Inter dalle parti di Perin, la mole di gioco e i tanti cross non arrivavano a destinazione. Nella fattispecie, dietro Alvarez e Palacio Mazzarri aveva posizionato Guarin, Cambiasso (entrambi punti fermi) e Kuzmanovic, ma nella ripresa sostituendo il serbo con Icardi la musica è cambiata.

Il baricentro dei nerazzurri si è alzato, i cross avevano finalmente un punto di riferimento in area e il gol è arrivato quasi con naturalezza (cross di Jonathan e colpo di testa vincente di Nagatomo, con 4 giocatori nerazzurri nell’area genoana. Icardi si è reso subito pericoloso e gli è bastata una mezz’ora circa per cambiare la partita. A Catania, dopo un avvio in sofferenza, il 3-5-1-1 di Mazzarri ha preso le misure e ha saputo sbloccare la situazione già nel primo tempo, creando così la condizione ideale per pungere in contropiede mantenendo invariato l’assetto (arriva così il raddoppio di Nagatomo). Poi, con l’intenzione di levare pressione alla difesa, Mazzarri sostituisce Guarin con Belfodil, aggiungendo così una punta allo scacchiere. Soluzione che demolisce le residue velleità del Catania e porta l’Inter al tiro in varie occasioni, fino alla terza rete di Alvarez.

Infine, il manifesto della lettura in corsa mazzarriana: Inter-Juventus, 68’ minuto: fuori Taider, dentro Icardi e il 3-5-1-1 diventa un classico 3-5-2, con una punta pesante che fino a quel momento era mancata, privando i nerazzurri di profondità e agevolando il compito del terzetto difensivo bianconero. Neanche 5 minuti e Icardi detta l’assist vincente ad Alvarez, per la rete dell’1-0. Se è vero che Mazzarri e Conte hanno giocato a scacchi, quella dell’allenatore di San Vincenzo è stata, almeno per due minuti, la mossa da scacco matto. Per il momento è probabile che il modulo iniziale rimanga invariato, anche perché offre maggiori garanzie almeno inizialmente. Ma come da stessa ammissione di Mazzarri, una volta quadrato il cerchio non è detto che l’Inter non possa giocare persino con le tre punte. Ma dietro serve la solidità necessaria per reggerle. Work in progress, insomma.

[Redazione Fc Inter News – Fonte: www.fcinternews.it]