Le due ipotesi estreme per concludere il campionato di Serie A

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Le due ipotesi estreme per concludere il campionato di Serie A

Secondo quanto riportato dal quotidiano “Repubblica” la Serie A starebbe studiando due ipotesi estreme per concludere la stagione.

ROMA – Sono giorni importantissimi per le sorti della stagione 2019/2020. La Lega Serie A è entrata in rotta di collisione con l’Associazione Italiana Calciatori, circa il tagli degli stipendi, ma la volontà di entrambe le fazioni è quello di ripartire concludendo la stagione. A tal proposito, il quotidiano Repubblica ha riportato che i vertici calcistici del nostro Paese stanno valutando anche due ipotesi piuttosto estreme, partendo dal presupposto che una mancata ripresa della stagione in corso potrebbe avere effetti importanti sulla prossima. Di seguito le due ipotesi estreme al vaglio della Lega Serie A:

Seguire il calendario solare

La prima idea sarebbe quella di seguire il calendario solare e non quello sportivo: chiudere la stagione in inverno e r tornare in campo con la nuova annata nel gennaio del 2021, con stop estivo per gli Europei. Gli ostacoli però non mancano a cominciare dagli accordi da stipulare con UEFA e FIFA, oltre al regolare svolgimento delle Coppe Europee e in ultimo, ma non per importanza, gli eventuali cambi di maglia da parte dei calciatori.

Maxi ritiro e ultime 12 giornate a Roma?

La seconda ipotesi, la più estrema tra le due, prevederebbe lo spostamento in blocco di tutte le squadre (con tutti i giocatori e tutti gli staff) a Roma, in una sorta di ritiro spirituale della durata di circa 45 giorni. Gli allenamenti e le partite, dunque, andrebbero in scena negli impianti della Capitale, con misure di sicurezza che prevederebbero le  porte chiuse (anche per i giornalisti), test sierologici e mascherine per tutti, ad eccezione dei giocatori ovviamente. In questo caso, chiaramente, anche gli arbitri dovrebbero seguire le squadre in ritiro, a Roma o a Tivoli. Per quanto concerne la possibilità di giocare senza VAR (come ipotizzato dal presidente dell’AIA Nicchi) servirebbe un accordo  firmato da tutti i 20 club di Serie A.