Cinquecento sfumature di Re Messi V – Il genio del calcio

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lionel messi

Il numero 10 del Barcellona ha messo a segno la cinquecentesima rete con i Blaugrana nell’occasione più importante, nel Clasico

MADRID – Il soprannaturale si manifesta nel modo più inaspettato e terrificante possibile. Spaventa perché non può essere spiegato con la semplice razionalità ma va oltre le capacità cognitive del cervello di ognuno di noi. Ogni legge fisica viene messa in dubbio, frantumata e riposta in cantina come se fosse la cosa più naturale del mondo e invece non lo è. Il soprannaturale spaventa e come, arriva come un fulmine a ciel sereno e nella maniera più cinematografica possibile in modo che quella istantanea dovrà rimanere li per sempre, negli occhi e nelle psiche di chi non riesce a trovare spiegazioni a quello che ha visto.

IERI SERA L’ENNESIMO CAPOLAVORO DI MESSI

L’ennesima manifestazione soprannaturale si è avuta ieri a Madrid in una bollente notte di Aprile in cui tutto può essere messo in dubbio, tutto può cambiare e c’è solo una persona in questo universo che può stravolgere il tutto, creare caos e seminare il panico: Leo Messi.

Lo sguardo vitreo, mirato ad osservare uno per uno i tifosi Madridisti in silenzio, il segno della croce, il volto da pugile che, nonostante le ferite sul volto, lotta e vince l’incontro da solo rimanendo con la maglia in mano dispensando misticità in uno degli stadi più imponenti nel mondo. Uno stadio che farebbe paura a chiunque ma non a uno che ieri, con due reti, è arrivato a toccare quota cinquecento reti con la stessa maglia, sempre dalla stessa parte, sempre con quei colori in 577 presenze.

A TACERE OGNI CRITICA

Non esistono più aggettivi per descrivere la Pulga ma al contempo non basterebbe un libro per narrarne le imprese e i colpi di genio del giocatore che, più di ogni altro, ha reso e continua a rendere il calcio un’arte e non una disciplina sportiva. Lo si vede dall’eleganza nei movimenti, dalle geometrie e dalle autostrade che solo i suoi occhi e il suo cervello possono capire, sentire e vedere.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito a dialoghi, post e ogni altra cosa mirata a sminuire Messi da parte di chi il calcio non lo conosce per nulla. Parole, parole e ancora parole buttate al vento, il quale le raccatta e le porta via perché mettere in discussione questo alieno qui è da lucidi folli che costringono il nostro udito a sentire vere e proprie blasfemie su chi dipinge calcio sempre, comunque e dovunque anche quando il risultato non è favorevole e nel calcio si sa che possono capitare storte e momenti idilliaci. Alcuni però preferiscono ricordarsi solo i primi al fine di raccontare un qualcosa molto più grande di loro, un alieno che ieri sera ha zittito tutti ancora una volta. 

Un alieno che vede le cose prima che esse accadano, riesce a servire i compagni attraverso quei corridoi impossibili. Che mette a dura prova la fisica dopo ogni gol, e ne sono tanti. Siamo di fronte a un calciatore che racconteremo ai nostri figli con le lacrime agli occhi quando penseremo alle sue giocate cosi splendenti e ricolme di classe.

IL MIGLIORE DI TUTTI

Siamo di fronte al migliore di tutti e non lo scopriamo certo oggi, ieri o mercoledi quando il Camp Nou gli ha regalato il solito coro e si è alzato in piedi ad applaudire il suo figlio prediletto, quel figlio venuto dalla lontana Rosario e, con il tempo, si è preso tutto, il mondo intero ai suoi piedi. Record mostruosi e 29 titoli a 29 anni, chissà quanti ne dovranno arrivare ancora.

L’immagine che ha contagiato i social ieri sera rimarrà nella storia per misticità e importanza, per genialità e onnipotenza. Perché il genio non si discute, si ama, si ammira in silenzio visto che il soprannaturale non si può spiegare col raziocinio, è impossibile.

Perché stiamo parlando di Leo Messi, la cosa che si avvicina più ad una divinità in un rettangolo verde.