Roma, l’analisi del 2016: l’anno di Spalletti

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Roma, Fantacalcio: il bilancio 2016, l’andamento della squadra

ROMA – L’anno di Luciano Spalletti, protagonista nel bene e nel male. Sintesi del 2016 della Roma.

La rinascita sul campo

Per la Roma l’anno che sta per finire é  stato positivo. Non sono arrivati titoli ma il rendimento é stato altissimo. I punti ottenuti sono stati 86, 84 dei quali conquistati con Spalletti che, subentrato a metà gennaio a Rudi Garcia, ha dato una svolta riportando disciplina e trasformando il gruppo in squadra.

Con lui in panchina in 47 partite complessive, tra campionato e coppe, la Roma ha vinto 29 volte, pareggiato in 10 occasioni, ed è stata sconfitta solo in 8 partite, di cui due contro la Juve e due contro il Real Madrid negli ottavi di Champions League.

I giallorossi hanno disputato uno straordinario girone di ritorno e chiuso lo scorso campionato al terzo posto con 80 punti, dopo aver addirittura sperato di poter lottare per lo scudetto.

E nella stagione in corso la Roma é  seconda in classifica a 40 punti, ha il secondo migliore attacco con 39 gol e la seconda miglior difesa con 18 reti subite preceduta soltanto dalla Juventus. Il solo difetto di questa squadra é quello che in trasferta è solo una brutta copia di quella che i tifosi giallorossi ammirano all’Olimpico,  dove non ha mai perso.

L’unico vero fallimento di quest’anno é stato il preliminare di Champions, perso malamente in 9 uomini in una serata di ordinaria follia di fine agosto dal Porto,  con conseguente eliminazione dalla competizione europea ancora prima di poterla cominciare.

Il conflitto con Totti

Il 2016 giallorosso sarà ricordato anche per il grande conflitto tra Spalletti e il Capitano Francesco Totti. Un rapporto difficile tra due personalità forti fatto di diverbi e complimenti, allontanamenti e riavvicinamenti, gesti di pacificazione e dichiarazioni al vetriolo.

Dal suo ritorno sulla panchina giallorosso Spalletti ha concesso solo scampoli di partita a Totti che, alla soglia dei 40 anni, non è più centrale nel progetto tecnico dell’allenatore toscano. Un ruolo da comprimario che l’attaccante romano non accetta, chiedendo rispetto e rispondendo poi sul campo dove, seppur schierato solo negli ultimi minuti di partita, si rivela spesso decisivo per i destini giallorossi conquistandosi il rinnovo.