Mazzarri “l’antipatico”, come Mourinho, Capello e Lippi…

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Si potrebbe chiamare la guerra dei simpatici contro gli antipatici. Il tormentone che ricorre da settimane coinvolge Walter Mazzarri che ospite la scorsa settimana al “Chiambretti Night” è stato soppoposto dal buon Piero ad una fantomatica “Operazione simpatia”.

Si perché il caro Walter è tacciato da colleghi ed alcuni addetti ai lavori come un burbero. Oramai il tormentone rimbalza tra radio, giornali e tv che invece di analizzare l’incredibile lavoro svolto si soffermano sull’introspezione psicologica del tecnico livornerse. Antipatico? Sarà pure vero.

Ma che ci frega? Spesso le accuse arrivano da colleghi di una simpatia esuberante ma che ora siedono e magari sperano di elemosinare qualche invito nei salotti televisi, ultimi posti dove possono sedersi perché di panchine manco se ne parla. Lasci a loro lo humor, il savoir faire, lo stile inconfondibile dei perdenti che hanno bisogno di mascherare dietro i sorriri tanti insuccessi. Mazzarri piace così. I vincenti devono anche un po’ essere antipatici. Più attiri inimicizie e paradossalmente più iniziano a temere, sintomo del lavoro ben fatto e di una popolarità che cresce per meriti sportivi, non “cabarettistici”. Basti citare, solo per restare a tempi recenti, tre “antipaticoni” che hanno la bacheca piena di trofei e di gente che proprio non li sopporta.

Josè Mourinho il comunicatore, che prova quasi piacere perverso ad apparire controcorrente. Fabio Capello l’imbronciato, che in anni di carriera ha speso poche parole e meno sorrisi, ma ha vinto tutto quello che c’era da vincere in un club. Ultimo ma non ultimo Marcello Lippi, anche lui toscanaccio come Mazzarri, che ha fatto quello che ha fatto ed ha vinto quello che ha vinto con Juve e Nazionale sempre a muso duro, sempre senza ammaliare le masse. Pragmaticità, rincorsa metodica e spasmodica dell’obiettivo. Questo il consenso che deve ricercare un allenatore. Questo è quello che Mazzarri in carriera

HA SEMPRE PRATICATO E RAGGIUNTO. Un vincente, anche senza allenare grandi club, perché come dice lui la vittoria si valuta in base agli obiettivi di inizio stagione. Giusto proporre una “Operazione antipatia”, per il bene del Napoli per il bene di Walter.  Antipatico come Mou, Lippi e Capello. Una belle compagnia…

[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]