Premier League, spaccatura con il sindacato dei calciatori

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I calciatori della Premier League, attraverso un comunicato ufficiale, hanno espresso tutti i loro dubbi circa l’eventuale taglio di stipendio.

LONDRA – Il Regno Unito è nel pieno dell’emergenza legata alla Pandemia da COVID-19 ma il picco sembra ancora lontano, a causa delle scarse misure precauzionali prese da Boris Johnson all’inizio. Gli effetti, ovviamente, stanno ricadendo anche sul calcio d’oltremanica con la Premier League che, nei giorni scorsi, ha dichiarato ufficialmente che non ripartirà nel mese di maggio. Sul tavolo, ora, c’è la questione stipendi visto che il Ministro della Salute ha chiesto ai calciatori di Premier League di accettare una riduzione del proprio salario fino al 30% per fronteggiare la crisi finanziaria che conseguirà dalla Pandemia.

La PFA (Professional Football Players), il sindacato dei calciatori, si è espressa sulla vicenda tramite un comunicato ufficiale: “Tutti i calciatori di Premier sono pienamente consapevoli del proprio ruolo e delle proprie responsabilità nella società durante questo periodo di crisi. […] La solidarietà e l’accantonamento di tutti gli interessi personali sono passaggi essenziali in questo momento. La detrazione salariale del 30% proposta per un periodo di 12 mesi equivale a più di 500 milioni di sterline di tagli e una perdita di contributi fiscali per lo Stato pari a 200 milioni di sterline. Questa cosa è stata presa in considerazione dalla Premier League e dal Ministro della Sanità Matt Hancock quando hanno chiesto ai calciatori di tagliarsi lo stipendio?”.