Svolta tattica, tanti pregi ma anche rinunce dolorose: Matuzalem e Foggia non sorridono…

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Si torna al vecchio e caro rombo di centrocampo. Tirano un sospiro di sollievo Brocchi e Mauri, i grandi esclusi della trasferta in terra ligure con la Sampdoria. La svolta tattica pensata da Reja ripropone un assetto nella zona mediana con un regista basso davanti la difesa (Ledesma) e due intermedi di centrocampo. In pochi meglio dell’ex milanista e del brianzolo sanno muoversi in quelle porzioni di campo, in cui dinamismo, capacità di inserimento e duttilità tattica la fanno da padrone.

PIU’ SOLUZIONI OFFENSIVE – Una svolta “contro natura” per il tecnico goriziano, intenzionato a sfruttare in pieno tutte le sue risorse di centrocampo e soprattutto a mettere in condizione Hernanes (vertice alto del rombo) di rifinire libero da assilli di copertura. In questo nuovo contesto, il talento brasiliano avrà maggiore libertà di movimento, ma in particolare avrà maggiori soluzioni palla al piede. Quando alzerà la testa ci saranno più elementi che potranno dettargli il passaggio in verticale. Non avrà solo i tagli di Rocchi, le richieste di scambio di Zàrate o i movimenti di Floccari da soddisfare, ma anche i blitz in fase realizzativa di Mauri, un autentico specialista nelle incursioni senza pallone.

LA COPPIA SCOPPIA – Più alternative offensive, dunque, ma anche delle rinunce dolorose. In primis, a rimetterci questa volta potrebbe essere Francelino Matuzalem. Proprio ora che sembrava aver raggiunto una condizione atletica ottimale (anche se gli affaticamenti sono sempre dietro l’angolo). Ancor più paradossale se si pensa che il tandem con Ledesma aveva rappresentato la nota più lieta di questo inizio di stagione. Un “taglia e cuci” dall’alto livello qualitativo, dalle geometrie pulite e ragionate, che nella prima ora del Marassi aveva consegnato una Lazio propositiva, consapevole dei propri mezzi, autoritaria in mezzo al campo. Si dubitava sulla capacità di interdizione del duo brasi-argentino, ma anche da quel punto di vista erano giunti riscontri apprezzabili. Matuzalem e Ledesma erano tornati a comandare le operazioni in simbiosi, così come era avvenuto nella fase finale dell’esperienza capitolina di Delio Rossi. Tutto ora è tornato in discussione. Con il 4-3-1-2, nel cuore del campo c’è spazio per un solo cervello pensante. Certo il brasiliano potrebbe tornare a muoversi come mezz’ala mancina, entrando costantemente in ballottaggio con Mauri e Bresciano, ma non è il ruolo che più esalta le sue doti. Nel ritiro di Auronzo di Cadore fu lo stesso Reja a sottolinearlo: “Può farlo – ripeteva spesso il tecnico carnico – , Ma non ha la tenuta fisica e le caratteristiche giuste per garantire continui inserimenti in zona realizzativa. Lui ha bisogno di muoversi in un raggio d’azione più limitato”. Cosa che al contrario fa con regolarità Mauri. Pensieri che, se confermati, riaprirebbero il duello di inizio estate proprio con Ledesma. La coppia potrebbe scoppiare insomma, a meno che non si pensi ad un modulo diverso, sempre con i quattro difensori. Il 4-2-3-1 permetterebbe di salvaguardare davanti la difesa il binomio Ledesma-Matuzalem, con la possibilità di sbizzarrirsi sulla trequarti campo, dove Hernanes e Zàrate sarebbero certi di una maglia, mentre Mauri, Bresciano e Foggia si giocherebbero l’ultimo posto.

PER FOGGIA ANTICHI FANTASMI – Ma non è il solo Matuzalem a “maledire” la metamorfosi tattica. Il più penalizzato della compagnia è proprio il folletto partenopeo. Era stato proprio l’utilizzo del trequartista alle spalle di due punte ad allontanarlo in più circostanze dalla Lazio di Rossi. Foggia, tornò in corsa solo quando il tecnico romagnolo ripresentò il 4-4-2, con cui vinse la Coppa Italia. Brocchi si muoveva sulla destra, Ledesma e Matuzalem erano i centrali e Pasqualino correva ed inventava sulla sinistra. Con il nuovo – vecchio assetto, invece, torna nuovamente ai margini. Nel 3-4-2-1 di inizio campionato Foggia veniva considerato l’alternativa a Zarate. Uno dei due trequartisti alle spalle di un’unica punta. Attaccante esterno, qual è. Una figura che il 4-3-1-2 non prevede: non è considerato un trequartista classico (e infatti non lo è) e neanche una seconda punta.

[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]