Milan: Seedorf prepara l’ennesimo “sgambetto” alla Vecchia Signora

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logo-milanFino a pochi anni fa, bastava fare il nome di Clarence Seedorf per far sudare freddo i tifosi della Juventus: l’ex centrocampista del Milan ed attuale allenatore rossonero è stato un vero e proprio spauracchio per la squadra piemontese. Alla vista delle casacche bianconere l’olandese dava il meglio di sé, riuscendo a trovare motivazioni del tutto particolari, senza esitare (in più occasioni) ad “impallinare” Madama senza alcuna pietà. Una sfida nella sfida, una vera e propria ossessione verso quei colori che lo stesso Seedorf nell’estate del ’99 fu vicino ad indossare: il Real Madrid cercò infatti di utilizzarlo come contropartita tecnica per arrivare a Zinedine Zidane. L’affare saltò, concretizzandosi solamente due anni più tardi con ben altre cifre in ballo e con Seedorf già sistematosi altrove. Infatti nel dicembre del ’99 l’olandese si trasferì all’Inter, fortemente voluto dal presidente Massimo Moratti. I suoi ”incontri ravvicinati” con la Juve e con il calcio italiano però erano cominciati già qualche anno prima.

Era l’estate del 1995 quando la Sampdoria del presidente Enrico Mantovani lo prelevò giovanissimo dall’Ajax campione d’europa per 7 miliardi di lire. Seedorf, il quale vantava già indole e abilità da veterano nonostante i soli 19 anni, era stabilmente nel giro della nazionale maggiore ed aveva già sulle spalle una finale di Coppa dei Campioni, vinta proprio contro il Milan. La sua avventura in blucerchiato durò solamente un anno, concludendosi con 32 presenze e 3 gol in Serie A. Uno di questi lo mise a segnò proprio contro la Juventus ed è qui che cominciò l’interminabile saga che lo vedrà per lungo tempo giustiziere dei bianconeri: era il 16 aprile del 1996 e la rete di Seedorf suggellò la roboante vittoria per 3 a 0 dei liguri al “Delle Alpi” contro i campioni d’Italia. A fine stagione l’olandese passò al Real Madrid con il quale soffiò, ironia della sorte, proprio ai bianconeri la Champions League ’97-’98: nella finale di Amsterdam del 20 maggio del ’98  Seedorf disputò una partita di grande sostanza, catalizzando su di sé buona parte del gioco madridista. Fallito il tentativo di portarlo alla sua corte, la Vecchia Signora se lo ritrovò quindi di fronte con la casacca nerazzurra. Seedorf attese pazientemente fino al 9 marzo del 2002 per colpire di nuovo i bianconeri: lo fece per ben due volte con due siluri dei suoi (di cui uno in pieno recupero) che riuscirono a tenere momentaneamente a freno i propositi di rimonta della Juventus, fissando il risultato sul 2 a 2 finale. Due reti di rara bellezza che però, a conti fatti, si rivelarono inutili: l’Inter dilapidò clamorosamente tutto il suo vantaggio nelle rimanenti giornate, regalando ai bianconeri il famoso scudetto del “5 maggio“.

Finalmente nell’estate del 2002 Seedorf abbracciò i colori rossoneri e, nonostante l’ennesimo cambio di casacca, non perse la nomea di vera e propria ”bestia nera” della Juventus. Anzi, proprio con i rossoneri si toglierà le maggiori soddisfazioni ai danni dei bianconeri. Tra i protagonisti assoluti della cavalcata del Diavolo verso la sesta Coppa dei Campioni, il destino lo vide costretto a fronteggiare nuovamente la Juve nella finale di Manchester. Una partita tesa in cui Seedorf si prese anche il “lusso” di fallire il suo rigore durante la tremenda lotteria finale. Poco male: Dida para tutto, Sheva insacca e la Juve subisce ancora la “maledizione Seedorf“. L’incubo dei supporter bianconeri tornò a colpire poco meno di un anno dopo: il 14 marzo del 2004 il Milan di Ancelotti demolì a domicilio la Juventus con un secco 3 a 1. Protagonista, manco a dirlo, sempre lui, Clarence Seedorf, autore di una doppietta e di una prestazione sontuosa. Quella vittoria risultò fondamentale per la conquista dello Scudetto numero diciassette e stroncò sul nascere i timidi propositi bianconeri di diventare il terzo incomodo nella lotta-scudetto tra Milan e Roma. Altro scenario, ma medesimo epilogo due stagioni dopo, quando la Juventus Campione d’Italia di Fabio Capello arrivò a Milano forte dei favori del pronostico: era l’ottobre del 2005 ed il Milan di Ancelotti si scatenò rifilando un altro 3 a 1 ai piemontesi. Seedorf mise a segno il primo dei tre gol, ma questo non sarà l’ultimo della sua carriera ai danni dei bianconeri: il 10 maggio del 2009 infatti l’olandese timbra ancora, ma ci penserà Iaquinta a ristabilire la parità per l’1 a 1 finale.

Domenica sera Clarence Seedorf avrà nuovamente l’opportunità per tentare un altro sgambetto alla Vecchia Signora, stavolta in veste di allenatore. Niente più tocchi di classe, assist al bacio o gol pesanti: adesso a Clarence toccherà guidare i suoi ragazzi dalla panchina, nel tentativo di inculcare in loro quel “killer istinct” che lui stesso riusciva a tirar fuori tutte le volte che vedeva bianconero. Il Milan delle ultime partite è sembrato più tonico rispetto a quello visto negli scorsi mesi, capace di mostrare segnali incoraggianti nelle sfide contro Atletico e Sampdoria, sia nel gioco che nella condizione fisica. Al contrario, la Juventus ultimamente è apparsa un po’ meno spietata rispetto ai suoi standard abituali, sembrando uno scalino al di sotto di quella macchina perfetta giostrata da Antonio Conte negli ultimi due anni. Di certo non basterà questo o la squalifica di Vidal a trasformare il posticipo di domenica sera in un match abbordabile: pur leggermente appannata, si tratta sempre della capolista, saldamente in testa al campionato, capace di sostenere ritmi spaventosi e con una rosa ultra-competitiva. I trentuno punti di differenza danno un’idea realistica di quelli che sono i reali valori delle due squadre. Seedorf pare comunque tranquillo e convinto di poter riuscire in quella che, classifica alla mano, sarebbe una vera e propria impresa. La particolare predilezione di Clarence nel far male alla Juventus ci spinge a credere un po’ di più nel possibile (ma al momento insperato) colpaccio. Domenica sera è tempo di Milan-Juventus: ci (ri)pensa Clarence?

[Alessandro Bracci – Fonte: www.ilveromilanista.it]