Milan, Inter, Lazio e Napoli: le grandi assenti. Lavorano Juve e Roma ma…

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Quanto ci mancano Milan, Inter, Lazio e Napoli. Oddio, allora chi non ci manca in questo mercato 2010, quello della crisi del paese, dell’Europa, del mondo e del mondiale di calcio? La Juve no, non ci manca. Qualcosa ha fatto; altro, Marotta, che immaginiamo con la valigia in mano o su qualche aereo, sta cercando di fare e tra vendere e comprare lo aspetta una montagna di lavoro. Sadicamente lo controlliamo da lontano, cullati dalla brezza del mare o dall’aria condizionata: forza Beppe, più ritmo, dodici milioni di juventini aspettano, speranzosi, tue notizie; forza Beppe, compra, vendi, insomma fai qualcosa. E lui telefona, fa conti, ritelefona e sente Delneri, poi sente gli Agnelli, quindi il cuore e il portafogli. Insomma, è proprio lui a riempire le nostre pigre giornate di guardoni calcistici.

L’altro è Daniele Pradè, che lavora per la Roma. Due acquisti li ha fatti a fari spenti e molto tempo fa, tanto che i tifosi giallorossi se ne sono dimenticati e vorrebbero altro, anche vendite, pur di sentirsi comunque protagonisti. Per esempio: Sissoko alla Roma e Mexes alla Juve. Ecco uno scambio che a Roma troverebbe sponsor e pure a Torino, immaginiamo: siamo sicuri che Chiellini e Bonucci facciano coppia?

Ritorniamo sui nostri passi: si muove, Juve e Roma a parte, il mercato della fertile provincia italiana, non quello delle metropoli. Prendete Milan e Inter. Il Milan vorrebbe vendere o comunque abbassare il tetto degli ingaggi, che proprio il primo Milan berlusconiano rese pazzi, ingigantendoli. Chi la fa, l’aspetti: potremmo dire, ma sarebbe ingeneroso nei confronti di una dirigenza che comunque ha vinto molto e di una incolpevole tifoseria, che, passata dalla ricchezza sfrenata, alla povertà, vive una profonda crisi di identità: chi siamo noi, chi è il Milan, chi è veramente Berlusconi? Può sembrare incredibile, ma il Milan, per acquistare un “favoloso” centravanti brasiliano, deve prima trovare i soldi.

Per non parlare di Moratti, che per decenni ha comprato tutti i calciatori che respiravano e adesso, arrivato in vetta e abituati male (anzi, bene) i propri fan, si chiude in una torre d’avorio e si tuffa in una piscina piena di dobloni d’oro: guai a chi li tocca. Ma come? E il generoso gentiluomo che non diceva mai no? Il magnate del petrolio che comprava un giocatore al giorno? Quello che voleva, due, tre, quattro Inter altrimenti non riusciva a prendere sonno? Tutto finito adesso che vince? Aiuto.

Dicono che Moratti abbia capito tutto un anno fa, quando perse Ibra e rifece una squadra vincente. Ora vorrebbe dar via Maicon e Milito e comprare altri, convinto di aver rintracciato la ricetta dell’immortalità calcistica. Un momento. Ibra era rimpiazzabile, siamo sicuro che Maicon e Milito lo siano? E si può, in ogni caso, rifare ogni anno la squadra? Ultimo e definitivo interrogativo: Benitez vale Mourinho?

La Lazio è tutto un fremito da mercato. Lotito controlla il cartellino di migliaia di giocatori. Bussa, chiede, si ritira infuriato: gli chiedono soldi. A lui? Non basta ciò che quel pover’uomo ha sborsato un anno fa tra ingaggio, acquisto e mediazioni varie, per Zarate? Almeno vendi, gli dice l’allenatore Reja, che non vuol fare la fine di Ballardini, sommerso da una marea di ex giocatori. Fosse facile, vendere. Fosse facile acquistare, pensa De Laurentiis nel dormiveglia napoletano. Restiamo in attesa di notizie.

[Roberto Renga – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]