Raffaele Rubino, profeta … ma non in patria

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Nelle ultime ore a catturare le attenzioni di tutti gli addetti ai lavori sono state le imprese di un nostro conterraneo, di un barese purosangue. Stiamo parlando di Raffaele Rubino, capitano e ormai bandiera del Novara.

Il gol realizzato l’altro ieri in occasione della gara interna contro il Parma ne ha definitivamente scritto il nome nella storia del calcio italiano. Quella che è stata la sua prima marcatura nella massima serie ne ha fatto l’unico giocatore ad aver realizzato almeno una rete con la stessa squadra, in tutte le categorie professionistiche.

Stessa impresa sfuggita qualche anno fa ad un altro giocatore legato a doppio filo con la città di Bari, l’indimenticato Igor Protti che con la maglia del Livorno era riuscito a segnare in tutte le serie, tranne che nella vecchia C2. Evidentemente era destino che a stabilire un simile record fosse un barese; stavolta di nascita e non di adozione.

Si, perchè Raffale Rubino è nato proprio a Bari nel 1978 ma con la maglia biancorossa non ha mai giocato, neanche una presenza ufficiale. Cresciuto nel vivaio, ha cercato e successivamente costruito altrove la sua fortuna che lo ha portato alla sua non più giovanissima età, a togliersi questa grande soddisfazione. Dopo aver lasciato il Bari era infatti rimasto in provincia, vestendo la maglia del Bisceglie per quattro stagioni; poi l’esperienza al Brescello (la celebre cittadina di Peppone e Don Camillo), quindi l’ottima parentesi alla Pro Sesto che gli apre le porte della sua prima esperienza a Novara, stagione 2001-2002.

A notarlo è il Siena con cui conquista la storica promozione in serie A, dove poi esordisce nella gara interna contro l’Inter. Sembrava arrivata per lui finalmente la consacrazione, ma il suo peregrinare era ancora all’inizio; nel gennaio 2004 il passaggio al Torino, in B, dove però non lascia grandi tracce. Al termine di quella stagione, ancora un cambio di maglia, e il secondo ritorno a Novara dove inizia a segnare con una certa continuità; sembra destinato a mettervi radici, ma nel gennaio 2005 si trasferisce alla Salernitana.

Ecco dunque il terzo ritorno in Piemonte, ancora in C, dove firma 10 gol che però non gli valgono la conferma: nel 2006 vive anche l’esperienza in terra umbra, con la casacca del Perugia, segnalandosi con altrettanti 10 gol in stagione. Rubino sembra aver trovato la sua dimensione, è pronto a fermarsi dopo tanto girovagare. Macchè…niente ancora.

Nel 2007 il quarto, e stavolta definitivo ritorno a Novara. Non si muoverà più, diventando il simbolo di tutta una città. La sua grande presenza e personalità ne fanno il capitano dei novaresi che con Attilio Tesser in panchina, iniziano a scrivere una favola incredibile; due promozioni consecutive e doppio salto dalla Lega Pro alla serie A.

L’inizio di stagione per Rubino non è stato di più semplici: prima l’ infortunio che ne ha ritardato l’entrata in condizione, e poi certamente la concorrenza di gente più abituata alla massima serie. Ma ecco che quando la situazione del Novara si era fatta difficile, il capitano Rubino ha tolto con le sue prestazioni le castagne dal fuoco; la settimana scorsa, alla sua prima presenza da titolare aveva più volte sfiorato la rete, ma ieri non ha perdonato.

Grande incornata di testa, poi in ginocchio sotto la curva dei suoi tifosi, incerduli e commossi.

Non ha mai vestito la maglia biancorossa, ma è uno di noi e vogliamo ricordarlo così. Oggi la Gazzetta dello Sport lo ha premiato con un 8 in pagella, tributo oltre che alla prestazione e al gol, anche ad una carriera straordinaria pur se non di altissimo livello.

La parabola di Rubino, biancorosso nel cuore e novarese di adozione,oltre che una splendida pagina del nostro calcio, è una stupenda storia di sport. Chapeau!

[Domenico Mancini – Fonte: www.tuttobari.com]