Juventus-Inter 2-0: errori pagati a caro prezzo

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La solita, vecchia Inter. Anche ieri sera, nella sfida più importante del periodo, vuoi per il peso storico-politico, gli uomini di Claudio Ranieri sono usciti sconfitti, al cospetto di una Juventus sì organizzata, sì atleticamente meglio preparata, ma non così trascendentale da poter dire che fosse una gara già persa in partenza. E dire che l’Inter del primo tempo non si era fatta disprezzare, grazie a un buon atteggiamento tattico (si è sofferto il giusto dietro) e alla freschezza di Andrea Poli e Joel Obi, bravissimi nel tenere sempre alto il ritmo al centrocampo, contrastare e ribaltare l’azione. A loro si è aggiunta la voglia di alcuni “vecchietti” come Milito (pericoloso in diverse occasioni), Maicon e Zanetti, vogliosi e redivivi.

Ma l’Inter, per poter portare a casa punti da Torino, avrebbe dovuto fare la gara perfetta, una gara senza sbavature. Il gol di Caceres, viziato da una mancata marcatura su un corner di Pirlo, è stata la punizione massima al primo grossolano errore della gara. La squadra, subito il gol, è apparsa assente, come se fosse uscita dal terreno di gioco, incapace di poter mettere in mostra una reazione seppur minima. Chiaro che l’età, per certi elementi, è ormai avanzata, ma alle mancanze fisiche e di anagrafe, si sopperisce benissimo con l’orgoglio (guardare Del Piero per credere) e con la reazione mentale, caratteristica principale degli anni dei successi ma ora qualità che ad Appiano non è più di casa.

Claudio Ranieri ci mette però anche del suo. La lacuna, forse più grande, di un tecnico preparato e navigato con il testaccino, è forse quella della carica agonistica, virtù fondamentale di un condottiero portoghese che vinse tutto non meno di due anni fa. L’espressione “Ci abbiamo provato, pazienza”, non è certo quella tipica di una squadra che gli scorsi anni ha vinto tutto contro tutti e che ancora credeva nell’ultimo colpo di coda, sotto forma di qualificazione in Champions League tramite il terzo posto. Se Ranieri non ci può fare nulla dal punto di vista dell’errore mortifero (costante di quest’annata), di certo dovrebbe pungolare di più lo spirito di questi campioni, senza proteggerli a oltranza.

Perché anche i nostri amati campioni di cose sbagliate ne hanno fatte e anche a bizzeffe. Errori tecnici, di posizione e individuali che hanno contribuito ad affondare sempre di più un debole vascello, esposto a bufere in mare aperto. Agli errori, ricollegandoci a quanto detto prima, non sono seguite poi quelle reazioni veementi tipiche degli anni passati, quando, fosse stata l’Atalanta o fosse stato il Barcellona, gli avversari venivano sommersi da valanghe di gol. In questo caso, il problema è soprattutto di natura mentale e non più fisica.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]