Kakà: “Voglio lasciare un segno nella storia”

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logo-milanRicardo Kakà ha parlato in sala conferenze nel post-partita di Milan-Atalanta.

“Non so bene come spiegare l’emozione… 101 gol…se penso a quello che ho fatto…sono tanti. É molto bello, sono contento di essere accostato a un campione come Rivera e di far parte della storia. L’emozione più forte? É difficile scegliere, ogni gol ha la sua emozione. Aspettavo questa rete da un po’ di partite, è arrivata proprio nella prima partita dell’anno. É un’emozione pazzesca. Tutte le volte che sento quel coro (Siamo venuti fin qua…’, ndr) per me è un’emozione diversa, sento che viene dal cuore dei tifosi, è una carica e una motivazione in più. Sentirlo oggi due volte è stato un bel inizio di 2014; speriamo di finire l’anno altrettanto bene. Nell’attesa di un gol c’è sempre un po’ di ansia.

Mondiale? Ci sono diversi mesi e dovrò lavorare. Non ho mai pensato di essere un giocatore finito ma di fare la mia parte. So che sono stato sotto il mio livello ma ho sempre lavorato per cercare di fare qualcosa di diverso. Anche a Madrid mi sono sempre comportanto da professionista, poi le cose sono andate bene e male. Dove voglio arrivare? Andare subito a 101 gol è molto meglio; io penserei al 200° ma pensiamo al 110° (ride, ndr). Voglio lasciare un segno nella storia. Cercherò di essere un esempio per i nuovi giocatori, poi dove arriverò ce lo dirà la storia. Spero che mio figlio quando capirà meglio quello che sta succedendo, vedrà che il papà è diventato un giocatore importante, ma per lui anche il papà migliore del mondo.

L’SMS di Ancelotti? Non l’ho ancora visto. La maglia dei 100 gol era in panchina già da quattro partite. L’esordio di Cristante? Non era facile, è stato molto bravo, ha avuto personalità. L’ho abbracciato quando ha segnato, è bello vedere in prima squadra giocatori che arrivano dal settore giovanile del Milan. La barba? É nata così, per cambiare un po’. Se non fossi andato via? L’esperienza di Madrid a livello personale è stata molto bella, anche se le cose a livello calcistico non sono andate come volevo io. Ho dovuto avere tanta pazienza e tanta fede, motivarmi che non ero finito. La storia è bella anche così: sono andato via, sono tornato e posso fare ancora tante cose belle con questa maglia. Honda? L’ho incontrato ieri a Milanello, l’ho visto felice di essere al Milan. Siamo contenti che sia con noi, potrà darci una mano soprattutto tecnicamente. Ha un buon tiro, può portare tante cose buone. Il suo ruolo? Io lo vedo come un centrocampista avanzato, un trequartista. É molto tecnico e intelligente, il mister troverà il modo di farlo adattare più velocemente possibile. Siamo contenti che molti tifosi giapponesi da oggi tiferanno Milan”.

[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]