Napoli: 43 volte Cavani!

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logo-napoliQuarantatré. Non può cominciare con altra parola un articolo che vede Edinson Cavani, versione 2012, come protagonista. Quarantatré. È il numero di goal segnati con la maglia del Napoli nell’anno solare, quindi vanno tolti i 3 mesi di pausa estiva e i 20 giorni di pausa invernale, e questo ci da un numero assolutamente enorme messo a segno dell’unico giocatore che per completezza del bagaglio tecnico e supporto globale alla squadra riesce a tenere il passo di Messi e Cristiano Ronaldo. Chi fa un tiro da fuori, un tiro a giro, un cross, un colpo di testa, una diagonale difensiva e, chi segue gli allenamenti se ne sarà accorto, chi fa delle parate migliori di Cavani? Pochi, pochissimi, ed è per questo che ci troviamo dinnanzi ad un giocatore unico nel suo genere.

Quarantatré dicevamo. Questo numero non ha dei significati molto lusinghieri: nelle leggende nere che si tramandano nell’occidente moderno è un numero legato al litigio, al pettegolezzo, (basti pensare che nella Smorfia è Onna Pereta affacciata ‘o balcone), è un numero legato al caos “e sai cos’ha di bello il Caos? È equo”.

Cavani è assolutamente equo perché fa godere in egual modo ogni tifoso del Napoli, perché riesce a castigare ogni nostro detrattore, perché ha segnato a tutte le squadre che sono in Serie A in questo momento, assolutamente mostruoso. Il caotico 2012 di Cavani comincia l’8 gennaio nella sua vecchia città, Palermo, ed è divinatorio: prende palla sulla fascia sinistra, a 25 metri dalla porta di Viviano, uno, due passi e poi via, libera un tiro a giro che si insacca sul secondo palo del portiere. Barbera ammutolito prima, festante dopo perché dinnanzi alla bellezza qualsiasi sentimento scompare per festeggiare un’arte superiore che solo chi ama questo sport può comprendere.

Questo 2012 prosegue alla grandissima per il nostro “agente del Caos” con goal da cineteca, come quello contro la Roma, o con rigori tirati con precisione chirurgica, ma probabilmente le cose migliori le vediamo in Coppa Italia visto che l’eliminazione dalla Champions brucia ancora troppo.

Nella Coppa Dimenticata, così come potremmo definirla visto il trattamento riservatole dalle società nostrane, Cavani decide di fare qualcosa di diverso per rimanere nei nostri cuori e quando uno come lui dice di voler fare qualcosa per gente come noi stiamo pur certi che qualcosa accadrà.

La prima vittima è il Cesena, si prosegue con la doppietta all’Inter che vede probabilmente il goal più bello dell’anno visto che il Matador al 93′ si beve tutta la difesa milanese prima di consegnare il pallone agli annali, per poi passare al Siena nelle semifinali che ci danno fin troppe rogne, ma nessuno se lo ricorda perché tutti si ricordano il suo goal di testa dopo un contropiede perfetto, dopo un suo movimento perfetto: “La miglior cosa l’ha fatta Cavani che ha capito tutto in anticipo” dichiarano i telecronisti Rai che hanno avuto l’onore di assistere a tale spettacolo.

Ora ci aspetta la finale, la finale più bella che ci si potesse aspettare, quella con la Juve imbattuta e Campione d’Italia. Non c’è storia, neanche a parlarne, Napoli troppo forte, troppo affamato, troppo tutto è così la Vecchia Signora è stata invitata ad accomodarsi per far posto a questo splendido gentleman chiamato Napoli.

Questa finale è stata l’ultimo atto della stagione, la prima che ha regalato un trofeo italiano a Cavani, finalmente. Il nuovo anno si apre con un’altra finale, sempre con la Juve, per la Supercoppa. Cavani segna, notizia che ormai non è più tale, ma la partita passerà alla storia per i titoli del giorno dopo: in Spagna i giornali titolano in prima pagina “Ladrata Juve”, ho detto tutto.

Assopita la rabbia, ripartito il campionato, il nostro eroe sembra aver perso quell’alone di magia, sembra essere tornato un giocatore normale e mette a segno 2 goal in 4 partite ma visto che la normalità e il caos non vanno molto d’accordo decide di prendersi lo scettro il 26 settembre, nel primo big match della stagione, contro la Lazio. È tripletta. 5 goal in 5 partite, media da un goal a partita, media che ha ancora oggi quando le partite sono ormai 22.

Ormai ha ingranato e non si ferma più: prima la Samp, poi Torino, Genoa, Pescara, Siena e Inter. Inarrestabile. Il tutto è inframmezzato dalle prestazioni incredibili in Europa League: 7 goal, capocannoniere momentaneo e la soddisfazione di aver segnato il primo poker in carriera, contro il Dnipro e al San Paolo per giunta.

In Uruguay il soprannome di Cavani era “El Botija”, il ragazzino. Ormai il ragazzino è cresciuto, è divenuto qualcosa di indescrivibile, qualcosa che solo a vederlo si può capire, proprio come il Caos di questo 43. Karl Kraus diceva “ben venga il caos perché l’ordine non ha funzionato“. Abbiamo aspettato a lungo questa centrifuga inarrestabile e finalmente possiamo godercela. Tanti auguri Matador, grazie per tutto.

[Leonardo Ciccarelli – Fonte: www.tuttonapoli.net]