Livorno punito da due errori, osservazioni su Novellino

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Livorno – Un Livorno generoso viene punito da due errori, il primo su un mancato blocco della palla da parte di Bardi su un cross dalla sinistra, che consente a Zambelli al primo affondo di metter in rete. Passano due minuti e Knezevic e Miglionico fanno le belle stutuine e uno scambio uno due veloce  permette a Juan Antonio di segnare il più comodo dei gol, per la seconda topica.

Il Livorno poi si getta in avanti ed è  anche sfortunato in due occasioni, con i difensori del Brescia che salvano sulla linea, il mister prova a cambiare moduli inserisce anche il “redivivo” Volpato per giocare con il centravanti boa, ma si agisce solo a testa bassa le occasioni sono frutto del caso, il Brescia si limita solo a difendere e a ripartire e fa sua la gara.

Per il Livorno ora dovranno esserci quindici giorni di riflessioni, perchè la barca va alla deriva, sta al proprietario intervenire, magari cambiando il timoniere che ogni venti minuti cambia rotta, invertendo e modificando marinai, magari non dotati di eccelsa qualità ma che potrebbero forse almeno portare la nave in un porto sicuro per la salvezza, se venisse sviluppato un progetto e fossero aiutati da altri marinai in arrivo.

Ora apparte le metafore “marinaresche” che con il vento di stasera al Picchi, incutono ancor più paura, visto la giornata odierna e il mare in burrasca, ci rimettiamo a colui che ha avuto l’onere e l’onore di pilotare questa squadra per undici anni fino alla uefa di fare delle scelte mirate per non riportarci dove ci aveva preso, visto il precipitare di giornata in giornata degli eventi.

TABELLINO:

Livorno (3-4-2-1): Bardi, Miglionico, Knezevic, Lambrughi(dal 46°Volpato) , Salviato, Luci, Filkor,Berlingheri(dal 61’Barone) , Pieri, Siligardi(dal 53°Bigazzi) , Dionisi. All.Novellino

Brescia (4-3-2-1): Arcari, Zambelli, Martinez, De Maio, Mandorlini, Salamon, Vass, Budel, El Kaddouri, Juan Antonio(83’Maccan), Feczesin. All. Calori

Arbitro: Tozzi di Ostia Lido.

Reti: 27′ Zambelli, 29’Juan Antonio.

Ammoniti: Luci, Bigazzi, Barone.

APPUNTI SU NOVELLINO … –

Livorno – La doverosa premessa è che colui che scrive è sempre stato un estimatore dell’allenatore di Montemarano, Walter Novellino, che però in questa avventura amaranto appare aver perso la bussola condizionato da risultati ed eventi.

La partita contro il Brescia, persa in casa, testimonia come Novellino abbia sempre meno le idee chiare e sempre meno il polso del gruppo. Il tecnico presenta una squadra con il decimo modulo cambiato in venti partite, proponendo il solito centrocampo addetto a far legna, senza la minima qualitò, figlio anche di un mercato estivo low-cost, proponendo come trequartisti un Berlingheri emarginato per due mesi dallo stesso mister e un Siligardi rientrato sabato per uno spezzone e riproposto oggi con una condizione fisica precaria. Novellino lascia ormai in tribuna Piccolo, senza una motivazione valida, Russotto proposto per quattro partite viene ormai accantonato, ne nasce quindi un attacco con il solo Dionisi a correre ed a spremersi e gli altri a vagare per il campo senza nessuna identità tattica con il “povero” capitan Luci a dannarsi l’anima a metà campo ed a provare a dettare i tempi di gioco. Poi, se Bardi commette il primo errore dell’anno e la difesa sfiduciata da un centrocampo che non fa filtro va in panne, arriva l’ennessima sconfitta.

Il presidente Spinelli può dire che meglio di Novellino, sul mercato, di allenatori non c’e ne sono. Magari per curriculum ed esperienze passate potrà esser anche vero, ma quello che è certo è che nessun allenatore che non ha mai considerato un giocatore, esprimendo  anche a più riprese  pareri negativi, se non fosse in confusione di idee e senza un progetto, avrebbe fatto entrare Roj Volpato. Nessun allenatore avrebbe smesso di insistere sul proporre Remedi e Rampi, degni paladini del suo progetto giovani tanto acclamato quando le cose andavano bene.

Nessun allenatore si sarebbe privato dei suoi giovani, per poi magari in caso di errore definire le sbandate della sua squadra, che annovera Pieri, Knezevic, Miglionico, Luci, Lambrughi, Genevier, Barone, Dionisi, errori di gioventù, forse per crearsi un alibi sicuro da spendere in caso di contestazione.

Oggi non si può nemmeno appuntare niente all’arbitro, nell’occasione Tozzi di Ostia Lido, se non quello di aver fatto giocare una gara con un vento che faceva tremare anche la struttura del vetusto Picchi. Le colpe, oggi, sono e soltanto di una dirigenza che ha fatto un mercato con pochi spiccioli e con mille doppioni e  che ha la possibilità a gennaio di fare correzioni in corsa  per salvare il Livorno dalla Lega Pro e per correggere la scelta di un allenatore che ha brancolato nel vuoto negli ultimi due mesi, senza aver ne’ un’dea tattica ne’ scelte di uomini da mettere in campo negli appuntamenti settimanali.

[Daniele Domenici – Fonte: www.amaranta.it]