Napoli, il punto: malgrado l’handicap, grande prova di carattere

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logo-napoliValgano i segnali più ancora del risultato. Il Napoli viene fuori dal Franchi con una prova di carattere, giocata sempre all’attacco e condizionata da uno svarione che avrebbe potuto stendere chiunque. Malgrado l’handicap, la squadra di Mazzarri sente addosso il fuoco dell’assalto perenne alla Juventus e diviene perfino prepotente nella rincorsa alla Viola: la testata di Cavani al 100esimo sigillo in serie A, rimette in parità una partita a tutto campo che la Fiorentina onora con una prova di grande generosità. Segnali, dicevamo, quelli di un Napoli maturo che sente la gamba giusta, recupera palloni in quantità con la furia svizzera di Behrami ed Inler ed aziona le punte. Cavani, sempre o quasi, lo stoccatore che batte da ogni posizione, anche quando forse bisognerebbe pensarci su almeno un secondo. Per il Matador non ci sono più aggettivi: strepitoso bucaniere, campione senza prezzo. Ma tutti girano a mille, dalla difesa, che ha atteso nel modo migliore il rientro di Cannavaro, cui Britos darà altri stimoli, agli esterni tornati stantuffi, ad Hamsik impeccabile ispiratore: peccato per gli episodi. Anche quello di De Sanctis sarà ricordato, alla stregua del folle retropassaggio di Aronica che lanciò il granata Sansone. Può accadere, sebbene non più di una volta nella vita calcistica di un portiere peraltro sempre attento e determinante come Morgan.

Il cammino inoltre è ancora lungo e può far ben sperare la voglia matta di vincere, quella che Mazzarri trasforma negli ultimi venti minuti d’assalto di Hamsik, Cavani, Pandev ed Insigne. Tutti insieme, senza fronzoli nè timori, sul campo dove la Juve soffrì maledettamente per portare via con i denti lo 0-0. La Vecchia Signora asfalta l’Udinese ma il Napoli ruggisce a Firenze. Anche questo coraggio è un bel segnale, da alimentare a Parma, nella seconda delle due trasferte consecutive, cui dovrà rinunciare lo squalificato Behrami. E il coro del dopo gara vede a braccetto Mazzarri e De Laurentiis, convinti entrambi che continuando così il Napoli potrà giocare davvero per qualcosa di importante. Con il mercato in entrata la società ha ben fatto la sua parte, senza proclami e con la costanza propria di un cronoman, squadra e tecnico non mollano dinanzi al passo regale della Juventus. Di più proprio non si può chiedere. A proposito di segnali, uno viene fuori dagli archivi e racconta di un gol di Paolo Monelli: era il 4 gennaio del 1987 e ad esser beffato, lontano dai pali che difendeva, fu un Garella proteso nella collettiva rincorsa al vantaggio viola. Il 10 maggio, proprio con la Fiorentina al San Paolo, il Napoli festeggiò il suo primo scudetto. Giochi della memoria, ricordi anche scaramantici per una piazza che non vuole smettere di crederci e che prende il pari del Franchi con filosofia: se all’andata la Viola non meritava di perdere, in terra toscana il Napoli avrebbe probabilmente dovuto raccogliere di più. Sintesi estrema dell’assunto che almeno sul campo, alla fine dei giochi, tutto torna in equilibrio…

[Silver Mele – Fonte: www.tuttonapoli.net]