Pescara: sei motivi per volare in alto

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logo-pescaraFischio d’inizio. Il sipario si apre sullo stadio Adriatico. L’avversaria è la Juve… Stabia. Va bene, la categoria non è più la A, ma che importanza ha nel cuore di un tifoso? E poi, ecco dei buoni motivi per sperare in una nuova stagione da batticuore.

1 – Niente più scommesse in panchina. Il Pescara è guidato da un vero leader, maestro di esperienza e di carisma. Ha trovato subito una forte affinità con i pescaresi, stregandoli nel loro punto debole, a colpi di 4-3-3 e spettacolo. Almeno è quello che dice il campo, in questo primo assaggio di campionato.

 2 – Stravolta e ridisegnata, la squadra è lontana anni luce dalla delusione della scorsa stagione. Dalle varie interviste, i giocatori stessi definiscono il Delfino un gruppo compatto e affiatato. Non più eterogeneo nella forma fisica, negli interessi, nell’attaccamento alla maglia, nella lingua. Il calcio mercato sapientemente diretto da Giorgio Repetto ha portato in riva all’Adriatico molti giocatori italiani, veterani e giovani da crescere e, quando riesce, far esplodere. E accanto agli undici titolari, una panchina a cinque stelle.

3 – I valori aggiunti. Prendi un Balzano, neo capitano biancazzurro, o un Nielsen, il “pescarese” che viene dal Nord, verrebbe quasi da dire. Ma la rivelazione più sorprendente porta il nome di Maniero, trasformatosi in un bomber implacabile. Eh si, c’è davvero qualcosa di elettrico nell’aria. C’è la voglia di lasciare il segno e, soprattutto, di farlo con questi colori. Niente più comparse. Il Pescara non è semplicemente un trampolino di lancio, è un progetto in cui credere fino in fondo e per cui mai arrendersi.

4 – La serie cadetta non nasconde le insidie della sua sorella maggiore. Motivo per cui in campo qualche errore viene perdonato e si può scommettere sul talento dei più giovani, che hanno tanta benzina nelle gambe. Cade a pennello la prodezza del ’92, Gaston Brugman, nel match contro la Juve Stabia.

5 – Un tifo noto per il suo calore che, a partite da questa stagione, potrà tornare a seguire al completo i biancazzurri anche in trasferta.

6 – Quello che non uccide fortifica, dicono. Anni fa la Pescara Calcio rischiava il fallimento, ma è stata salvata. Da allora è cominciata la sua inarrestabile scalata. La passata promozione ha sorpreso un Delfino senza mezzi, impreparato, che si avviava verso un cammino di passi falsi. La retrocessione lo ha reso più forte, pronto a tentare nuovamente l’impresa.

Se ho dimenticato qualche punto, aggiungetelo voi. Naturalmente, il campionato è lungo e non bisogna volare troppo in alto, altrimenti si rischia di bruciarsi le ali. Ma quella di sabato è stata una serata così bella che è impossibile frenare l’entusiasmo.

Ah, prima di concludere, ancora un pizzico di “sale” Marino … e la miscela è pronta.

[Alessandra Pelliccia – Fonte: www.lavocedeipescaresi.net]