Dal calendario alla salute: tutti i dubbi dei club di Serie A

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La Serie A vuole tornare a giocare (forse il 24 maggio) ma alcuni club nutrono forti dubbi sull’eventuale ripresa della stagione

ROMA – I prossimi trenta giorni saranno cruciali per capire se il nostro Paese avrà superato l’emergenza legata alla Pandemia, saranno giorni cruciali per capire se il campionato di Serie A possa ripartire. La riunione della UEFA, andata in scena ieri, ha riacceso qualche speranza visto che le 55 Federazioni vogliono chiudere la stagione, correndo il rischio di giocare anche ad agosto inoltrato. La Serie A vuole tornare a giocare il prima possibile, entro il limite delle possibilità, ma alcuni club (es. Brescia, Sampdoria, Torino..) sono piuttosto contrari circa la ripresa della stagione. Diverse sono le motivazioni da parte dei club che guidano il Partito del “no”. Scopriamole:

Tutti i dubbi di alcuni club di Serie A

  • Per chiudere entro il 30 giugno ci si dovrebbe allenare dopo metà aprile e riprendere a giocare il 7 o 16 maggio, costringendo i club a una gara ogni tre giorni. Con il rischio di infortuni per giocatori sotto stress agonistico.
  • Se la data di chiusura della A dovesse slittare a luglio servirà un permesso della FIFA per prolungare i contratti dei giocatori in scadenza al 30 giugno.
  • Sempre in caso di prolungamento della stagione una proroga si renderebbe necessaria anche per la presentazione dei bilanci dei club e delle licenze per l’iscrizione alla stagione seguente
  • Bisognerà modificare le licenze UEFA e i parametri del Fair Play Finanziario.
  • Bisognerà rivedere le finestre di inizio e fine mercato.
  • Finita la stagione con l’assegnazione delle coppe (si parla di finali a luglio o agosto), dopo poche settimane partirebbe la nuova stagione. In pratica: una breve pausa e si tornerebbe in campo (a porte chiuse) di fatto eliminando la preparazione fisica dei giocatori.
  • I nuovi acquisti sarebbero catapultati in campo senza avere il modo di conoscere i compagni.
  • Tornando a giocare, anche le rinunce delle mensilità di stipendio da parte dei calciatori potrebbero saltare.