Juventus, il punto: evitare di abbassare la guardia

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Prima regola: moderazione. Ci sarebbero innumerevoli ragioni in casa Juve per aprire le ali dell’entusiasmo e farsi trascinare dal vento dell’euforia. Ma, così facendo, il volo sarebbe breve.

Le tre vittorie conquistate contro Chievo, Fiorentina e Celtic, nel giro di 10 giorni, hanno galvanizzato ambiente e tifosi. C’è stato il ritorno al gol fisso per Alessandro Matri, al volo, d’astuzia, con e senza scarpa. C’è stato il riproporsi ad altissimi livelli di Vidal e Marchisio, motori del centrocampo bianconero, apparsi per un po’ ingolfati e ripresentatisi trascinatori micidiali.

C’è stata la scoperta della cifra morale di Peluso, convincente al debutto internazionale per tempra e senso della posizione. C’è stata l’ennesima gara senza subire reti in Champions, dove Buffon non raccoglie palloni dalla sua porta dal beffardo pari danese dell’andata, quando Beckmann diede al Nordsjaelland l’illusorio vantaggio con la punizione al 50′ (400′ di imbattibilità europea per SuperGigi).

C’è stato il nuovo vantaggio di sicurezza ottenuto in campionato, grazie al pari tra Lazio e Napoli, quest’ultimo rispedito a 5 punti. C’è stato il punto affermativo posto a fianco alla candidatura al trionfo europeo, dopo la prova di forza offerta al Celtic Park, dove era caduto il Barcellona di Messi e dove un’italiana non vinceva da 44 anni.

Applausi, congratulazioni, attestati di stima. Ed il rischio concreto di lasciarsi andare. Solo per i tifosi, però.

Perché, se un aspetto di Conte abbiamo imparato a conoscere, è che non abbassa la guardia mai. Lo abbiamo visto anche a Glasgow, dopo la rete del raddoppio: qualche istante di follia con l’esultanza sfrenata, poi subito ad urlare per tenere su la squadra. Pochi minuti ed è giunta la terza rete, firmata da Vucinic ma di fatti confezionata da lui.

Moderazione, dunque: da preservare nella gioia di ora, come fatto nella difficoltà di qualche settimana fa. Moderazione che servirebbe anche a chi giudica. Per tanti, in 10 giorni, la Juve è passata da formazione in crisi di risultati a possibile vincitrice della Champions; Matri si è trasformato da peso morto a punto fermo irrinunciabile; Peluso si è evoluto da giocatore non all’altezza a ragazzo di «carattere notevole».

Né depressi prima né esaltati ora, come insegna Conte: la moderazione prima di tutto.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]