Klose e Cisse non pungono e la Lazio non segna. Prima vittoria all’Olimpico rimandata

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ROMA – Il senso di una stagione che se ne va, una domenica di mezzo autunno, un nuovo inizio. C’è chi si sveglia presto a Roma, chi segue le orme del Tevere per raggiungere lo stadio, chi spera e chi ama. La domenica di Lazio-Palermo è la domenica della prima verità, quella che ogni tifoso biancoceleste vorrebbe coincidesse con il volo vincente di Olympia – e della Lazio – in campionato. I palleggi di Klose, lo sguardo fiero di Cisse, tutte le attese sono confermate. La coppia gol è titolare sul rettangolo verde, si alzano i cori. Ad un’ora dalla partita l’atmosfera già è calda, l’undici biancoceleste acclamato sotto la curva appena sceso in campo sfila in passerella sotto il settore più caldo della tifoseria. Reja continua con il 4-1-3-2, un modulo richiesto e condiviso. Sarà la prima da titolare per Lorik Cana, tutto è pronto.

La Lazio scalda i motori e mantiene il possesso palla – Trenta minuti per studiarsi, trenta minuti per gestire il possesso palla ed organizzare la manovra. La squadra biancoceleste nella prima parte di gara prende le misure del campo, lascia poco spazio al contropiede e cerca di dipanare la matassa tattica abilmente costruita dal tecnico del Palermo. Quella rosanero è una formazione molto ben studiata, esperienza nei punti nevralgici del campo e velocità sugli esterni dove serve corsa e spinta. Poche le azioni degne di nota, se non fosse per qualche tocco delizioso di Klose che si fa apprezzare nei movimenti, sia con, che senza palla. Leggermente contratto Cisse, sul quale è sempre abile a chiudere Silvestre, il centrale ex Catania rincorso in estate da Lotito. Bisogna aspettare il 36esimo del primo tempo per registrare la prima vera azione pericolosa della squadra siciliana: ottimo contropiede di Hernandez che arriva al tiro, ma è bravo Marchetti in tuffo. La prima frazione si chiude con due ammonizioni per parte, Cana nella Lazio e Migliaccio nel Palermo.

Risultato che non si sblocca – Al rientro dagli spogliatoi Reja lascia sotto la doccia proprio un titubante Cana, per inserire la corsa e l’esperienza di Christian Brocchi, ma il copione non cambia, sono sempre i biancocelesti a fare la partita con Klose a creare scompiglio nella difesa palermitana. Al 12esimo il bomber tedesco si libera bene in area piccola e solo la scivolata di Silvestre evita la battuta a rete. Al ventesimo del secondo tempo la partita è ancora bloccata, ci pensa Hernanes a dare la scossa con un calcio di punizione dai trenta metri sul quale però è attento Tzorvas. Passano due minuti ed è ancora il brasiliano l’uomo più pericoloso: uno due al limite dell’area con Klose e Tzorvas si supera di nuovo. Dopo una manciata di minuti però Reja lo sostituisce per Sculli ridisegnando una modulo con il 4-3-3.

Prima vittoria all’Olimpico rimandata – A dieci minuti dalla fine vince ancora l’equilibrio, i biancocelesti iniziano ad accusare la stanchezza, il centrocampo fatica a fare filtro e Diakitè e Dias sono chiamati ad un super lavoro. Rocchi e Kozak si scaldano a bordo campo ma non entreranno mai perché a due minuti dalla fine è ancora Cisse a far tremare la difesa palermitana con un destro al volo sul quale è tempestiva la risposta di Tzorvas, sicuramente tra i migliori in campo. Dopo due minuti di recupero Gervasoni manda tutti sotto la doccia, sancendo il primo zero a zero della stagione per la truppa di Reja. Il tecnico friulano alla vigilia della gara aveva predicato calma e pazienza, ma la troppa attesa ha rimandato la prima vittoria casalinga davanti al pubblico biancoceleste. Dagli spalti piovono applausi, ma anche qualche fischio. Le punte di diamante laziali non hanno inciso e quando non segnano loro la squadra è spaesata. Il sintomo di questa formazione è che quando i singoli non fanno la differenza si fatica a trovare un gioco di squadra. C’è ancora molto da lavorare.

[Alessio Aliberti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]