Roma, la vera missione? Far di Borriello l’arma in più

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Meno sei giorni al fatidico inizio del campionato. Sì, nel resto d’Europa già si gioca da un pezzo, ma qui in Italia la “tarantella” dello sciopero dei calciatori ci costringe ad attendere altre 144 ore per poter ammirare la prima Roma “americana” in Serie A.

Occhi puntati sui volti nuovi, sui ragazzotti freschi e talentuosi scelti da Walter Sabatini per rinforzare l’organico giallorosso. Ci sono alcune situazioni da archiviare in fretta: l’amaro ricordo dell’eliminazione europea ad opera dello Slovan Bratislava ed il fastidioso caso Totti, portato avanti dalla comunicazione cittadina con orgoglio e fierezza. Perché creare la notizia è importante: a maggior ragione se la notizia non c’è. Troppe chiacchiere, come sempre. Troppa fuffa, pochi fatti. Baldini, Totti, Luis Enrique, Sabatini: tutti nel marasma ed il casino è fatto. Non ci piace. Aspettiamo la Roma, il primo atto contro il Cagliari. Perché è il campo l’unica cosa che realmente conta.

L’undici scelto da Luis Enrique? Un bel terno al lotto. Il tecnico spagnolo avrà addosso gli occhi di un popolo intero. Occhi di fuoco. Ora non ci sono più scuse: la Roma è forte e deve vincere. Basta esperimenti, stop alle scelte incomprensibili. Non è più il caso di ricorrere alla “provocazione” tecnica, perché il mercato in entrata ha prodotto pedine idonee ad innalzare il livello generale della squadra. Con Stekelenburg pilastro indiscusso dei pali, quali saranno i volti più o meno “fissi” della difesa? Juan sta tornando, Kjaer è arrivato, Burdisso c’è sempre stato. Tre centrali per due posti, Cassetti e José Angel sulle fasce. L’odore dell’emergenza non si sente più. La mediana s’arricchisce con gli ingressi di Gago e Pjanic: meglio un 4-2-3-1 con l’argentino al fianco di De Rossi e l’ex Lione più avanzato? E’ un’idea, ma al momento è preferibile restare concentrati sul “barcelonista” 4-3-3.

L’attacco è il reparto che intriga di più. Tanti uomini, tante risorse, qualche incognita. Totti, aldilà del blaterare comune, resta una risorsa di primaria importanza; Bojan dovrà solo trovare il gol per “rompere il ghiaccio”; Lamela, causa infortunio alla caviglia, sarà in campo un po’ più in là, tra fine settembre e inizio ottobre. Di Osvaldo, cosa dire? Alle buone premesse seguano i fatti. Se l’Italia intera riuscirà a ritagliarsi un’immagine nuova dell’ex flop di Fiorentina e Bologna, vivremo tutti felici e contenti. Senza dimenticare lui, l’uomo chiave: Marco Borriello. Emarginato, accantonato, bistrattato. Ma pur sempre il “puntero” dei 17 gol realizzati nella scorsa stagione. Non rientra negli schemi di Luis Enrique? E’ un luogo comune, i grandi giocatori non hanno problemi di questo tipo. Borriello è uno che fa gol, determinando partite e situazioni. Fare a meno di lui? Un delitto. Far di lui il valore aggiunto? La vera missione di Lucho e della nuova Roma.

[Alessio Nardo Fonte: www.forzaroma.info]