Mister Montella ha fatto colpo: quanto e perché?

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CATANIA – “Cosa ti ha convinto di più di mister Montella?”: Sondaggio. Il quesito è proprio ben posto, e porta dentro di se una verità che è già un successo: mister Montella ha convinto. Bisogna essere molto onesti e non lasciarsi ammaliare dalle sirene del “Nessuno ci avrebbe scommesso”, perché in città gli scettici erano davvero pochi. Sorprese anzi trovarsi in quel clima se non di fiducia almeno di non belligeranza, soprattutto ripensando ai cattivi presentimenti che accompagnarono il seppur blasonato Giampaolo sin dall’inizio della sua avventura in Sicilia. Quella tranquillità, figlia chissà se dell’indifferenza o della fiducia, è stata parte di un habitat ad alta vivibilità, dove a luci spente e a bassa voce si è pensato a lavorare. Difficile ricostruire il rapporto causa-effetto in questa circostanza, se si tratti di sesto senso della piazza che infallibile inquadra la situazione o di pregiudizi che pesano alla lunga molto più di quanto non si creda. Sta di fatto che per Montella ha storto il naso solo una parte di addetti ai lavori nazionali, ora costretti dai fatti a sgombrare il campo dalle facili perplessità, e locali, entusiasti di scoprire che si erano preoccupati per niente.

Esaurito il chi, veniamo al cosa: a convincere più di tutto non sono alchimie tattiche o avanguardie motivazionali. Per la maggioranza dei votanti, il celebre 50%+1, il tratto più apprezzabile di questo scorcio di stagione è quello della ”Imparzialità nella scelta dell’11 titolare”. Parliamoci molto chiaramente o cambiamo argomento, la rosa ha ruotato ampiamente dando spazio sostanzialmente a tutti, ma a guardare un po’ meglio riusciremo a circoscrivere questo fenomeno ad un area più specifica. La difesa è quasi sempre stata in emergenza infortuni fino ad ora, e più che scelte dolorose su chi mettere in panchina si è dovuto adattare qualcuno, vedi Izco, e forzare al recupero qualcun altro, vedi Legrottaglie. Al centrocampo la rotazione è stata reale e anche un Lodi che non è partito da subito al centro del progetto si è conquistato con “lo spirito” un ruolo da protagonista. Forse nella testa di Montella lo ha comunque sempre avuto, considerato che da mesi gli ha studiato e costruito la nuova posizione. Lo stesso vale per Del Vecchio, che pareva ai margini della squadra ed è tornato molto più che utile anche lui. Poi chance per Barrientos, per Sciacca e per Ricchiuti, che consentono di affermare a pieno titolo che vige l’imparzialità nelle scelte della mediana. Veniamo infine al punto più spigoloso, che di certo più di ogni altro ha contribuito a far passare chiaro il messaggio desiderato da Montella, il ballottaggio Lopez-Bergessio. Mettere fuori un patrimonio tecnico ed economico di questo spessore non è facile e non lo si fa da soli, ma con l’appoggio di tutto quello che sta sopra in organigramma. Se i risultati non fossero stati così soddisfacenti, per punti e prestazioni, oggi Montella sarebbe su una graticola ma questo rischio che si è saputo prendere non ha solo pagato in campo, ha anche instillato una serie di convinzioni stimolanti e gratificanti nei giocatori e che oggi percepisce anche la gente. Attendiamo tempi diversi per esprimerci definitivamente sul nostro grado di maturità, ma partiamo da buoni segnali.

A seguire col 18%, circa un terzo dei voti rispetto alla prima scelta, “La gestione dello spogliatoio”. Tutti sanno quanto delicato e cruciale sia questo aspetto a Catania per la buona riuscita della stagione e quando le cose girano per il verso giusto si è spontaneamente portati a pensare che ci sia armonia nello spogliatoio, così come quando le cose non vanno  si tira fuori la storia al rovescio che è buona per tutte le stagioni: una motivazione double fas! Possiamo però sbilanciarci e dire che sulla gestione dello spogliatoio, degli uomini e della loro serenità abbia pesato non poco proprio l’imparzialità di cui di sopra, e lo ha confermato Giovanni Marchese in sala stampa a nostra precisa domanda. Migliorano gli allenamenti, le motivazioni, lo spogliatoio in generale. È di certo un valore aggiunto, che percepiamo noi e figuriamoci i giocatori.

Quasi un 12% dei nostri lettori, bisogna riconoscerlo tra i più attenti probabilmente, è poi stato impressionato dai “Cambi e cambiamenti a gara in corso”, e questa è certamente una nota positiva non sempre sottolineata. Già Lodi e Del Vecchio hanno riconquistato un posto proprio subentrando, il che vuol dire che hanno avuto un ottimo impatto quando chiamati in causa, ma se non vogliamo andare troppo lontano basta rivisitare il match di Firenze e ricordare il peso degli ingressi di Bergessio e Barrientos sul pareggio (del primo la sponda di testa, del secondo il gol che per essere convalidato ha avuto bisogno di essere segnato una seconda volta da Lopez). Tutto molto bello dunque, ma è pur vero che quando hai una panchina di una tale qualità che a Catania non si ricorda, come caschi caschi bene, è troppo facile si potrebbe dire. A questa obiezione risponde un fatto: la lettura fino ad ora impeccabile delle gare data da Montella. I cambi di modulo, l’adattamento ad avversario, giocatori disponibili e alle loro condizioni fisiche. Non è un caso insomma se la squadra lo segue, non è un caso se a Roma hanno cambiato modulo in corso d’opera passando dalla difesa a tre a quella a quattro per finire con quella a cinque.

Poco meno del 10% è soddisfatto della fase offensiva poi e, visto che viaggiamo sui ritmi di realizzazione dello spumeggiante primo anno di A con Marino non c’è che da essere concordi, specialmente per un piccolo grande dettaglio: il Catania rimonta sempre. Questo si porta dietro un carico di positività che un risultato raggiunto ha per sua natura in più rispetto ad uno sfumato (parliamo per esempio delle tre rimonte in trasferta a Novara, Firenze e Roma) ma non solo. Una squadra in vantaggio è una squadra che si chiude, che toglie gli spazi, una squadra nel pieno del suo potenziale difensivo. Un conto è colpire un avversario con la guardia bassa, un altro è abbattere le mura del forte. Il Catania ha fatto proprio questo e ne ha quindi ben donde chi si ritiene molto soddisfatto della fase offensiva.

Breve menzione per il 3.9% che ha risposto “Niente”: vogliamo credere che niente li abbia convinti più  di altro perché tutto è stato per loro convincente. Il 3.5% ha invece apprezzato i metodi innovativi di allenamento,seppur a porte chiuse come quasi sempre avviene deve essere stato complicato rilevarli. Probabile si pensi alle pettorine GPS, o pettorine della verità, con le quali non si può nascondere un inadeguato impegno né per quantità e né per intensità. Ricordiamo infatti che oltre a misurare lo spazio percorso, questi strumenti raccolgono diversi parametri (come il battito cardiaco) dal cui responso, congiuntamente alle stime dal campo, si è potuta estrapolare una valutazione quanto mai oggettiva dalla resa individuale in allenamento.

Chiudiamo con i sette votanti, l’1.4%, che è soddisfatto della fase difensiva. Numeri alla mano il Catania ha preso qualche gol di troppo, ma possiamo provare ad andare più  a fondo a questa considerazione. Per ammissione dello stesso Montella il Catania ha preso troppe sberle prima di svegliarsi, ed è a questo aspetto dell’approccio che parte delle mancanze dietro si possono attribuire. Quando c’è stato da dover tener botta, una volta entrati in partita, lo si è fatto molto bene tenendo anche conto che questa è una squadra senza mediani alla continua ricerca del possesso e che per questo riempie le sue fila di calciatori la cui dote migliore non è certo quella difensiva. Inoltre siamo una squadra in costruzione, che nelle prime giornate non subiva nulla ma non riusciva a creare molto in fase realizzativa. Adesso ci siamo spinti più dall’altra parte con le naturali conseguenze del caso, ma un conto e sbilanciarsi un po’ in avanti e un altro è essere sbilanciati. Un conto è scoprirsi per attaccare di più e un altro è essere scoperti pur difendendosi. Il Catania ha un suo equilibrio, lo dicono i risultati, ma che certamente potrà ancora migliorare. Per concludere una nota alla grande valorizzazione del pacchetto arretrato, dalle conferme Spolli e Legrottaglie alle rivelazioni Bellusci e Marchese, che di certo non possono far altro che confermare la bontà del lavoro da questo punto di vista.

[Daniele Lodini – Fonte: www.mondocatania.com]