Luis Enrique: “Partita difficile dal punto di vista mentale”

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Battendo il Novara la Roma spera ancora nel terzo posto?
“Prima bisogna giocare la partita, dopo vediamo se riusciamo a fare il nostro compito. Ci sono squadre davanti a noi e quindi è difficile. Noi intanto dobbiamo vincere domani e non sarà facile, sia per l’avversario sia per l’orario, ed è la prima volta per noi. È una partita difficile dal punto di vista mentale, è importante arrivarci pronti”.

Il suo sistema di gioco comporta rischi in difesa. Come mai poco produttivo?
“Mi interessa sempre di più quante palle gol costruiamo. Penso che un allenatore dovrebbe essere preoccupato se la squadra non crea palle gol, ma io non ricordo partite in cui non abbiamo creato almeno 5 occasioni. Il fatto di non sfruttarle è un altro discorso. Il nostro sistema di gioco diventa rischioso quando si commettono errori facili, ma se tenere il pallone nella metà campo avversaria è rischioso, benvenuto il rischio”.

Come mai così tanti infortuni muscolari?
“Questo è uno sport di contatto, molto fisico e vedo in tutte le squadre molti problemi muscolari e di contatto. È uno sport che richiede il contatto, ma noi facciamo di tutto per evitarlo.  Non credo sia un problema di preparazione, tutte le squadre hanno gli stessi problemi”.

Totti sul banco degli imputati dopo Milano. Totti è importante quanto lo era all’inizio per lei?
“Non vedo giusto criticare un calciatore per una sola partita, bisogna parlare di ognuno per la stagione fatta. Io parlo per il presente e di sicuro ci serve molto. È un giocatore di riferimento, capisco che a Milano era una buona opportunità, ma ricordiamoci che il Milan pochi giorni dopo ha pareggiato con la squadra più forte del mondo e noi siamo stati vicini a vincere. Le somme le tireremo alla fine della stagione. Mancano ancora diverse partite e ci proveremo. Ora sono un po’ preoccupato per domani perché non mi piace l’orario, non abbiamo mai giocato alle 12,30 e dobbiamo essere preparati anche psicologicamente”.

Come mai la squadra sembra ancora non capire quelle che lei vuole per tutti i 90 minuti?
“Perché non sono un buon allenatore? A volte mi arrabbio anche per i dettagli perché voglio sempre di più, sono esigente, ma capisco che per un calciatore sia più difficile vedere tutto. Forse rimarrò qui per 10 anni e mi rifarete la stessa domanda: perché non fanno tutto quello che dice? È così perché noi siamo fuori dal campo e per noi allenatori è diverso vedere gli errori. La stessa cosa succede a Ferguson dopo 25 anni”.

Cosa è mancato a Bojan per essere una certezza nel suo progetto?
“Non mi piace parlare dei singoli. Parlo singolarmente solo se hanno fatto una grande partita. Bojan è un giocatore di qualità e l’importante è questo. A volte ci aspettiamo troppo da giocatori ancora molto giovani. Può diventare un giocatore di altissimo livello, ha già fatto cose che nessuno aveva mai fatto. Sono contento di tutto quello che fa in campo e in allenamento e sono fiducioso”.

Sta ponendo rimedio ai problemi della difesa?
“Non è una cosa solo sulla difesa. Quando si sbaglia gli errori sono di tutta la squadra. Io parlo solo di errori infantili di tutta la squadra, me compreso. Ogni giorno lavoriamo per migliorare la nostra prestazione per evitare di commettere gli stessi errori. Ma è ovvio che potrebbe succedere di nuovo”.

Com’è andato l’incontro con Baggio?
“L’ho visto prima dell’allenamento, è una grtande persona, come calciatore è inutile parlarne, è stato un calciatore incredibile, ho sofferto le sue qualità anche al Mondiale. Per me dovrebbe rimanere nel calcio, diventerà un grande allenatore”.

Qual è il suo rapporto col calcio italiano?
“Sono stati tutti gentilissimi con me, non mi sento l’unico straniero della serie A, sto benissimo con i tifosi, giornalisti. Magari rimango qui 10 anni, prima dico 5 ora dico 10, sono contentissimo”.

Come stanno Totti e Pjanic?
“Hanno avuto qualche problemino, ieri hanno fatto tutto l’allenamento, oggi spero facciano lo stesso”.

Ha fatto prove particolari con De Rossi e Kjaer?
“Non c’è alternativa, giocherà lui accanto a Kjaer, l’ha già fatto con la Juve, è una garanzia”.

Ho l’impressione che la Roma tenti di arrivare al livello del Barcellona, ce la potrà mai fare?
“Non vogliamo ripetere il loro gioco, è impossibile. Noi cerchiamo un modello associativo ma sarebbe impossibile fare come il Barcellona. Il modo nostro di giocare credo sia quello che ti avvicina di più alla vittoria ed è anche bello da vedere per i tifosi. Se fatto bene è bello ma non cerchiamo di fare quello che fa il Barcellona. Come facciamo a fare affinché un giocatore salti 5 avversari, come facciamo a passarci il pallone in pochi metri senza perderlo, come fanno Xavi, Iniesta, Dani Alves? Il nostro è un gioco associativo, come idea può assomigliare a volte a quello che fa il Barcellona ma non è così”.

Il Novara?
“Mi devo preoccupare dei miei giocatori, dovremo essere veloci, rapidi, non sarà facile”.

Stramaccioni?
“Non lo conosco, so che ha lavorato qui, ha fatto bene con gli Allievi e con la Primavera dell’Inter, è molto pronto ma non lo conosco. Non conta però l’età, conta la qualità di un tecnico così come id un giocatore”.

[Adriano Mazzone – Fonte: www.vocegiallorossa.it]