Pagellone di fine anno: i voti ai 20 Direttori Sportivi di serie A

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Almeno tre volte all’anno, nel pentolone del “Pagellone” finiscono loro, i veri protagonisti del calciomercato: i direttori sportivi. Un potere occulto, perché molti di loro manovrano e guidano le società. Hanno un plotone di procuratori ai lori piedi e sono veri amministratori delegati. Alcuni capiscono anche di calcio. Il 2011 è ormai finito ed è tempo di giudizi. Da gennaio a dicembre sono trascorsi 4 mesi di calciomercato, due sessioni, e si può parlare di un campionato finito e di un altro giunto quasi a metà.

Atalanta, Zamagna-Marino Voto 7
Il giudizio va diviso, perché uno (Lele Zamagna) è stato l’artefice della promozione in A, l’altro (Pierpaolo Marino) è il protagonista di questo capolavoro bergamasco che consentirà alla famiglia Percassi un futuro pieno di soddisfazioni. Moralez-Denis-Cigarini-Masiello sono le dimostrazioni di quanto dietro la scrivania un DG possa fare la differenza. La gioia nascosta di Marino, per la qualificazione agli ottavi di Champions del Napoli, è quel mezzo voto in più fantasma che meriterebbe ma che non può finire in pagella.

Bologna, Roberto Zanzi Voto 6
Arrivato tra mille difficoltà, ha costruito una buona squadra che punta alla salvezza. Il rinnovo di Ramirez e l’acquisto di Diamanti hanno dato qualità al reparto offensivo. Il segreto è tutto in Di Vaio: se segna il capitano, il Bologna si salva senza problemi. Se si inceppa la sua macchina da gol, allora, sono guai.

Cagliari, Francesco Marroccu Voto 6
Il suo operato va sempre condiviso con il Presidente, parte attiva sul mercato. Ibarbo è una bella scommessa e la squadra ha basi solide, anche se fatica a diventare definitivamente grande. La squadra non trascina il pubblico, sempre più lontano dal Sant’Elia, e l’instabilità della guida tecnica non aiuta a far arrivare il filotto di risultati. Sarebbe interessante giudicare Marroccu in un progetto lontano da Cagliari, dove potrebbe emergere la vera mano del Direttore.

Catania, Pietro Lo Monaco Voto 7
E forse è anche poco… Non sbaglia un colpo, acquista bene e vende meglio. Il pacco di Natale per Galliani è pronto. Maxi Lopez è il suo ultimo regalo per il Presidente Pulvirenti. Quest’anno ha cambiato leggermente strategia, puntando anche su qualche italiano veterano, e gli è andata bene. Ha avuto ragione su Vincenzo Montella e gli hanno consegnato le chiavi della città. Torre del Grifo Village è la perla della Sicilia, una struttura senza paragoni in Europa. Il suo gioiellino. Altre tre salvezze ed il Catania avrà un futuro garantito tra le grandi d’Italia. Una delle poche città dove la parola progetto è riconosciuta dal dizionario italiano.

Cesena, Lorenzo Minotti Voto 6,5
Come scriviamo da fine agosto, Campedelli e Minotti hanno costruito una buona squadra, anche troppo forte per essere una provinciale. Hanno sbagliato una sola scelta (l’allenatore) e per poco non hanno pagato con gli interessi sulla loro pelle. Sono rinsaviti prima che fosse troppo tardi.

Chievo Verona, Giovanni Sartori Voto 6,5
Il vero artefice di questo successo clivense. Un giorno vorremo giudicare Sartori lontano dal Chievo ma, per adesso, siamo obbligati a ripetere sempre le stesse cose: è bravo ed indispensabile. Sui giovani sbaglia poche volte e sa vendere anche bene. Bravo nella gestione del “caso Sorrentino”. Adesso gli ha rinnovato il contratto, ma ad agosto il pericolo di perderlo è stato davvero concreto.

Fiorentina, Pantaleo Corvino Voto 4
Sono due anni strappati alla pensione; in fin dei conti il fatto di non essere andato in prepensionamento è l’unica cosa che ha indovinato, visti i tempi che corrono con i tagli del Professor Monti. Il suo ciclo è finito ma i Della Valle hanno la colpa di non averlo ancora capito. Prandelli via da Firenze è una macchia di Corvino, Mihajlovic a Firenze è una pecca di Corvino. Delio Rossi a Firenze è una vittoria di tifosi e Della Valle. A quando il ritorno in Puglia?

Genoa, Stefano Capozucca Voto 6
Nell’ombra acquista e vende bene. Per il suo club, è più importante di quel che sembri. Ha ottimi rapporti con l’Inter ed ottiene risultati economici importanti.

Inter, Marco Branca Voto 4
Il campo è lo specchio del mercato ed il suo specchio si è ormai rotto da un pezzo. L’incantesimo è finito, ha bruciato una miriade di allenatori ma l’unico ad avere responsabilità oggettive è lui. Non si spiega come mai Moratti gli conceda ancora fiducia incondizionata. Soldi spesi male ed altri non incassati per scelte cervellotiche. E’ finito un ciclo, lui non se n’è reso conto. Piero Ausilio potrebbe essere la giusta scelta interna.

Juventus, Giuseppe Marotta Voto 7
Chi ha i paraocchi ed è in malafede gli fa notare che Elia e Krasic non vedono il campo. Chi lo ha giudicato in maniera negativa un anno fa perché ha sbagliato ed adesso gli rende atto di aver fatto quasi tutte le scelte giuste rende merito ad un direttore che con la gavetta è arrivato fino a Torino. La sintonia con Conte ed Agnelli aiuta anche Marotta; adesso per la svolta definitiva occorrerebbe maggiore sintonia tra cugini, Agnelli-Elkann. Non solo apparente…

Lazio, Igli Tare Voto 5
Il giudizio negativo è per il direttore, non per la squadra o la società. Il merito di questa grande Lazio è del presidente fac-totum. Tare? Un discreto team manager.

Lecce, Carlo Osti Voto 4,5
Gli vogliamo più bene noi, di quanto lui ne voglia a sé stesso, altrimenti non avrebbe accettato una sfida persa in partenza. Sbaglia la scelta dell’allenatore, Di Francesco, e costruisce una squadra come fosse un castello di sabbia. La fretta di rientrare è stata cattiva consigliera.

Milan, Galliani e Braida Voto 7
In attesa del colpo Tevez, il giudizio va diviso in due parti: Taiwo non è proponibile per i grandi eventi ed El Sharaawy andava “parcheggiato” in prestito già da agosto. Nocerino ed Aquilani sono gli affari dell’estate, mentre occorre prendere un portiere al più presto. Handanovic è quel che serve per un grande Milan.

Napoli, Riccardo Bigon Voto 6,5
Il suo lavoro “sporco” è più importante di quel che appare agli occhi dei tifosi e dei giornalisti. Al fianco di Mazzarri c’è sempre lui ed è un segreto da non sottovalutare. Tra i più giovani e pronti della categoria. Dovrebbe avere solo meno fretta nella scelta dei calciatori, altrimenti rischia di bruciarli come fatto con Yebda, Fideleff, Sosa, Chavez ed altri… Sarebbe importante, per la sua carriera, staccarsi da Mazzarri; per non essere dipendente da nessuno. Da premiare stile e sobrietà che, in una piazza come Napoli, sono indispensabili.

Novara, Sensibile-Pederzoli Voto 6,5
Una piazza come Novara al top del calcio italiano è la fotografia di una società seria ed organizzata. Sotto la guida di Massimo De Salvo (34 anni) si fanno largo i giovani. Lo scorso anno è stato prezioso il contibuto fornito da Pasquale Sensibile, quest’anno quello di Mauro Pederzoli.

Palermo….
Prima dobbiamo capire chi è il direttore sportivo e poi lo giudicheremo.

Parma, Pietro Leonardi Voto 6,5
Tra mille difficoltà riesce sempre a costruire una squadra competitiva che possa mantenere la categoria; unico obiettivo della Proprietà. Serietà e sostanza al servizio della famiglia Ghirardi. Il bilancio del club, per lui, viene prima del suo stipendio.

Roma, Walter Sabatini Voto 4
Sopravvalutato da giornalisti ed addetti ai lavori, sta dimostrando il suo valore in una piazza che lo avrebbe dovuto consacrare a grande manager e non a grande bluff. Poche scommesse e troppi azzardi; non capiamo se le scelte siano tutte farina del suo sacco o debba rispondere ai comandi di Baldini. Delle due, l’una: ma la sostanza non cambierebbe…

Siena, Giorgio Perinetti Voto 6,5
Se qualcuno pensava che la squadra dovesse salvarsi già al termine del girone di andata, allora, non ha capito nulla. Si sta comportando benissimo, per essere una matricola, e tra gli allenatori emergenti l’unico ad aver indovinato il tecnico è Perinetti. Un piccolo capolavoro nell’operazione che ha portato Destro, per metà cartellino, in Toscana. Un direttore sportivo da esempio per i giovani.

Udinese, Fabrizio Larini Voto 8,5
A fine mercato ad Udine i tifosi parlavano delle cessioni e gli esperti di mercato paragonavano l’Udinese di oggi alla Sampdoria di ieri. Rispolverando l’archivio, il dato che emerge è un altro: Larini è il direttore perfetto per una piazza come Udine. Sotto la guida di Gino Pozzo sono arrivati i calciatori più forti del campionato: Handanovic, Benatia, Danilo, Isla, Armero, Asamoah, Di Natale, Basta ed altri 20 come loro. A gennaio arriverà un centrocampista e già ci lecchiamo i baffi.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]