Roma, il punto: deludente inizio stagione, parola ai tifosi

234

Inizio di stagione deludente, parlano i tifosi: all’ analisi di critici e giornalisti, si abbina quella degli innamorati di Roma, sfiancati da una partenza segnata da sorprese tutte in negativo. Tramite la pagina Facebook di Forzaroma.info abbiamo chiesto un’opinione al popolo giallorosso, cercando di esaminare quali sono le sensazioni dopo un mese di gare ufficiali.

SOCIETÀ – Il fulcro di un biennio che si sta trascinando tra molte ombre e poche luci deriva soprattutto dalla confusione a livello societario: figure incerte e voci inconsistenti, idee ed interpretazioni che segnalano una diversità di vedute in seno alla dirigenza. Unicredit e americani, due facce della stessa medaglia in un momento di incredibile impasse: uno degli appunti che i tifosi giallorossi fanno ai “quadri” romanisti è un “eccesso di leggerezza” sia nell’affrontare le questioni extra calcistiche (non ultimo le infinite polemiche che hanno preceduto Juventus-Roma) che nel pianificare l’aspetto squisitamente sportivo.

Dopo il benservito a Di Benedetto, con James Pallotta lontano dagli occhi e dal cuore, tutta l’attenzione si sposta su Franco Baldini e Walter Sabatini (“sono come il Gatto e la Volpe”): mente e braccio di un progetto che stenta a decollare, minato alla base dal peccato originale di una campagna acquisti incompleta, con l’aggravante di non aver fatto tesoro degli errori commessi lo scorso anno. C’è chi parla di “totale incompetenza”, mentre sono tantissimi a domandarsi come si possa essere arrivati a questo punto pur conoscendo le lacune di una rosa a tratti “illogica”. Riprendendo il mea culpa del direttore sportivo, in molti sposano la tesi dei giocatori “sopravvalutati”: l’errore è di fondo e l’amarezza che traspare dalle parole della gente fa leva sulla fiducia quasi biennale riposta nelle capacità di Sabatini; risulta incredibile come, nonostante le evidenti mancanze in alcuni settori nevralgici, in tre sessioni di mercato non si sia riusciti ad intervenire in modo concreto.

La frustrazione si evince dai numerosi “vattene” indirizzati alle due figure di maggior spicco nei quadri dirigenziali: per Baldini il futuro potrebbe essere il Tottenham (“volesse il cielo” il commento di un tifoso) mentre l’ex palermitano andrà in scadenza di contratto, due incognite che pesano notevolmente sul futuro di tutta la società.

GIOCATORI – “Troppi giovani” e poco carattere: le due tesi sono le più gettonate, soprattutto la seconda si lega in modo indissolubile alle figuracce che da più di un anno la Roma fa in diversi stadi d’Italia. Andato via il parafulmine Luis Enrique, i calciatori si trovano a fare i conti con un’imbarazzante realtà: “zero mordente, niente attributi, pochissima convinzione e grinta lasciata chissà dove”.

Quasi tutti i tifosi comprendono bene come la giovane età di alcuni interpreti (Tachtsidis e Florenzi su tutti) non permetta loro di coniugare al meglio la tecnica e l’animo combattivo, in particolare nelle gare come quella di sabato sera, dove un ambiente ostile ed un avversario nettamente superiore hanno palesato tutti i difetti di una rivoluzione che poggia sulla “linea verde”: il tiro si sposta di nuovo sugli errori di mercato e sono tantissimi a rimpiangere gente del calibro di Heinze e Borini, senza dimenticare la colpevole assenza di rinforzi sulle fasce.

Da quello che si legge la sensazione è che, da adesso in poi, anche il parco giocatori dovrà sforzarsi nell’accettare le proprie responsabilità: sono in pochi a salvarsi, fatta eccezione per Francesco Totti (“è sempre il più forte”) Pablo Osvaldo e Alessandro Florenzi, tutti possono dirsi sotto esame. Anche per Daniele De Rossi si prospettano periodi caldissimi: in tanti cominciano a tirare le somme dopo il rinnovo contrattuale di questa estate, analizzando la situazione di Capitan Futuro e le sue prestazioni negli ultimi tempi. “Ormai ha la pancia piena” oppure “È irriconoscibile”, frasi che evidenziano un malcontento nei confronti di uno degli uomini più rappresentativi in casa Roma. C’è da riflettere, insomma, ma qualcuno si appella ancora alla “sfortuna”, facendo il paio con chi, circondato da un’aura di sano ottimismo, chiede “pazienza per un progetto destinato ad andare avanti.”

TECNICO Da Luis Enrique a Zeman, salto generazionale ma risultati (fino ad ora) analoghi: lo spagnolo era alla sua prima esperienza di livello, il boemo si trova ad affrontare l’ultima occasione della sua carriera, due storie agli antipodi che stanno recitando lo stesso copione; tra gli elementi del fallimento di queste prime settimane Zeman è comunque considerato quello meno “influente”: la tifoseria, al momento dell’annuncio del suo ritorno, ha rispolverato ricordi e sensazioni, portando alla mente emozioni spesso estreme e preparandosi psicologicamente alla filosofia totalizzante del mister.

C’è un grande alibi, sotto forma di dato concreto, condiviso da tutti i tifosi: “non ci sono i giocatori adatti al calcio di Zeman”. Vero, ma qui si ritorna agli errori in occasione della campagna acquisti: non mancano però le critiche e c’è chi suggerisce all’allenatore di adoperarsi per “cercare di adattare i calciatori ai suoi schemi”, un esercizio cominciato sin dai primi giorni di ritiro a Brunico. Avanti con il boemo, insomma, a patto che riesca a creare la giusta alchimia in una rosa che di zemaniano ha ben poco.

[Mirko Porcari – Fonte: www.vocegiallorossa.it]