Platini: “Non si vive due volte la stessa storia d’amore”

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michel platini

Al Festival dello Sport, Platini chiude con eleganza ogni ipotesi di ritorno alla Juventus, scegliendo di custodire la magia del suo passato

TRENTO – L’eco delle parole di Michel Platini risuona con la malinconia tipica delle grandi leggende. Al Festival dello Sport di Trento, Le Roi ha chiuso, con una frase degna di una sceneggiatura, il capitolo del suo possibile ritorno alla Juventus, stavolta in veste dirigenziale. Una voce che aveva infiammato la piazza bianconera, desiderosa di riabbracciare un’icona dopo anni di turbolenze societarie.

La risposta dell’ex fuoriclasse francese è stata una vera e propria dichiarazione d’amore, ma soprattutto di saggezza: “Tornare alla Juve? Non si vive due volte la stessa storia d’amore”. Un rifiuto che è al tempo stesso un inno alla grandezza ineguagliabile del suo passato.

Platini protegge il ricordo, lo cristallizza nell’epoca d’oro, rifiutando di rischiare che un secondo atto, quasi sempre meno glorioso, possa offuscare la magia della prima volta.

La sua posizione si staglia in netto contrasto con la tendenza del calcio moderno, dove i ritorni sono all’ordine del giorno, spesso con esiti alterni. Dove altri grandi ex, come Zinedine Zidane, hanno accettato di rimettersi in gioco sulle panchine dei loro club storici, Platini traccia una linea netta.

Per lui, il legame con la Juventus, fatto di Scudetti, Palloni d’Oro e la Coppa dei Campioni, è un patrimonio emotivo troppo prezioso per essere messo a repentaglio dalle logiche complesse e spesso ingrate delle dirigenze attuali.

Platini, però, non si sottrae completamente al mondo del pallone. L’ex numero dieci sposta l’obiettivo dal particolare all’universale, manifestando un desiderio di incidenza più alto: “Voglio fare qualcosa di buono per tutto il calcio, non per un singolo club.” Una prospettiva che guarda al futuro delle istituzioni e delle riforme, confermando che, sebbene la sua storia d’amore con la Signora sia finita, la sua passione per il gioco è più viva che mai.

Il suo “no” alla Juventus non è una chiusura, ma un atto di coerenza. Un finale elegante che consegna definitivamente il Re alla leggenda, senza il bisogno di ulteriori, e rischiosi, ritorni in scena.