L’ultimo saluto a Morosini

311

Bergamo – Lacrime, applausi, cori e migliaia di persone al seguito. Anche Bergamo ha dato il suo addio a Piermario Morosini e non è stata da meno di Livorno. Quattromila persone ieri per la visita al feretro nella parrocchia del quartiere Monterosso, cinquemila oggi alla cerimonia funebre celebrata da don Luciano Manenti e dal vicario del vescovo di Livorno don Paolo Razzauti. Presenti i primi cittadini della città lombarda (Tentorio) e di quella toscana (Cosimi), ma anche di quello di Pescara, Mascia, i vertici delle due società, il presidente della FIGC Abete, personaggi celebri del mondo del calcio, le rose di Udinese, Atalanta e Livorno.

Una giornata dolorosa e commovente, con i parenti e la fidanzata del giocatore ad un passo da quella bara che si porta via in maniera aspettata la vita di un ragazzo che, nonostante le tragedie familiari, era convinto di avere ricevuto lo stesso molto dalla vita e che dovunque fosse andato a giocare, aveva sempre lasciato un buon ricordo di sé. Lo dimostrano tutte quelle sciarpe sulla cassa di legno chiaro, lo dimostrano quelle quindicimila persone che tra Livorno e Bergamo si sono mosse per salutarlo, per dirgli ancora una volta, l’ultima, semplicemente “ciao Mario”. Una morte che è riuscita ad unire il mondo degli ultras ed a vedere insieme quelli amaranto e nerazzurri. Sicuramente un giorno, quando le due parti si incontreranno di nuovo in campo, la prima cosa a cui andrà la mente sarà la memoria di Piermario.

Tentorio ed i due prelati, che hanno preso la parola, non potevano ricordare le qualità del “Moro” e la sua gioia di vivere nonostante la vita gli avesse riservato troppo spesso dolori. E poi le parole di chi negli ultimi anni lo ha conosciuto più da vicino: quelle della fidanzata Anna e della madre di lei, Mariella Vavassori, a ringraziarlo dei momenti vissuti assieme, all’amore dato, ai sorrisi regalati. Gli ultimi grazie prima della tumulazione, probabilmente una delle scene più atroci che si possa vedere quando scompare un amico, un fratello, un fidanzato. Non prima però dell’eterna fiumana di applausi che ha accompagnato al cimitero il feretro al momento dell’uscita dalla chiesa bergamasca, con quella maglia amaranto numero 25 che lo accompagnerà per sempre.

[Lorenzo Corradi – Fonte: www.amaranta.it]