Livorno-Torino 3-3: botta e risposta, Cerci salva i granata

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logo-torinoVentura ha provato a sorprendere Nicola non tanto cambiando il modulo, ma mandando in campo come difensore centrale Vives e El Kaddouri posizionato fra il centrocampo e l’attacco, spesso a supporto di Cerci, ritornato ad agire prevalentemente da esterno, e di Immobile con il quale il belga-marocchino si alternava nel ruolo di punta centrale in modo da non dare punti di riferimento agli avversari. All’inizio questa mossa ha pagato, infatti, al 4’, alla prima azione offensiva, il Torino è andato in vantaggio con Immobile che ha sfruttato un cross di Cerci dal fondo e indisturbato, perché non raddoppiato nella marcatura, ha aggirato Coda e infilzato l’incolpevole Bardi e poi al 7’ è arrivato il raddoppio di Glik che ha svettato sulla difesa amaranto, colpevolmente ferma, andando a colpire di testa la palla lanciatagli da Cerci dalla bandierina del calcio d’angolo. A questo punto la partita era tutta in discesa per i granata che avrebbero dovuto controllarla e magari chiuderla siglando il terzo gol. Ma così non è stato.

Il Livorno non voleva assolutamente perdere per la quinta volta consecutivamente e con grande caparbietà ha iniziato a pressare il Torino, che forse si sentiva già la vittoria in tasca. Se Emeghara aveva poco spazio per attaccare la profondità e quindi risultava poco incisivo e per buoni tratti anche avulso dal gioco Paulinho, invece, scorazzava alla ricerca del gol mettendo in difficoltà la difesa del Torino e faceva sorgere la domanda: perché Ventura ha optato per schierare Vives, che è un centrocampista, come difensore centrale e ha mandato in panchina Maksimovic, che quando era entrato a Napoli non aveva giocato male? Oltretutto Vives ha una fisicità minore rispetto al serbo che è un difensore centrale di ruolo. E la domanda si è fatta più insistente quando al 25’ Paulinho si è smarcato bene da Darmian e ha fulminato Padelli spedendo in rete un cross di Schiattarella sul quale Moretti era in lieve ritardo sulla chiusura. Il Livorno così riapriva la partita e il Torino se la complicava arrivando al 33’ a gettare alle ortiche il doppio vantaggio quando Greco, sfruttando un velo di Paulinho che gabbava i difensori centrali granata, segnava il due a due. Quattro gol in poco più di mezz’ora propiziati da errori delle due difese e Torino ancora una volta rimontato. Ventura in panchina era furente anche perché il Livorno, galvanizzato dalla rimonta, teneva testa ai suoi e continuava a ricercare il vantaggio, mentre i granata si affidavano a sporadiche incursioni dalle parti di Bardi che salvava la sua porta da un velenoso colpo di testa di Glik su punizione calciata da Bellomo, dimostrando che il Livorno palesava difficoltà sulle palle inattive.

Nella ripresa Ventura ha subito sostituito El Kaddouri, che con il passare dei minuti era diventato sempre meno incisivo, con Barreto. Il ritmo nel secondo tempo era decisamente calato e le due squadre erano attente a non subire il contropiede avversario chiudendosi a protezione della propria area e affidandosi alle ripartenze quando capitava l’occasione. Il Torino sicuramente “spronato” da Ventura nell’intervallo non sembrava riuscire a mettere in campo la giusta grinta per tornare da Livorno con un risultato utile, mentre i padroni di casa davano l’impressione di essere più tonici. Al 63’ la giocata che da sola valeva il prezzo del biglietto: Emerson con un doppio passo scarta Vives e dalla grande distanza di sinistro infila la palla sotto la traversa senza che Padelli potesse arrivare a intercettarla, primo gol in serie A per il brasiliano e che gol, da cineteca. Anche Emeghara cresceva alla distanza e quindi il Livorno si stava avviando alla vittoria, il Torino in alcune occasioni riusciva a rendersi pericoloso, però continuava ad avere un atteggiamento non così determinato a riacciuffare il pareggio e infatti Ventura nero in volto sprofondava in panchina assolutamente insoddisfatto di quanto stava accadendo in campo. All’80’ il mister granata mandava in campo Meggiorini per Gazzi passando così al 4-2-4 e due minuti dopo a seguito di un calcio d’angolo battuto da Cerci Barreto andava a un soffio dal suo primo gol stagionale, ma Bardi anche in quest’occasione si superava e salvava la sua porta. All’86’ Rinaudo in area intercettava la palla con il braccio, un po’ troppo scostato dal corpo, e così regalava la possibilità al Torino di pareggiare e infatti Cerci dagli undici metri non sbagliava permettendo al Torino di uscire dall’Armando Picchi con un punto. Da notare che Ventura non ha neppure esultato rimanendo seduto in panchina, questo dice più di qualsiasi dichiarazione quanto l’allenatore del Torino fosse adirato. Al 92’ Vives è finito sul taccuino nella colonna degli ammoniti e salterà così la sfida con la Roma poiché era diffidato, creando di fatto un problema a Ventura che non potrà ancora contare su Brighi, mentre ritroverà Basha, che ha scontato la squalifica, ma non si sa se riuscirà a recuperare Farnerud e difficilmente in quattro giorni la condizione fisica di El Kaddouri migliorerà in modo da consentirgli di disputare un’intera gara.

Se Ventura, così come i tifosi e gli addetti ai lavori, si aspettavano dal Torino una risposta convincente dal punto di vista dell’atteggiamento e della concentrazione non hanno ottenuto le risposte che volevano: le partite durano novanta minuti e credere di averle vinte perché si è in vantaggio è un errore clamoroso, così come non capita sempre che alla fine un giocatore avversario incappi in un fallo di mano in area e si trasformi il rigore in gol, che vuol dire un punto conquistato. Nonostante l’emergenza dovuta agli infortuni anche Ventura dovrà ripensare se non è meglio schierare i giocatori nei loro ruoli naturali e dare fiducia ai calciatori che ci sono in rosa, anche se non hanno ancora acquisito tutte le conoscenze che lui vorrebbe, perché, tanto per fare un esempio, non è colpa di Vives se fatica da difensore centrale poiché è un centrocampista e non ha neppure il physique du rôle, Maksimociv, invece, ha la fisicità ed è un difensore centrale. Ieri sera a Livorno non c’era il caldo di Napoli e neppure ci sono state clamorose sviste arbitrali e se a questo si aggiunge che l’avversario era alla portata pensare alla partita di domenica sera contro la Roma capolista mette “paura”, perché se il Torino che scenderà in campo è quello che si è visto con il Livorno i giallorossi hanno già vinto.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]