Juventus: questione di fiducia

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logo-juventusÈ tutta una questione di fiducia. Perché sentire la fiducia aumenta l’autostima e l’autostima genera energie, che portano risultati. La Juve che annaspava prima di due stagioni fa, era una squadra nella quale nessuno credeva in nessuno. Ciò che è cambiato, condizione necessaria perché “Madama” tornasse a vincere, è appunto la fiducia, adesso riposta in tutti quelli ritenuti parte del progetto.

A partire da Antonio Conte, naturalmente. «La Juventus come società e i ragazzi che alleno, hanno sempre creduto in me fin dal primo giorno. E continuano a farlo: hanno capito le mie idee e per questo vinciamo. È questo il riconoscimento più importante che sento ogni giorno». Così ha parlato il tecnico salentino, a margine della cerimonia con cui gli è stato conferito il premio “Viareggio Sport”.

«Sono veramente molto contento di essere premiato nella città di allenatori importanti come Marcello Lippi ed Eugenio Fascetti. Per me è motivo di grande soddisfazione, perché per me sono stati dei maestri di vita e di calcio». Del rapporto con il neo campione asiatico, ne parlano ampiamente annuari di premi e statistiche. Di quello con l’ex guida del Bari, invece, poco se ne è parlato. Ma Conte lo evoca per un parallelismo (un po’ azzardato, in verità) con Paul Pogba: «Mi rivedo in lui: anche io debuttai giovanissimo nel Lecce, grazie a mister Fascetti».

Questione di fiducia, quindi. Stesso discorso per Fernando Llorente. A settembre, c’era chi lo vedeva in partenza. A settembre, un giornale sportivo italiano titolava “È solo bello?”. A settembre, le panchine erano più dei minuti giocati. Ma nessuno, nell’ambiente bianconero, ha pensato di metterne in dubbio qualità e valore. Questo ha tenuto Fernando al riparo dalle critiche esterne, questo gli ha dato lo slancio per riacquistare sicurezza e dare il suo contributo. «Sono contento di essere tornato – ha dichiarato lo spagnolo rientrato in Nazionale – Non c’è stato niente di facile nell’anno che ho vissuto, ma è stata una scelta giusta perché ho firmato per una grande squadra che mi aiuterà a crescere molto. Adesso va meglio, ma il bello deve ancora venire: devo ancora giocare un po’ per poter essere al top».

I tifosi gongolano. I tifosi, però, minacciano. Secondo indiscrezioni, gli ultras bianconeri sarebbero pronti a mettere in atto uno sciopero silenzioso del tifo in occasione del delicatissimo match che la squadra di Conte giocherà contro il Copenaghen. Alla frangia più calda del tifo juventino non sarebbe piaciuta la mancata reazione della società alla decisione del Giudice sportivo di squalificare le due curve dello Stadium per cori discriminatori (reiterati). Inoltre, gli ultras non avrebbero digerito l’idea del club di riempire il settore chiuso con i bambini delle scuole calcio nelle prossime due sfide casalinghe di campionato contro Udinese e Sassuolo. Ma qualcuno dimentica che la fiducia va data, sì, ma anche meritata.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]