L’ennesimo capolavoro di Mazzarri: la squadra gioca a memoria ed è capace di soffrire

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L’avevano sognata proprio così la serata dell’Etihad i tifosi del Napoli, memorabile e già di diritto nella storia del club perchè la squadra di Mazzarri, malgrado la pelle d’oca per la musichetta Champions, si è lanciata sulla partita e sull’avversario milionario con un coraggio da veterani, sfiorando un’impresa che forse ai punti avrebbe anche meritato. Il City, corazzata degli sceicchi ricca di assi, di granatieri come Dzeko e Yaya Tourè e di fini dicitori come Silva e Nasri può far paura ma il Napoli che azzanna senza alcun timore reverenziale è l’orgoglio della sua gente: difende a denti stretti, concede poco campo e schizza in contropiede facendo tremare gli inglesi.

È una squadra che sa cambiar pelle quella di Mazzarri ma che ha soprattutto anima e cuore da leoni: nella serata in cui la difesa, impeccabile con il sacrificio di Cannavaro, Aronica e di un superbo Campagnaro, è presa di mira dal talento degli avversari, la mediana azzurra sfodera una prestazione da incorniciare. Inler mette da parte goniometro e compasso per blindare con raddoppi puntuali i compagni in difficoltà, Gargano è un motorino inesauribile che bracca da segugio mordendo i portatori di palla, andando a contrastare Yaya Toure, autentico re del centrocampo, raddoppiando su Aguero, contrastando Silva, rincorrendo Nasri. A beneficiarne di tanto sacrificio è tutto il Napoli che non dimentica il credo del proprio allenatore: giocare sempre e comunque per provare a vincere. Maggio è una scheggia impazzita che arma le ripartenze più pericolose senza risparmiarsi, Zuniga gli offre valide alternative a sinistra in attesa del segnale, di quel primo cazzotto che faccia barcollare l’avversario di rango. E a rifilarlo, nel momento migliore dei Citizen, è Lavezzi, il condottiero di questo Napoli sfrontato che non trema per il blasone o i nomi degli avversari. Il Pocho ha vinto il duello argentino con Aguero. È stato più insidioso e vivo del Kun con buona pace di Maradona. Dalla traversa ad Hurt battuto è tutta un’altra storia: il crescendo partenopeo passa dai piedi di Hamsik e dalla stoccata di Cavani che ritorna Matador nell’unica vera occasione capitatagli.

La vittoria sfuma solo per una prodezza di Kolarov con De Sanctis incolpevole ma il dato dell’Etihad è incontrovertibile: Mazzarri ha firmato l’ennesimo capolavoro e può oggi contare su una squadra che gioca a memoria, che sa soffrire ma che ha anche a disposizione i fendenti, che non lasciano scampo, quelli del ko. L’importante è non fermarsi, tenere alta la concentrazione, vivere finale per finale la stagione più avvincente ed imprevedibile del corso De Laurentiis: il presidente sorride, il suo Napoli cosmopolita non vuole smettere di volare. E nella notte di Manchester l’operazione Milan è già scattata con una conferma che viene dal cuore: questa squadra è perfetta espressione di ciò che vuole la sua gente. Si vinca o si perda, venga o meno il risultato, il Napoli lotta a viso aperto, senza nascondersi, correndo e tanto: senza gradi o gerarchie perchè solo così si può sopperire al gap imposto da imprenditori milionari. E allora, avanti Napoli, la prossima vetta da scalare non fa paura: hai testa, gambe e cuore per continuare a strabiliare.

[Silver Mele – Fonte: www.tuttonapoli.net]