Juventus, meno debiti e più futuro: la rivoluzione parte dal CdA

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campo juventus

TORINO – Il 26 settembre a Torino non sarà un giorno come gli altri. Alla Continassa andrà in scena un consiglio di amministrazione destinato a segnare una tappa fondamentale nella storia recente della Juventus. Sul tavolo non ci sarà soltanto il bilancio dell’annata 2024/25, ma anche le basi per la costruzione di un nuovo corso societario, con volti nuovi e decisioni strategiche che guardano al futuro.

Il club bianconero si prepara a presentare conti meno drammatici rispetto alla voragine del 2023/24. Dopo il record negativo di -199 milioni, il bilancio al 30 giugno 2025 dovrebbe chiudersi con una perdita attorno ai 40-50 milioni. Non una buona notizia in senso assoluto, certo, ma comunque un segnale di stabilizzazione.

A incidere sul risultato sono state le turbolenze sportive di una stagione che ha visto la Juve fermarsi ai gironi di Champions, con un mancato introito da 13 milioni, e l’esonero di Thiago Motta, costato circa 10 milioni. Tuttavia, i conti hanno trovato ossigeno da altre voci: i premi FIFA per il Mondiale per Club, più ricchi del previsto, i nuovi sponsor di maglia e soprattutto una sessione di mercato estiva con saldo positivo per 35,4 milioni.

Il CdA del 26 settembre non sarà solo un appuntamento contabile, ma anche il punto di svolta dirigenziale. Tutto porta all’ufficializzazione di Damien Comolli come nuovo amministratore delegato. Il dirigente francese, arrivato a Torino in estate, ha già messo mano alla strategia tecnica e finanziaria del club, inaugurando la campagna acquisti con equilibrio e un occhio ai bilanci.

Accanto a lui potrebbe salire di grado un simbolo della Juventus del passato e del presente: Giorgio Chiellini, già Director of Football Strategy, destinato a entrare nel CdA come ulteriore figura di raccordo tra campo e scrivania. Allo stesso tempo, si avvicina il passo d’addio per Maurizio Scanavino, l’uomo chiamato a gestire la transizione negli ultimi mesi e ora atteso a un nuovo incarico all’interno della galassia Exor.

Sul piano tecnico-finanziario resta un nome che incombe: Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo, in scadenza 2026, pesa sul bilancio per circa 42 milioni tra stipendio e ammortamento. Una cifra che ha reso evidente la necessità di una riflessione: venderlo sì, ma non a tutti i costi. E soprattutto non a rivali dirette in Italia.

Se da un lato questa scelta rappresenta un rischio economico — il rischio di perderlo a parametro zero — dall’altro testimonia la linea di Comolli: nessun favore agli avversari, nessuna mossa che possa compromettere il futuro sportivo della squadra.

Il CdA di venerdì sarà quindi il primo passo concreto verso una Juventus diversa: più sobria nei conti, più internazionale nella governance, più attenta al valore strategico delle proprie decisioni. L’aumento di capitale da 110-120 milioni, con Exor già in prima fila, resta un tema sullo sfondo e potrebbe essere deliberato almeno in parte.

Il futuro è già tracciato: dal 2026 la società libererà circa 60 milioni di costi a bilancio con le uscite di Vlahovic, McKennie e Kostic, aprendo margini enormi di manovra. Un respiro che servirà per consolidare i ricavi (oggi attorno ai 450 milioni annui) e restituire al club la forza di competere al massimo livello europeo.

Il 26 settembre potrebbe dunque essere ricordato come l’inizio della “nuova era Comolli-Chiellini”, un ponte tra stabilità finanziaria e ambizione sportiva. La Juventus volta pagina, con lo sguardo puntato a un futuro che non vuole più essere zavorrato dai debiti, ma rilanciato dalla programmazione.