Milan, il punto: un problema di mentalità?

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logo-milanDoveva essere una festa e invece è stato un inferno. La partita di domenica pomeriggio contro il Caen, organizzata per festeggiare il centenario della squadra francese, era il classico impegno che doveva servire per ritrovare fiducia in se stessi e mettere benzina nel serbatoio di chi ha trovato poco spazio fino ad ora negli impegni ufficiali. Nessuno invece avrebbe mai pensato che una banale amichevole contro una squadra mediocre della Ligue 2 francese avrebbe destabilizzato in questo modo un ambiente che in questo momento, a causa della partenza disastrosa in campionato, di tutto aveva bisogno tranne che di un altro risultato negativo e ombre angoscianti sul proprio presente.

É evidente ormai che nel Milan siano radicate delle problematiche in cui tutti sono colpevoli e complici. Se l’atteggiamento in gare ufficiali è apparso in molte circostanze svogliato e distratto, come si poteva pensare che una gara priva di ogni significato se non utile ai fini dell’allenamento potesse far tornare la voglia di giocare seriamente al pallone? La mentalità ormai è quella sbagliata e caratteristiche come l’abnegazione, la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’attaccamento alla maglia sono doni che ormai appartengono a pochi eletti, personalità rare che il dio denaro ancora non è riuscito a piegare e trasformare in qualcosa di inutile e irritante.

Nel deserto generale però sono arrivate anche delle note positive, una piccola luce in questa desolante oscurità irradiata dagli elementi più giovani schierati in campo da mister Allegri. Non sono passate inosservate le prestazioni dei giovani Mastalli e Rondanini, elementi della primavera di Inzaghi, che insieme a Saponara e Gabriel sono stati gli unici a essere pervenuti sul rettangolo di gioco. Come sottolineato dal tecnico livornese al termine della gara, questi ragazzi nell’arco dei 90 minuti hanno dimostrato impegno, determinazione, voglia di fare e di mettersi in mostra, tutto quello che è mancato e avrebbero dovuto far vedere i vari Zaccardo, Emanuelson, Nocerino e Niang, solo per citarne alcuni, la cui presenza in questa rosa inizia a non avere più alcun senso.

Il Milan sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia recente e bisogna avere la forza di voltare pagina e ricominciare. É vero che l’esperienza conta, soprattutto a certi livelli, ma è insopportabile che l’esempio non arrivi da chi lo deve dare. Allegri se veramente ci tiene al Milan e a questa panchina, deve avere il coraggio di osare e schierare chi più lo merita, chi si impegna, chi ha voglia di emergere e dare il 100% per questo progetto indipendentemente dalla scheda anagrafica e dal numero di presenze con la maglia rossonera. La società e il tecnico si chiedano: Gabriel farebbe peggio di Abbiati? Cristante, Mastalli, Rondanini e Saponara se inseriti gradualmente farebbero rimpiangere qualcuno? Sicuramente a questi ragazzi dalla poca fama e dal conto in banca ancora esiguo non mancherà la voglia di correre, giocare, divertirsi ed imporsi. Esattamente tutto ciò di cui i tifosi hanno disperatamente bisogno.

[Francesco Ciociola – Fonte: www.ilveromilanista.it]