Tevez si racconta: “Sono stato educato dalla strada, non a scuola”

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Le parole dell’ex attaccante di Juventus e Boca Juniors nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Marca.

BUENOS AIRES – Carlos Tevez, ex attaccante di Juventus e Boca Juniors, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca. Queste le sue parole a cominciare dalle origini: “Sono stato educato dalla strada e non a scuola, gran parte di quello che sono lo devo a Fuerte Apache. Non avevamo da mangiare, ma qualcuno condivideva sempre quello che aveva, ti davano pane, patate. Dividevamo quel poco che avevamo. Nonostante sia arrivato nell’élite del calcio, non ho mai perso questa cosa”. 

Sull’arresto del 2013 ha aggiunto: “Mi sono reso conto che non sono Dio. cosa che a volte i calciatori credono, Guidavo male e non pensavo ci fosse nulla di sbagliato. Non importa che tu sia famoso, vai comunque in prigione. A loro non importava che fossi un calciatore del Manchester United”. Su Ferguson ha dichiarato: “Si crede il presidente dell’Inghilterra. Era impossibile discutere con il vecchio, perché saresti comunque uscito sconfitto. Fece un errore a lasciarmi in panchina nella finale di Roma. Fu l’unica finale che la squadra ha reso da quando sono arrivato io. Lo striscione RIP Fergie dopo la vittoria in Premier League? Mi lasciai trasportare dall’emozione del momento, certamente non era mia intenzione mancare di rispetto a Ferguson che rispetto come uomo e come allenatore”.

Su Ronaldo: “Ricordo cosa succedeva con lui, che è quello che tutte le donne del mondo sicuramente vedono: passa tutto il tempo in palestra. Ha una vera ossessione per questo. Se ci allenavamo alle nove del mattino e decidevo di anticiparmi arrivando alle otto, lui già era lì. Arrivavo alle sette e mezza, e lui era lì. Ma dico, è possibile riuscire ad arrivare prima di questo tipo? Un giorno mi decisi ad arrivare alle sei del mattino e lo trovai già sul posto. Mezzo addormentato, ma c’era”.