Juventus, Chiellini si racconta e presenta l’autobiografia

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Juventus-Inter, torna il derby d'Italia, una sfida infinita

L’ infortunio é stato un duro colpo ma gli ha permesso di poter competere per il prossimo Europeo. Servirà ancora un mese ma poi potrà tornare in campo sperando che il campionato riprenda

TORINO – Giorgio Chiellini ha presentato anche a Sky Sport la sua autobiografia, dal titolo“Io, Giorgio”, in uscita il prossimo 12 maggio. L’idea è partita in estate, sarebbe dovuto uscire per Natale ma l’infortunio ha rimandato i tempi.

Il difensore della Juventus dice di essersi messo a nudo in questa occasione. Di aver mostrato lati di sè che nessuno conosce, di averci messo il cuore e tutto se stesso. Si definisce un ragazzo perbene, grazie anche ai suoi genitori che gli hanno impartito un’ottima educazione e una cultura adeguata.

Nel libro scrive di essere un calciatore della Juventus e della Nazionale che si è tolto tante soddisfazioni. Che ha fatto un percorso bello, lungo, difficile ma esaltante, del quale va molto orgoglioso. Anche se non é ancora giunta l’ora del ritiro, ha sentito l’esigenza di mettere nero su bianco le sue esperienze.  In futuro gli piacerebbere un percorso dirigenziale, anche se non saprebbe come, dove e quando. Ma si vede comunque più in quel ruolo che in campo da allenatore. All’inizio della carriera  aveva esuberanza fisica e giocava in fascia, ma sprecava tanta energia in corse e duelli inutili. Poi ha imparato piano piano a giocare a calcio e a gestire le forze. Prima é migliorata la testa poi il resto é arrivato di conseguenza.

In merito a questo periodo si é detto orgoglioso che il gruppo della Juventus abbia capito che era il momento di tagliare gli stipendi e che sia stato il primo a farlo. Della quarantena ha apprezzato il fatto di potere essere stato a casa con moglie e figlie, cosa che forse, per via dei tanti impegni, non accadrà mai più

L‘infortunio per lui é stato un duro colpo anche perché non ne aveva mai subito così gravi. Servirà ancora un mese per tornare a giocare, a quel punto sarebbero ne saranno passati nove da quel giorno. Arriverà in ottime condizione, anche se con un anno in più, all’Europeo, che, se non fosse stato rinviato non lo avrebbe avuto tra i protagonisti. Di Mancini apprezza il fatto che sappia infondere serenità; dice poche parole ma tutte molto efficaci.

Passare allo stile Sarri non é stato facile per vari motivi: si sarebbe dovuto giocare sempre come contro l’Inter. Di Buffon ha detto che é un fratello maggiore perché hanno vissuto tanti anni insieme e ha una capacità innata di trasmettere emozioni. Pensa che il ruolo di capitano sia difficile perché lo é di per se creare il gruppo, specialmente ora che ci sono tanti stranieri.