Milan Ibra ok, ma la coperta è corta

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Ibrahimovic al Milan. Questione di ore e di dettagli. I rossoneri effettueranno l’unico vero colpo del calciomercato italiano (in attesa di Mascherano all’Inter). Fantascienza che diventa realtà. Questa volta Galliani non tornerà dalla Spagna con il Ricardo Olivera o l’Huntelaar di turno. Porterà in Via Turati un attaccante nel pieno della maturità calcistica, un giocatore che, a dispetto dei soliti problemi caratteriali, può fare la differenza.

Una punta di peso abile a giocare palla a terra, che con l’esperienza ha migliorato il suo tallone d’achille, la precisione negli ultimi sedici metri. Con Pato, sulla carta, formerebbe una coppia formidabile. L’Illustrissimo Presidente S.B. rispetterebbe una promessa. Anche per questo venerdì 27 agosto diventa una data da evidenziare sul calendario con il pennarello rosso.

Una boccata d’ossigeno per i tifosi, una boccata d’ossigeno per un attacco Pato dipendente. Borriello in certe domeniche veste i panni di Van Basten, in altre quelli di un Faustone Rossini qualunque. Huntelaar è ingenerosamente considerato alla stregua di un bidone, ma paga il fatto di essere un clone di Inzaghi (più giovane, ma meno “decorato” di medaglie) e l’estranietà agli schemi del Milan. Lo stesso Pippo è da tempo in fase calante. L’acquisto di Ibrahimovic rende più competitivo il Milan, soprattutto se consideriamo la formazione titolare. Quel “se” pesa però come un macigno. Carenza di alternative: ecco il male che il Milan si trascina da anni. Fatta eccezione per i portieri (affidabili). Per acquistare Ibra, verranno sacrificati Huntelaar e Flamini. Il francese ha raramente convinto.

Senza di lui però i rossoneri hanno 5 centrocampisti per tre posti: ne manca uno, a meno che si voglia riciclare nel ruolo di interno Abate (bocciato da terzino). Fra i cinque, l’unico giovane è il ghanese Boateng, gentile omaggio di Preziosi, colui che finora aveva finanziato generosamente il mercato dei rossoneri. In difesa, Bonera è una valida opzione per la fascia destra, Soktratis una discreta riserva: dubito però che si possa affrontare partite come il derby o la sfida di Champions al Real di Mourinho con il greco al centro della difesa. L’unico vero terzino di spinta affidabile è Antonini; oltre a lui Zambrotta, Oddo e Jankulovski.

Ad infoltire i ranghi, arriverebbero due misteriosi uruguagi, un difensore centrale (al posto di Onyewu ?) e un terzino destro. Come al solito, non mancano mai nelle sessioni di calciomercato i bidoni alla Cardacio, Viudez, Mattioni e Adiyah. Per non parlare del progetto giovani. Merkel è l’unico “gioiello” pronto per la prima squadra. Da Beretta, Fossati e Verdi potrebbe arrivare qualche squillo; per il resto i vari Zigoni (ora al Genoa), Strasser ed Oduamadi non sembrano in prospettiva giocatori validi e forse la loro cessione in comproprietà ai liguri non è stata un azzardo. In fondo, come giovani, potremmo accontentarci di Pato, Sokratis, Boateng e Merkel. Mica poco per una squadra che schierava Favalli.

Ibra o non Ibra, la stagione del Milan dipenderà dalle scelte di Allegri. Se fai turnover, sei condannato alla sconfitta, perchè dietro un buon undici titolare, hai pochissime alternative; se non lo fai, i tanti senatori andranno in riserva in modo repentino. Il Milan ha fatto la sua scelta. Un grande acquisto e ritocchini a costo zero (grazie a Preziosi e al sacrificio dei giovani). La Juventus, altra rivale (?) dell’Inter ha scelto una strada opposta. Via l’unico campione in pectore, Diego, dentro tanti nuovi acquisti in ogni reparto.

Qualche buon giocatore (Bonucci, Motta, Krasic, Quagliarella), qualche talento fuoriruolo (Aquilani, che non è un regista; Martinez, che non è un esterno di centrocampo), qualche comprimario (Pepe, Lanzafame). Il progetto tattico prima di tutto. L’unico fattore che accomuna Juve e Milan è la presenza in rosa di diversi indesiderati. Giocatori fuori dai piani di allenatori e società che però non vivono il terrore della tribuna. Meglio prendere 3 milioni di euro senza far niente in un grande club, che prenderne un sesto, sudando in un club di medio rango. Chiamali fessi!

[Riccardo Giannini – Fonte: www.ilveromilanista.it]