Lazio-Milan 3-2: un tempo da sogni, il secondo da rivedere

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Il Diavolo arriva all’Olimpico, sommerso da un derby perso, 7 punti in classifica alla stregua di Bologna e Pescara. Per la Lazio niente puzza di zolfo: zone alte, aria cristallina, terzo posto in condominio con l’Inter. Il cielo in uno stadio pieno, biancazzurro da tempi andati, striscioni Irriducibili e bandieroni, un coro immenso nella notte di Roma.

Petkovic manda in campo la migliore Lazio, compreso Gonzalez, tornato in volo intercontinentale giovedi, meno uno, il numero 1: out Marchetti, a difendere i pali è Bizzarri. Allegri fa sue le rimostranze di Nocerino, e ritorna all'”Albero di Natale” che ha fatto la sua fortuna: De Jong, Nocerino e Montolivo mezzale, El Shaarawy e Boateng dietro Pazzini.

Primo sussulto che sa di inferno: De Jong lascia partire un destro rasoterra che lambisce il palo alla destra di Bizzarri. Undici minuti e Nocerino si fa ammonire da Tagliavento per una zampata su Candreva, imitato immediatamente da Dias: anche il difensore brasiliano finisce sul taccuino dei cattivi. Lazio in costante proiezione offensiva nei primi 20′ di gioco, il Milan rimane rintanato, il piccolo Faraone e Pazzini pronti  a graffiare.

Al 25′ è il cielo a fare irruzione nel match: doppio passo di Hernanes, il Profeta lascia partire un sinistro potente, deviato da Bonera, che si insacca deliziosamente alle spalle di Bonera. La terra trema, il cielo ha il suo preferito, il suo profeta, La Lazio passa, il cielo in uno stadio, il boato che scuote l’atmosfera, ma il Milan non ci sta: El Shaarawy si trova solo di fronte a Bizzarri, rasoiata che batte il portiere, ma non Dias. Il centrale brasiliano salva la porta con una scivolata disperata, ed esulta come se avesse segnato un gol. Hernanes è divino: il Profeta illumina la notte con giocate paradisiache, emozioni di palla e piedi, unite in legame indissolubile ed eterno. Ammonito Yepes al 35′ per un tocco duro su Klose: il tedesco ancora non è salito in cattedra.

Al 41′ è ancora paradiso: Candreva prende palla sulla trequarti, decentrato sotto la Tribuna Monte Mario, lascia partire un sinistro-gioiello, che supera Amelia, non immune da colpe, e scatena le urla deliranti dell’Olimpico, un coro angelico per i giocatori in campo: Milan annichilito, sguardi vitrei, l’arbitro rimanda negli spogliatoi il Paradiso e il baratro infernale, odor di crisi e zolfo. 

Tagliavento rispedisce in campo le squadre, e la Lazio piazza il terzo colpo: sale in cattedra Klose, al 49′. Il cross di Candreva è delizioso, ma la punta tedesca è troppo sola, troppo libera, troppo forte per sbagliare. Il suo piatto de Dios è urlo e melodia celestiale, per il Milan è la condanna alle polemiche del post, alle recriminazioni: è inferno per il Diavolo. Entra il Papero Pato, esce Nocerino, dalla destra cominciano a partire qualche cross, prima Pazzini, poi Pato cercano disperatamente la porta. Minuto 58′, out Mauri e dentro Cavanda. Il fotogramma del match è tutto nel contropiede del Milan, fermato agevolmente, con Hernanes in profondo ripiegamento, posizione: terzino destro. Al 60′ il Milan passa, punizione dalla destra tagliata e rasoterra, De Jong devia in rete.

Dieci minuti ed è ancora la Lazio a bussare: Candreva mette in mezzo, Lulic appoggia per Hernanes, sassata del brasiliano, Amelia non trattiene ma nessuno riesce a ribadire in rete. Entra Lorik Cana per Gonzalez, esausto. Il Milan si affida alle giocate di Emanuelson, per il resto è spento, poco ispirato, finchè non si accende il Faraone: El Shaarawy si accentra, lascia partire un rasoterra velenoso, e il Milan si avvicina pericolosamente ad una Lazio all’improvviso timorosa, timida, spaventata. Sale l’incitamento della bolgia rossonera, il Diavolo torna prepotente in gara. Al 83′ gradito ritorno per tutte e due le tifoserie: entra Brocchi al posto di Candreva, 2 minuti più tardi Allegri prova il tutto per tutto, dentro Bojan Krkic per Antonini. Rossoneri a trazione anteriore, 4-2-4.

Primo tempo Paradiso, secondo tempo da rivedere con calma per gli uomini di Petkovic: calo fisico e mentale che rimette in carreggiata il Diavolo spacciato o quasi, complici due episodi: un calcio piazzato e una deliziosa giocata del Faraone. Quattro minuti di recupero, brividi di panico, ma la Lazio si candida di prepotenza a terza incomoda del campionato. Una Lazio di cielo e sofferenza, e che sia sempre cosi lo voglia il cielo. L’ha voluto il cielo, e il Diavolo è battuto.

[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]