Reja: “Udinese-Lazio può diventare decisiva, ci sta girando male”

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FORMELLO – Alle 13.30 nel centro sportivo biancoceleste ha preso la parola il tecnico Edy Reja per presentare la partita di domani sera con l’Udinese. La Lazio in questo incontro si giocherà buona parte delle sue chance di raggiungere il terzo posto visto che dopo il pareggio con il Lecce e la sconfitta con il Novara, gli uomini del goriziano sono chiamati a una difficilissima prova di forza e carattere.

Udinese-Lazio può decidere la stagione? «Considerato che gli scontri diretti sono determinati, questo lo è. Può decidere le sorti di una o dell’altra compagine. Veniamo da un momento non positivo, quindi è una gara importante e determinante. Dobbiamo affrontarla nella maniera giusta».

Lo striscione portato ieri dai tifosi? «Lo abbiamo accolto con grandissimo piacere. In questo momento di difficoltà i veri tifosi sono venuti qui, i ragazzi hanno visto questo striscione che ha dato ulteriore carica. Cercheranno di dare il massimo anche per soddisfare questi tifosi che lo meritano. Ulteriori motivazioni in un allenamento che con il caldo poteva essere un po’ più blando, invece c’è stato il piglio giusto».

Una finale vera e propria? «Abbiamo altre tre partite, con punti a disposizione. Non si può stabilire, però per quanto ci riguarda fare punti a Udine potrebbe cambiare la nostra prospettiva futura. Anche l’Udinese non è brillante come in altre situazioni, mi auguro che da qui alla fine del campionato la Lazio possa ritrovare condizione e spirito giusto. Determinanti sono tutte, con Siena, Atalanta e Inter. Mi piacerebbe arrivare all’ultima con l’Inter con ancora in gioco la Champions».

Cosa va e cosa non va? «Ci sta girando male. Con la Juve abbiamo perso nei minuti finali, poi abbiamo avuto l’altra partita inc asa con il Lecce in cui abbiamo sottolineato demeriti e difficoltà, a Novara due tiri in porta e due gol. Noi invece 4-5 opportunità da rete. Sono convinto che le compensazioni nel calcio ci sono e adesso la Lazio si aspetta un po’ di buona sorte da qui alla fine del campionato».

Udinese in crisi? «Dal punto di vista dei risultati ci sono un po’ di difficoltà, ma dal punto di vista del gioco, contro l’Inter, non ho visto un Inter che è riuscita a fare grande gioco. Ho visto una grande prestazione dell’Udinese, soprattutto nel secondo tempo. Sui 90′ l’Udinese non avrebbe meritato di perdere, l’Inter ha avuto 2-3 episodi a favore. Il 3 a 1 condiziona molto, ma chi ha visto la partita sa che l’Udinese non è in crisi».

Un pensiero sulle dimissioni di Guardiola? «Vedere giocare il Barcellona di questi anni è stato qualcosa di straordinario. Una squadra che faticava solo quando doveva conquistare la palla. Dopo 2 o 3” tutti erano in condizione di poterla riconquistarla, una squadra ben organizzata. Guardiola lo capisco perfettamente, sto da 2-3 anni qui alla Lazio, so cosa significa preparare la gara, guardare videocassette, la tensione. A volte si ha la necessità di staccare veramente. La responsabilità e l’impegno è particolarmente impegnativo, soprattuto per una squadra come il Barcellona che è sempre impegnato in tutte le competizioni. Lo capisco e lo ammiro, anche la società. Ieri ho visto per caso la conferenza, c’è stata una pacatezza, due parole semplici “si gira pagina”. Avevano già programmato tutto quanto. Ti dà veramente il senso dell’efficienza e del perché arrivano a certi risultati. Programmazione e serietà. L’abbraccio con il Presidente non poteva essere diversamente visti i risultati ottenuti, ma è stato veramente emozionante. Mi ha commosso, e ho apprezzato questo sistema per chiudere una parentesi e aprirne un’altra, anche per non dare l’opportunità di chiacchierare. Nel calcio meno si chiacchiera e meglio è».

Anche Reja al termine della stagione potrebbe fare come Guardiola? «Le esigenze mie nell’allenare la Lazio sono comunque alte, perché c’è pressione e tutto. Io però riesco a farcela e voglio continuare a fare questo lavoro. Non so se qua o da altra parte. Adesso sono concentrato solo su questo obiettivo, vogliamo raggiungere il “paradiso”. Siamo terzi, ne abbiamo parlato anche ieri con i ragazzi, siamo concentratissimi per dare il 110% da qui fino alla fine del campionato».

Come sta la squadra, è condizionata dalle ultime partite? «Un po’ di condizionamento c’è. Subito dopo c’è la voglia di rivincita. Dopo ogni sconfitta bisogna guardare avanti ed essere propositivi. Questa è una squadra che può andare avanti a testa alta sotto il punto di vista di impegno e volontà. Abbiamo avuto delle difficoltà, spero siano finite per affrontare queste 4 partite con il piglio giusto».

Barcellona di Guardiola come il MIlan di Sacchi? «Il Milan di allora era una squadra sicuramente spettacolare. Però rispetto a quello di Sacchi, per quanto riguarda il campionato nazionale mi sembra che abbia vinto poco rispetto al valore che aveva. Il Barcellona di Guardiola su 18 trofei ne ha vinti 14. Potrebbe vincere anche la Coppa del Re. Ha vinto tutto. Il Milan anche ha vinto, ma per quanto riguarda il campionato nel complesso ha vinto meno. Il gioco di Guardiola penso sia stato stratosferico ed eccezionale, per continuità. Barcellona in Italia qualche difficolta? Può darsi. Noi abbiamo preso un po’ tutti da Sacchi per quanto riguarda impostazione dal punto di vista tattico e professionalità. Lui ha dato una svolta in quel periodo, ha creato dei seguaci che hanno voluto esagerare in questo tipo di filosofia e in alcuni casi hanno rovinato anche alcuni settori giovanili con fuorigioco a centrocampo. Lui adottava queste tecniche ma con criterio. Chi ne ha seguito le orme in alcuni casi ha modificato la sua interpretazione, esasperandone i concetti. Ad ogni modo Sacchi ha datto delle innovazioni importanti. C’è stato qualcun altro prima, Orrico, è stato lui a dare questo inizio del concetto prima di Sacchi. Bisogna dare anche a lui i meriti».

All’interno dello spogliatoio c’è un clima diverso, c’è la piena convinzione di raggiungere il traguardo? «Guai che non ci fosse. I ragazzi sono orgogliosi si appartenere a questa società e questi colori. Abbiamo ancora tutto aperto, tutte le partite ancora da giocarcele, c’è la convinzione di andare già da domani a Udine ed affrontarla per fare la partita e metterli in difficoltà».

Come sta Konko? E la Lazio è pronta per la difesa a tre? «Credo sia utilizzabile. Oggi faremo l’ultima rifinitura, e anche se è lontano dalle gare ufficiali dovrebbre fare 90 minuti. Se mi dà garanzie partirà dall’inizio altrimenti andrà in panchina, ma l’importante è che non senta più dolore».

Cosa cambierebbe rispetto alla partita dell’anno scorso con l’Udinese? E cosa direbbe ai suoi ragazzi? «Di non sbagliare rigori sicuramente [ride]. Mi auguro che quest’anno tocchi alla Lazio. Che Guidolin ci dia anche a noi l’opportunità di centrare questo obiettivo. Per gli incidenti che abbiamo avuto credo che lo meriti la Lazio, senza nulla togliere all’Udinese di Guidolini, Negli ultimi due anni siamo state due squadre al vertice. Stiamo lavorando molto bene. Se avessimo avuto  un po’ più di fortuna dal punto di vista degli infortuni, a quest’ora forse qualche punto in più lo avevamo».

[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]