La chiave tattica di Sassuolo-Milan 4-3

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logo-milanSassuolo-Milan finisce con un terribile 4-3 a favore dei padroni di casa e i rossoneri toccano il fondo a causa di una prestazione assolutamente inaccettabile da tutti i punti di vista.

Il Milan scende in campo con il consueto 4-3-2-1, confermando quasi in toto la formazione che ha sconfitto l’Atalanta nell’ultimo turno di campionato: gli unici cambi riguardano Bonera al posto di Mexes (probabilmente perché ritenuto, sulla carta, più adatto a fronteggiare la velocità di Berardi, ma la partita dirà il contrario) e Balotelli al posto di Matri.

Il Sassuolo si presenta invece con un 4-3-3 che vede subito in campo al centro della difesa il nuovo acquisto Ariaudo e, in attacco, un tridente composto da Ziegler, Zaza e Berardi.

Le squadre iniziano affrontandosi a viso aperto: gli emiliani si affidano alle giocate in velocità di Berardi, che mette subito in difficoltà la difesa del Milan; il Milan invece punta – in modo quasi ossessivo – sugli inserimenti in verticale di Nocerino e Cristante, mentre Robinho e Kakà si posizionano sulla sinistra e provano a creare superiorità numerica dialogando nello stretto. La strategia del Milan sembra inizialmente funzionare: dopo nemmeno dieci minuti arriva il primo gol dei rossoneri, grazie a un pallone recuperato da De Jong quasi al limite dell’area avversaria e servito a Robinho, che segna dopo una percussione sulla sinistra. Quattro minuti dopo è invece Cristante a recuperare un pallone sulla trequarti e a servire in area Balotelli che segna la rete del 2-0.

Sembra tutto in discesa per il Milan, ma il doppio vantaggio “spegne” gli uomini di Allegri: su un pallone servito in diagonale nell’area rossonera (una giocata abbastanza semplice da leggere), i centrali rossoneri rimangono immobili e consentono a Berardi, sul filo del fuorigioco, di superare Abbiati indisturbato. Il gol del Sassuolo traumatizza definitivamente il Milan, che perde qualsiasi equilibrio e prova a portarsi in attacco allungandosi senza però riuscire a rendersi pericoloso né a tenere palla in attacco. Nonostante sia ancora in vantaggio, la squadra si sbilancia troppo e un errore di Bonera dà il via a uno strano contropiede al termine del quale Berardi pareggia i conti.

Il Milan continua ad attaccare ma le idee sono sempre più confuse e, poco prima della fine del primo tempo, arriva il clamoroso terzo gol del Sassuolo: questa volta gli emiliani riescono a trasformare una rimessa dal fondo a proprio favore in un contropiede letale che porta Berardi a segnare la sua personale tripletta. Si va negli spogliatoi, il Milan sembra alle corde dal punto di vista psicologico e impotente dal punto di vista tattico.

Chi si aspetta un Milan diverso al ritorno in campo dopo l’intervallo rimane deluso: dopo soli tre minuti il Sassuolo trova il quarto gol grazie ad una difesa rossonera ancora incapace di fermare Berardi che apre sulla fascia sinistra e si porta al centro dell’area per ricevere il cross di Kurtic e concludere in porta.

Allegri prova a dare una scossa inserendo Montolivo e Pazzini per Nocerino e Cristante. Si tratta di un cambio radicale: escono le due mezze ali che erano alla base del gioco rossonero nel 4-3-2-1 e si passa ad un totalmente diverso 4-2-3-1, con Kakà e Robinho sugli esterni e Balotelli dietro a Pazzini. La squadra così è più equilibrata ma, in fase offensiva, è più statica: Robinho esce dal gioco e Balotelli, in quella posizione, è “disinnescato” perché circondato dagli avversari. Ci si affida così alle incursioni palla al piede di Montolivo e a qualche discreta giocata di Honda (nel frattempo entrato al posto di Robinho). Il forcing dei rossoneri è poco lucido e, come spesso è capitato in questa stagione quando ci si è trovati a dover rimontare, guidato più dall’improvvisazione che da schemi e gioco ragionato. Nonostante questo il Milan colpisce due legni (prima un palo con Honda e poi una traversa con Pazzini) e segna un gol con un tiro da fuori di Montolivo.

La gara si chiude così sul 4-3 per il Sassuolo, un risultato pesantissimo per il Milan ma soprattutto una prestazione assolutamente inaccettabile dal punto di vista tecnico, tattico e caratteriale, ben peggiore delle (molte) altre prestazioni negative di questa stagione. Proprio il fatto che non si tratti di un caso isolato, ma che da tempo la squadra continui a mostrare gli stessi difetti (mancanza di gioco, difficoltà nell’avviare le azioni, sofferenza sull’aggressività degli avversari, giocatori fuori ruolo o in costante involuzione, totale assenza di grinta, ecc.) senza riuscire mai veramente a risolverli, ha probabilmente portato la società ad effettuare nella notte valutazioni approfondite sulla guida tecnica, culminate con la decisione, abbastanza scontata (ma forse addirittura tardiva), di sollevare Massimiliano Allegri dall’incarico di allenatore della prima squadra.

[Federico Giuffrè – Fonte: www.ilveromilanista.it]