Preziosi: “Non voglio lasciare questa società allo sbando, 4-5 giocatori a gennaio”

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É un Enrico Preziosi a 360° quello che si è concesso ai microfoni dell’emittente genovese Telenord nella serata di mercoledì a “We Are Genoa”, la trasmissione di Pinuccio Brenzini. Ecco, in sintesi, i passaggi decisivi del lungo sfogo del patron rossoblù.

Il derby – “Ho visto solamente qualche minuto, qualche fase della partita. La differenza l’ha fatta la maggior decisione della Sampdoria. Nel secondo tempo siamo scesi in meglio in campo, ma non è bastato. L’atteggiamento in questi casi è l’aspetto più importante. Vorrei vedere una squadra con un piglio diverso, vorrei trattare i giocatori da uomini, affinché si rendano conto di quello che stanno facendo.”

Gasperini – “Con lui iniziai un progetto ben costruito. Le voci che raccontavano di un Gasperini che mi toglieva spazio d’azione sono delle stupidaggini. Dopo l’interruzione di quel progetto, ammetto di aver fatto fatica per riprendermi. L’andirivieni di giocatori e personale è stato davvero eccessivo.”

La contestazione dei tifosi 1 – “Al tifoso interessano poco le questioni e le sicurezze economiche che tengono in piedi questa società. Al tifoso basta guardare il risultato, e lo capisco. Ma negli anni della mia gestione si è sempre cambiato molto per un motivo o per l’altro: la retrocessione in C, la doppia promozione prima in B e poi in A. La dimensione del Genoa non è quella di un top club che vuole vincere, non è quella della “stella”. Non posso permettermi di annunciarla come hanno fatto altri.”

Lo Monaco – “C’è molta stima tra noi, ma è mancato il rispetto dei ruoli. Io sono l’azionista maggiore di questa società e l’operatività va condivisa con il sottoscritto. Stella? Io non l’avrò lasciato lavorare, ma non so come ci avrebbe potuto fare.”

Società in vendita – “Non voglio vendere questa società, ma conservarla in una condizione dignitosa. Questi anni ci sono costati decine di milioni di perdite che ho dovuto risanare vendendo i pezzi pregiati. Vorrei che la gente capisse gli sforzi che ho compiuto per questa realtà. Se qualcun altro pensa di poter fare meglio io sono qui, se qualcuno ha a cuore l’orgoglio genoano e genovese io sono qui. Aspetto, ma non vendo perché non voglio lasciare questa società allo sbando. Compratori seri qua non se ne sono visti”

La contestazione dei tifosi 2 – “La rottura con i tifosi, che ho sempre stimato, mi ha fatto molto male. Capisco ogni tipo di critica, anche perché i risultati negativi fin qui raccolti sono sotto gli occhi di tutti. Non accetto però le azioni contro il Genoa: gli avvenimenti della partita con il Siena hanno attentato alla sicurezza della società. Ora il leit-motiv è “dare addosso a Preziosi”, me ne rendo conto. Ma io non capisco qual è la vera tifoseria del Genoa: se è quella dei 30mila in Serie C o è quella del triste episodio di Siena. Purtroppo non l’ho ancora capito. C’è la presunzione di essere diversi dagli altri quando poi si combinano cose come quelle viste nella partita con la squadra toscana. Sono pronto ad accettare ogni critica, ma io più che rimediare ai miei errori non posso fare. Non voglio rovinare la mia azienda e la mia famiglia per il calcio, ma posso mantenere dignitosamente questa società.”

La dimensione del Genoa –”La realtà del Genoa non è quella dei top club. Non si possono più buttare via i soldi. Come posso pagare gli stipendi senza degli introiti? Non ci sono le condizioni per delle ambizioni più alte. Siamo arrivati al punto che la tranquilla posizione nella parte sinistra della classifica è diventata noiosa. Ma a Genova chi li ha mai visti i giocatori che ho portato io, anche se non ci sono stati per anni? Mi dicono di guardare alla realtà dell’Udinese: fino a pochi anni fa lottavano per non retrocedere. I periodi cambiano per tutti nel calcio.”

Futuro  – “In B non ci andiamo. Ho già parlato con Delneri e per il mercato di gennaio abbiamo in programma 4-5 giocatori, uno per reparto. Sampirisi? Credo che sia meglio del tanto decantato Tomovic, che a Firenza non gioca. Ferronetti era l’alternativa che avrebbe dovuto alternarsi e aiutarlo nella nuova dimensione della Serie A, ma si è fatto male. Servirà un centrocampista e poi un attaccante, perché Borriello e Immobile non possono giocare sempre. Il Genoa ha un buon patrimonio a disposizione, non c’è alcun rischio a livello economico. Insultatemi, protestate, capisco le vostre ragioni. Ma se si vuole bene al Genoa dobbiamo restare uniti. Adesso cercherò di fare quello che posso fare, anche senza il consenso della tifoseria.”

Appello ai tifosi – “Dire forza Genoa in questo momento non sgorga facile come una sorgente. Chiedo ai genoani veri, e anche a quelli meno veri, di avere pazienza. I miei errori possono essere modificati in corsa ma per uscire da questo momento non abbiamo bisogno di una volontà un po “maligna”. Se fa più comodo creare un clima che ci porti direttamente all’inferno, questo è il peggio che può capitare al Genoa. Ho ricevuto diversi attestati di stima e solidarietà ma voglio dire anche a chi mi odia di non pensare a me ma al bene del Genoa. Il male del Genoa non sono io, appena arriva qualcuno meglio di me non faccio fatica a passare la mano. Io rispetto anche gli ultrà che mi contestano, dico solo di avere pazienza, io non sono un problema”

[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]