Samp, Viscardi: “La rosa non è da retrocessione. Tensione attanaglia i giocatori”

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Non sarò molto originale, ma non so proprio più cosa dire, né cosa pensare. Siamo qui a commentare ancora una sconfitta, la quinta casalinga consecutiva, la sesta nelle ultime sette partite a Marassi, la nona nel girone di ritorno, che ha fruttato finora una vittoria e tre pareggi.

Sei punti. Hai voglia ad essere ottimista, a lodare una tifoseria che davvero non ha uguali e possiede uno stile che rende inimitabile ed inarrivabile la gente blucerchiata.

Il bello è che persino i numeri rendono surreale la situazione di oggi. Due mesi fa, pur convinto che non sarebbe stato facile uscire da una classifica che si andava facendo sempre più complessa anche a causa della enorme fatica che la squadra faceva in campo, con il calendario in mano mai più avrei pensato di dover commentare tre sconfitte come quelle contro Cesena, Parma e Lecce. Persino dopo le prime due il pensiero ricorrente era: ma figurati se perdi anche la prossima. I numeri nel calcio contano, eccome se contano, e certe serie non possono essere infinite. L’ho sempre pensato, e continuo a pensarlo, forte delle teorie dei miei maestri.

E’ evidente però che a pesare sono altri numeri: quello di una squadra che fa poco possesso palla; quello di un attacco che segna con il contagocce (ed è il meno), e soprattutto crea poche occasioni da gol; quello di una difesa coriacea ma che un gol finisce sempre per prenderlo. Ora, purtroppo, il patrimonio principale in dotazione alla Sampdoria in questo girone di ritorno – il calendario favorevole – è stato quasi completamente dilapidato. Non che non ci sia in assoluto alcuna chance di cavarsela, sia chiaro. Ma anzitutto è ormai questione proprio di cavarsela, oppure no.

Pareggiando – pareggiando! – queste tre partite, la Sampdoria avrebbe ora trentacinque punti. Avrebbe probabilmente concluso tra i fischi tre match, ma sarebbe a meno cinque (una vittoria e due pareggi) dalla salvezza. Tutto uguale a come è andata, fischi inclusi, ma zero punti. Un assurdo anche sul piano della logica. Non è in discussione il fatto che la squadra a gennaio sia stata amputata del suo potenziale offensivo, ma è anche vero che la rosa non è da retrocessione, nemmeno l’attacco. E’ però sotto gli occhi di tutti che la tensione (ma sarebbe il caso di dire il terrore) attanaglia i giocatori, molti dei quali non abituati a lottare a queste (basse) latitudini di classifica, e soprattutto non “programmati” per ritrovarsi in questa palude dopo una stagione iniziata sotto ben altri auspici.

Dopodichè va detto – ma non è un’attenuante – che alla Sampdoria non ne va mai bene una. Tutti, tutti gli episodi danno addosso ai ragazzi in blucerchiato, che – ad esempio – non hanno mai avuto a disposizione – se si eccettua il rigore sbagliato da Maccarone contro il Parma – un’occasione rubacchiata come quella capitata oggi sui piedi di Di Michele, che ha di fatto indirizzato una partita che poteva sicuramente avere un esito diverso. Rivedendo i flash della partita contro il Lecce, i due gol dei salentini sono arrivati da svarioni difensivi e da rimpalli sfortunati. Le occasioni della Samp – arruffona, disordinata, spaventata, ma stavolta grintosa e determinata come raramente quest’anno – sono state molte di più, e più nitide.

Credo abbia ragione Cavasin quando, magari in maniera un po’ provocatoria, dice che il miglioramento c’è stato e che l’allenatore, lui, non lo cambierebbe, Contro il Lecce si sono visti abbozzi di manovra diversi dal consueto, con sovrapposizioni laterali, continuità offensiva, addirittura parecchi cross (spesso fuori misura anche per la desuetudine a farne, visto che stiamo parlando di un oggetto misterioso in questo torneo). Se fossimo a febbraio mi potrebbe anche stare bene. Ma siamo ad aprile, e la forma di Pozzi e Palombo, che in effetti qualcosa di più portano, è ancora lontana dall’essere accettabile, determinazione a parte.

Si può ancora fare, ma francamente la speranza si fa flebile. Il prossimo turno è per giunta molto sfavorevole, a differenza di quest’ultimo, che però ha portato cattive notizie anche da molti altri campi. Il margine di errore è ormai quasi zero, e in queste condizioni si è costantemente sotto il ricatto della sorte, dell’episodio, del rimpallo. Che, come abbiamo visto, non sono alleati della Sampdoria. A differenza dei tifosi, che non meritano niente di tutto questo, ed anzi stanno profondendo il meglio. Basterebbe che ogni tanto due più due facesse quattro…

[Giuseppe Viscardi – Fonte: www.sampdorianews.net]