Lazio-Juventus 0-2: doppio Vidal, bianconeri inarrestabili in campionato

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logo-lazioTrionfa la Juve che mette le mani sullo Scudetto numero 29 della sua storia e affossa anche le residue speranze biancocelesti di arrivare al tanto agognato piazzamento Champions. Ci pensa Vidal, nel primo tempo, a coronare una superiorità netta della squadra di Conte soprattutto a centrocampo, dove il cileno e Pogba vivono una serata di grazia e Marchisio –spostato in posizione di rifinitore- è intelligente nel non dare punti di riferimento e quindi ad aprire la difesa biancoceleste ai tagli di Vucinic e agli inserimenti dei compagni di reparto. La Lazio ci mette cuore, soprattutto nei primi minuti e poi nella ripresa, ma non basta per scalfire la macchina da guerra juventina. Senza sette elementi, ed almeno cinque titolari, Petkovic deve reiventare la difesa e affidarsi a giocatori in precarie condizioni (Mauri, Hernanes e Gonzalez) o reduci da lunga inattività (Stankevicius), la conseguenza è un primo tempo in cui la Juventus dà la sensazione di poter spegnere senza troppi patemi le velleità della Lazio e colpire, poi, al momento opportuno. Il successo della Juve chiude il discorso scudetto e riduce quello Champions a una lotta tra Milan e Fiorentina. Per la Lazio, ora, l’obbligo è difendere il quinto posto e il conseguente accesso alla prossima Europa League.

FORMAZIONI – “Stavolta difficilmente sbaglierete la formazione”. Aveva scherzato Petkovic alla vigilia, ironia amara dettata da un’emergenza mai vista in stagione: sei difensori assenti a causa di infortuni e squalifiche e ben cinque primavera in panchina. Il tecnico di Sarajevo, allora, rilancia Stankevicius sull’out mancino con Gonzalez a destra e la coppia Cana-Ciani in zona centrale. In avanti c’è Klose dal 1’ con Mauri e Candreva a supporto. Conte risponde cambiando la sua Juve e affidandosi a un “inconsueto” 3-5-1-1 nel quale Marchisio è il rifinitore alle spalle di Vucnic. Peluso sostituisce l’infortunato Chiellini.

PRIMO TEMPO – Troppo forte la Juve per una Lazio comunque volenterosa. Le reti di Vidal sono il sugello a 45’ di organizzazione e intensità. Bravo Conte a optare per il modulo a una punta, perché Marchisio è abilissimo a muoversi tra le linee e spaccare in due la difesa biancoceleste. Ledesma viene risucchiato dal movimento di Pogba e Vidal e allora il centrocampista azzurro ha vita facile nell’inserirsi e creare scompiglio nella retroguardia laziale. Eppure la Lazio era partita bene, soprattutto grazie alla spinta di Candreva e alla mobilità di Onazi in mezzo. La Juve ha aspettato e colpito alla prima occasione: incursione di Vucinic nel cuore dell’area e fallo sciocco, quanto netto, di Cana. Dal dischetto Vidal è glaciale e realizza. La Lazio ci prova, ma la Juve domina a centrocampo dove Vidal e Pogba vincono ogni duello e regalano costante superiorità numerica.

Al 19’ è ancora Juve con Vucinic che, sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Pirlo, chiama Marchetti al grande intervento. Barcolla Lazio che, però sfiora il gol con Cana al 24’, ma l’albanese davanti a Buffon non trova l’impatto con il pallone. Il pericolo corso non spaventa la Juve che prima sfiora il raddoppio con il solito Vidal (bravo Ciani a chiudere dopo un errore di Stankevicius) e poi lo trova sempre con il cileno che sfrutta un errore collettivo della difesa di casa e beffa Marchetti in uscita. Il risultato è netto ed è lo specchio di quanto visto nei primi 30’. La Juve è squadra, gioca a memoria, ha fame inesauribile. La Lazio accusa il doppio schiaffo, non riesce più a trovare sbocchi sugli esterni, perché Lichtesteiner e Asamoah non lasciano che le briciole a Mauri e Candreva. Klose è isolato, non trova mai lo spazio per far male e allora l’unico squillo laziale arriva da Candreva che su punizione impegna Buffon.

SECONDO TEMPO – Petkovic capisce le difficoltà della Lazio e a inizio ripresa cambia: fuori Mauri ed Hernanes (male entrambi), dentro Ederson e Kozak con conseguente passaggio a una sorta di 3-4-3. La rivoluzione tattica sembra portare qualche beneficio perché i biancocelesti sono più intraprendenti e sfiorano il gol con Ciani che, di testa, impegna severamente Buffon. La Juve risponde con una punzione velenosa di Pirlo, Marchetti respinge e sul tap-in Marchisio si divora il gol dello 0-3. Un favore che Kozak restituisce poco dopo: il ceco, imbeccato da Ederson, impatta male il pallone con la testa e grazia un Buffon ormai arreso al peggio. La Juve prova a gestire il vantaggio e a far male in ripartenza. Conte lancia Padoin al posto di Lichtsteiner, mentre Petkovic è costretto a rinunciare a Ledesma –infortunato-  e concede l’occasione dell’esordio a Luca Crecco.

Ci prova la Lazio, ma le forze non sono quelle dei giorni migliori, complici le tante partite ravvicinate e le tante assenze. Ederson porta freschezza nella manovra, ma i bianconeri si chiudono bene e trovare spazi diventa impresa ardua. Con il passare dei minuti la partita scende di tono, anche perché i biancocelesti allentano la pressione e la Juve ha tutto l’interesse a non forzare e allora i cambi di Conte –Quagliarella per Vucinic e Giaccherini per Marchisio- diventano le uniche note di un finale tranquillo, nel quale Klose, a 10’’ dal termine, prova a regalare almeno il gol della bandiera ai suoi. Vince la Juve e lo fa d’autorità, avvicinandosi sensibilmente al suo secondo scudetto consecutivo.  La Lazio cade, continua nel suo girone di ritorno avaro di soddisfazioni e si vede agganciata anche dalla Roma. Decadono, dunque, anche le ultime speranze di agguantare il terzo posto, mentre la lotta per un piazzamento in Europa League si fa sempre più ardua.

[Marco Valerio Bava –